Tom-Riley-as-Leonardo-Da-Vinci-2E’ per un terzo Iron Man, per un terzo Il Gladiatore, e per un terzo Spartacus” così David Goyer ha convinto il network americano Starz a dare il via libera per la produzione di Da Vinci’s DemonsMa non era assolutamente vero niente. Tutte cretinate”, rivela l’autore nel presentare la serie a Firenze. “Me l’ero inventato in quel momento. I network ragionano solo così, con i paragoni, e tanto gli è bastato”.
La serie infatti ricorda ben poco i casi citati, semmai è più vicina ad un altro prodotto di Goyer, Batman Begins, per come racconta la maniera in cui il protagonista è diventata la figura che conosciamo (nel primo episodio c’è pure la scena di un trauma che ha a che vedere con una caverna buia e narrazione con voce fuoricampo).

A Firenze per la presentazione mondiale della serie è venuto in massa quasi tutto il cast, ed era la prima volta. Non bisogna quindi aspettarsi fedeltà e rigore storico più di quanto non se ne trovino in Spartacus (altra serie mandata in onda da Starz), Da Vinci’s Demons sembra la versione televisiva di una graphic novel sul giovane Leonardo Da Vinci, con più combattimenti e scene di sesso che progetti e invenzioni, che comunque non mancano, in cui Firenze è tutta ricostruita in CG, aspetto che non può non ricordare Assassin’s Creed (“Che gioco fantastico! E che grande trama! Ma la mia serie non ha niente a che vedere con quella storia” dice Goyer). A giudicare dal pilota la serie è insomma più vicina a Abraham Lincoln Vampire Hunter che non a Lincoln di Spielberg, e targata Goyer, nel bene e nel male.
C’è infatti una certa tendenza all’esagerazione, una ricerca di temi esoterici come radice fondamentale dell’indagine sull’animo umano e una morale di ferro dietro all’agire dei personaggi.

La prima stagione si basa molto sull’esoterismo” spiega Tom Riley, il protagonista “sul fatto che per un personaggio come Leonardo la cosa peggiore che possa accadergli è l’inspiegabile, un mistero che la sua razionalità non riesce ad afferrare”. Quel che accade è che sullo sfondo della lotta per il potere nella penisola (Firenze era supportata militarmente da Milano, il cui Duca muore nel primo episodio, lasciando a Roma via libera) Leonardo incontra un mistico turco che sblocca dei ricordi di sua madre e gli racconta di un libro e una setta, recuperando il quale potrà capirne di più. In mezzo tra Leonardo e il libro ci sono i Medici e l’armata di Papa Sisto IV (ritratto come un sadico, sanguinario pedofilo, a volerne parlare bene).

Tom-Riley-as-Leonardo-Da-Vinci-2Tutto realmente accaduto. E’ vera infatti la lotta tra città, sono vere le alleanze, è vera la setta e Papa Sisto IV era noto per voler riportare i sacrifici umani nella Chiesa e altre amenità, ma lo stesso il sapore è quello della finzione spinta. Non è facilissimo accettare un Leonardo dal fare arrogante con addominali in vista, capelli modellati dal gel e giubbotto: “Ero certo che in moltissimi mi avrebbero attaccato. Specie i giornalisti italiani” dice Goyer “Ma non mi importa, mi sono preso abbastanza critiche per Batman, ormai sono abituato. Conto sul fatto che una volta che la stagione andrà in onda si accorgeranno di quanto amore e celebrazione c’è verso Leonardo e Firenze. Non potrà che portare più turismo. Inoltre un progetto che non offende nessuno è un progetto che non piace a nessuno”.

Così Leonardo è l’eroe, mentre un giovanissimo Nicolò Macchiavelli è il suo aiutante (il suo Robin, ingenuo e imbranato) e Verrocchio il suo Alfred, tuttavia il modello per la sua intelligenza non è stato né Bruce Wayne né il più prevedibile Sherlock Holmes bensì “Loki! Mi piaceva dare quel taglio alla furbizia di Leonardo, renderlo un maestro degli inganni”. Mentre secondo Riley, la vera caratteristica del genio leonardesco (sempre nella serie!) è l’inquietudine, l’annoiarsi facilmente di tutto: “Si sa che Leonardo accettava più commesse di quante ne potesse realizzare, perché aveva sete di fare ma poi dopo un po’ si annoiava di quel che aveva iniziato perché preso da altre idee. In questa serie l’unica cosa di cui non si annoia sarà Lucrezia, l’amante di Lorenzo dei Medici, nonché spia del Papa sotto copertura. Per lui è un puzzle di difficile comprensione che lo attira su più livelli”.

Ovviamente Leonardo ha anche l’arcinemico, o meglio la nemesi che, sempre nelle parole di Riley è: “Girolamo Riario, uno degli uomini di Sisto IV. E’ speculare a Leonardo. Anche lui ha una causa in cui crede, un’intelligenza brillante e la scaltrezza per mettere in atto i propri piani. In un altro universo sarebbero potuti essere amici, ma qui sono uno contro l’altro”.
Ci sono infine moltissime donne astute, che tramano nell’ombra, cosa che non può non far pensare a Il trono di spade, serie che si fonda tutta su questo, ma la produttrice, scarta subito il paragone e spiega con semplicità disarmante la motivazione di tali personaggi: “Quello che volevamo era un setting moderno con personaggi moderni. E sai cosa fa un setting moderno? Donne dall’atteggiamento moderno”.

La serie andrà in onda in Italia il 22 Aprile su FOX e in America il 12 Aprile. Stando agli attori tra pochissimo, visti i primi ascolti, si deciderà se farne una seconda stagione. Ad ogni modo David Goyer ha pronte in testa le prossime 6 stagioni “Ogni tanto ci dava dei piccoli lampi su cosa potrebbero diventare i nostri personaggi nelle serie successive, che ci facevano capire che ha tutto già preparato” dice Lara Pulver e, se piacesse, una vera e propria graphic novel da pubblicare.