Marco Palvetti in Gomorra – La serie è il boss Conte, nemico di Savastano, il cui tentato omicidio ha aperto il primo episodio e ha dato il via alla faida da cui discende tutta la trama. Lo abbiamo visto ancora poco fino a questo momento ma all’incirca dal quinto episodio la sua presenza si farà più importante e il suo ruolo più centrale, ovviamente in diretta opposizione alla famiglia Savastano.

Appropinquandosi l’arrivo sotto il riflettore del suo personaggio l’abbiamo raggiunto al telefono per farcelo raccontare.

E’ una pantera. Un osservatore, un calcolatore, uno che crede molto nella famiglia e anche molto religioso, più in avanti si vedrà quanto questi legami siano influenti nelle sue azioni. E’ anche uno molto curioso, che sa attendere, in questo senso una pantera. Vuole il controllo del territorio, entra in scena aprendo questo conflitto con i Savastano e in fondo la diversità tra i due sta, molto comunemente, nel fatto che sono esseri umani differenti e non certo che uno sia “meglio” dell’altro. Poi si vedrà quanto si trasformano lungo la serie.

La lingua parlata nella serie è una forma dialettale molto forte ma comunque comprensibile, come ci avete lavorato?

Tutti gli attori della serie, hanno provenienze diverse sebbene sempre all’interno della Campania e alle volte anche venire da parti diverse di Napoli può bastare per avere cadenze differenti, così ci siamo accordati internamente sulla lingua da utilizzare, cioè quella più giusta per avvicinarsi alla realtà. D’altra parte se togli questo ad un prodotto del genere crolla tutto, perchè come le persone si relazionano tra di loro è fondamentale.

Ma come avete tracciato la linea oltre la quale non vi sareste spinti con il dialetto per permettere un’ampia comprensione?

Non abbiamo tirato nessuna linea, è una questione di lavoro sulle parole per renderle comprensibili ma non ci siamo limitati nel dialetto, dovevamo mantenere assolutamente quella lingua vicina a quell’estrazione territoriale.

C’erano dei consulenti?

Si c’erano persone che venivano dai luoghi dov’è ambientata la storia con cui abbiamo lavorato prima di iniziare a girare. Poi sul set erano spesso i registi a dirci che alcune cose non erano comprensibili e a suggerire come modificare le battute per tenerle sempre chiare per tutti.

Tu che legame hai con quelle zone?

Io sono nato a Napoli ma mi sono trasferito a Roma a 18 anni e mi lì sono diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, sono stato scelto dopo diversi provini dai quali già si capiva l’attenzione e la qualità che la produzione aveva per tutta la serie.

Alla conferenza stampa della serie è stato spiegato come per le scene girate a Scampia l’accoglienza sia stata ottima, ma si è anche capito che in alcuni casi girare lì non è stato semplice per via della natura pericolosa degli ambienti…

Sulla parte organizzativa non posso rispondere, perchè non ne so molto.

Per quella parte di riprese che ti ha coinvolto come è andata?

Il territorio ci ha accolto benissimo, ha capito il progetto. La mia sensazione era che mi faceva strano girare e lavorare dove avevo vissuto.

Gomorra – La serie ha un livello molto alto, sullo stesso piano delle migliori serie straniere ma in particolare sembra ispirarsi (per certi versi) in particolare a Il trono di spade, specie per come dimostra subito di non aver paura a far fuori personaggi centrali e per il fatto che il cuore di tutto sono le trame di conquista e mantenimento del potere. Ci sai dire se lo spirito del resto della serie è quello?

Non ho seguito Il trono di spade quindi non posso essere preciso, tuttavia gli elementi che hai descritto calzano bene lo spirito generale della serie

Solitamente quando si gira un film qualsiasi con molti esterni è facile che dalla relazione con i luoghi dove si sta nascano idee, soluzioni o anche solo problemi peculiari, è vero per ogni lavorazione e immagino lo sia particolarmente per questa che è durata un anno intero e che spesso era localizzata in posti dove raramente si gira.

Per quanto ne so non è accaduto niente di particolare, ho visto che ci hanno accolto benissimo. In più io non ho girato moltissimo a Napoli perchè il mio personaggio ha dei “movimenti” diversi come vedrete.

Oltre a Stefano Sollima hai lavorato anche con Francesca Comencini e Claudio Cupellini? C’erano differenze salienti o ha prevalso l’idea di mantenere una forte coerenza lungo tutti gli episodi?

Ho lavorato solo con Claudio Cupellini ma non anche con Francesca purtroppo e ho notato come fosse molto accordato con Stefano nella ricerca della coerenza e della qualità, soprattutto nella voglia di fare un prodotto “diverso”. Ci sono caratteristiche che entrambi possiedono ma che mi hanno colpito individualmente, ad esempio quel che mi ha colpito in Stefano è il controllo che ha del set, mentre in Claudio mi ha colpito molto invece quanto stesse con gli attori, quanto si faceva trovare e viveva con loro.

Gomorra – la Serie va in onda su SKY Atlantic HD il martedì sera.