Secondo uno studio condotto dalla professoressa Martha M. Lauzen, al giorno d’oggi il cinema offre un’identica probabilità (3%) di vedere un personaggio femminile di etnia asiatica che di vedere un’aliena. Se il dato, di per sé, può far sorridere, a rifletterci bene non c’è da stare poi tanto allegri. Giunti al terzo millennio, mentre ci ergiamo a fieri rappresentanti di un’era presumibilmente emancipata, il cinema e la televisione risultano tuttora purtroppo schiacciati da cliché che troppo spesso hanno un sospettoso aroma di sessismo e razzismo. Fatto ancora più preoccupante è la scarsità di personaggi femminili forti e autonomi, non relegati al consueto ruolo di bella statuina o di mero pretesto, per l’eroe di turno, di mettere in mostra le proprie capacità fisiche e intellettuali allo scopo di salvarle.

Nel dibattito sul cosiddetto “principio di Puffetta” (un personaggio femminile la cui psicologia e funzione narrativa sono incentrate...