La chiesa di Roma si presta poco al mezzo cinematografico. Perennemente sospesa fra la santità del soglio di Pietro e il piccolo cabotaggio del potere papalino, l’erede degli insegnamenti di Gesù Cristo fatica a farsi inquadrare dall’occhio – per forza di cose selettivo – della telecamera.

Paolo Sorrentino in The Young Pope non ci racconta il Magistero Vaticano e, passate le primissime puntate, non pare più neppure troppo interessato alla carriera di Pio XIII, al secolo Lenny Belardo.

Il giovane papa è la chiave, nostra e del regista, per esplorare un mondo costretto a vivere una tensione continua, il richiamo dell’eterno, di Dio forse, che si scontra con la finitezza dei suoi interpreti terreni. Pio XIII rispolvera l’antico Triregno papale (abolito da Paolo VI) e si fa accompagnare nella Cappella Sistina in piedi sulla sedia gestatoria ma nel suo privato indossa una semplice tuta bianca e confida al suo confessore di non credere all’esistenza di dio o, quantomeno, di nutri...