Tutte le innovazioni, le migliorie e le tragedie del mondo di Black Mirror (che è poi il nostro, un paio di passo avanti e con tutte le peggiori decisioni ormai prese) passano dal guardare o essere guardati. Non c’è problema, questione irrisolta o intreccio di trama che non si risolva in una questione di persone che vedono o guardano diversamente altre persone, ogni inquietudine sta in ciò che viene visto. Modificando la tecnologia o prevedendone i peggiori esiti, Charlie Brooker finisce sempre a temere che un cambio nella maniera in cui guardiamo le cose ci cambi definitivamente, sbilanciando il rapporto tra i nostri pregi e i nostri difetti.

A partire dall’importantissimo primo episodio della prima stagione, quello che ha settato toni e temi, che impressionato tutti e ha fatto innamorare di un nuovo modo di affrontare ciò che ci assilla del presente trasferendolo nel futuro, Black Mirror ha messo i suoi personaggi nel ruolo di spie o spiati. A dare ...