Documentari più simili alla finzione e trasposizioni più simili alla realtà. Di ciò che è l’oggettività, di quali siano i limiti della verità e degli obiettivi che un prodotto più o meno artistico dovrebbe proporsi avevamo già detto nel momento in cui abbiamo trattato le due serie Making a Murderer e American Crime Story. Quali sono le responsabilità di un autore, anche di uno televisivo, di fronte alle responsabilità della storia e della giustizia, anche di fronte alle vittime e ai, presunti, carnefici? Un racconto a tesi, cioè uno che si propone come dichiaratamente parziale, basta a giustificare se stesso, o deve sempre e comunque cercare la verità? Ma alla fine, questa verità, cos’è?

Making a Murderer (la recensione) è un documentario in 10 parti disponibile su Netflix dallo scorso dicembre. Racconta la storia di Steven Avery, rinchiuso ingiustamente in carcere per 18 anni per un crimine di violenza sessuale mai commesso. Nel 2005 viene ancora accusato, stavolta per omi...