Arrivati alla sesta serata di Masterchef 6 finalmente il cooking show prende la giusta piega animato da sfide ad alto tasso adrenalinico.

Fin dalla Mistery Box i concorrenti ancora in gara vengono messi a dura prova dai quattro giudici che li costringono a cucinare senza l’attrezzo che tutti loro, nessuno escluso, adopera maggiormente e aggiungiamo, anche in maniera esagerata: il frullatore ad immersione. E ringraziamo il cielo che ci sia, almeno per stavolta, il divieto assoluto sull’elettrodomestico in questione perché, come concordemente sottolineano Cracco, Bastianich, Barbieri e Cannavacciuolo, la tendenza di quest’anno, da parte di tutti gli sfidanti, è di frullare ogni ingrediente creando sempre salse, salsine e pappette adattabili ad ogni preparazione, mentre ora è giunto il momento di tirare fuori altre idee e dimostrare manualità e abilità con i coltelli. Come un vero cuoco deve fare.

Naturalmente questa prova getta tutti nel panico, anche perché gli ingredienti a disposizione non sono tra i più semplici da combinare: tra ostriche piselli, grana, ricci di mare, fichi, salicornia, ceci, agretti e rapa ci si deve districare con fantasia e tecnica.
Gabriele va avanti a recitare la parte dell’impacciato, insicuro e tontolone ma in realtà ormai abbiamo capito bene che è tutta una farsa, e il furbone finto ingenuo inizia a stancare. I giudici lo studiano con attenzione. Barbieri mostra perplessità sul suo atteggiamento mentre Cracco, che ieri sera è tornato alle antiche abitudini e ha avuto buone parole, si fa per dire, per tutti, chiedendo lumi sul motivo che lo spinge a portare un anellino al lobo dell’orecchio, gli fa subito notare che un piercing ulteriore al sopracciglio (che a Gabriele piacerebbe fare) lo renderebbe solo patetico. E sempre a proposito di Cracco, ieri sera abbiamo visto che Michele il giovane, sempre mezzo intontito, continua a suscitare le ire dello chef che lo insulta apertamente dandogli del “ciula”, termine che in lingua lombarda indica un soggetto imbranatissimo e anche un po’ stupidotto.

Ma anche Barbara è poco concentrata e confusa e la sua confusione sarà proprio causa della sua disfatta perché, come vedremo tra poco, sarà la prima eliminata della serata.
Alla fine della Mistery Box i piatti migliori sono quelli di Giulia che riesce ad utilizzare tutti gli ingredienti in una “Unconventional zuppetta”, di Gabriele (guarda caso) che sorprende con ostriche impanante e fichi caramellati, e del romagnolo Roberto che si è finalmente ridestato dal letargo e riprende in mano le redini della cucina.
Vince, meritatamente, Giulia sebbene abbia cucinato molluschi che non mangia, perché racconta di avere dei problemi col pesce a causa di un’indigestione fatta da adolescente dopo avere mangiato ben quindici astici. Bastianich approfitta subito dell’occasione per sussurrare all’orecchio di Giulia, notoriamente invaghita di lui fin dall’inizio, che una donna che mangia tutti questi crostacei gli fa sesso. Vero colpo gobbo da parte del giudice irretire così, senza seguito, la ragazza. In ogni caso, Giulia ieri sera ha superato se stessa e tutti gli altri suoi compagni e quindi va dritta all’Invention Test a scoprire il suo vantaggio per la seconda prova della puntata.

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E come in ogni edizione di Masterchef che si rispetti siamo arrivati alla prova da sempre più temuta: la preparazione di un dolce di pasticceria. Come consuetudine, la prova è presieduta e valutata da un quinto giudice d’eccezione, il maestro pasticcere Iginio Massari. Per i concorrenti il maestro ha pensato ad una prova del fuoco veramente ardua: una piramide di cinquanta profiteroles ripieni di crema chantilly e ricoperti di mousse al cioccolato, una delizia che tutti noi amiamo e conosciamo bene ma che non è esattamente una cosa che si fa tutti i giorni. Giulia ha il vantaggio di cucinare con la spesa fatta da Massari, di confrontarsi con lui e di ricevere preziosi consigli, in più può metter in difficoltà tre dei suoi compagni a scelta, facendo loro montare i bignè su una base più ridotta rispetto agli altri. E come sempre tra i tre svantaggiati compare il nome di Mariangela. E più i compagni si accaniscono contro la riccioluta avvocatessa e cercano in ogni modo di mandarla fuori, più lei si rafforza e resta salda, con grinta, al suo posto.

Ma se il destino prima o poi, o le strategie degli altri avranno la meglio su di lei, da come stanno andando le cose abbiamo invece l’impressione che Gloria e Loredana arriveranno fino alla fine, sia perché c’è un evidente attrito tra di loro che non ha ancora avuto modo di rivelarsi in una di quelle belle litigate che a noi telespettatori piacciono tanto, sia perché sono due figure destabilizzanti: l’una, Loredana, per il pessimo indomabile carattere e l’altra, Gloria, perché è chiaramente la classica ragazza viperetta e manipolatrice, come lei stessa ha fatto chiaramente intendere nella prova in esterna affermando di manovrare i fili da dietro le quinte come con le marionette. Insopportabile.

La prova di pasticceria comunque miete vittime senza pietà. I profiteroles di quasi tutti i concorrenti sono davvero una schifezza. Michele il giovane non impasta con la planetaria come tutti e infatti i suoi bignè sono un fallimento ed escono dal forno crudi, mentre Mariangela, sempre in preda al caos, alla fine serve dei profiteroles vuoti. Ma anche l’arrogante Loredana stavolta non raggiunge l’obiettivo e presenta una piramide ricoperta di frutti rossi che non incontra il favore della giuria. Barbara, decora il piatto in maniera assurda buttandoci sopra di tutto, fiore di erba cipollina compresa, cosa che irrita il solitamente pacato Massari che la ammonisce severamente tacciandola di avere fatto una scelta stupida ed inammissibile (e lo sanno anche i bambini che mai e poi mai bisogna mettere nel piatto qualcosa che non sia commestibile e gradevole). Quindi si merita di essere eliminata. Il dolce di Cristina è il migIiore in assoluto, tanto che Cannavacciuolo non resiste a gustarne avidamente più di una porzione.

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Ma la parte più interessante della puntata è rappresentata dalla prova in esterna che si svolge in una location del tutto particolare, l’Istituto per ciechi di Milano, dove gli aspiranti chef si devono sfidare nelle solite due brigate rossa e blu avendo come giudici per l’occasione 35 ospiti non vedenti. E per darci un piccolo esempio di cosa voglia dire vivere una realtà diversa, mentre i nostri cuochi amatoriali cucinano, dopo avere fatto la spesa al buio condotti da Giuseppe, una guida dell’Istituto, Joe Bastianich, in compagnia di un altro ragazzo di nome Emanuele (e del suo cane guida), si fa condurre, bendato, per le vie di Milano, per testare in prima persona la sensazione di dovere utilizzare al meglio, in assenza della vista, tutti i rimanenti sensi. E cosi dovrebbero fare anche le due brigate e pensare che i piatti che stanno preparando saranno gustati da persone dal palato finissimo, e in grado di riconoscere tutti i sapori che dovranno amalgamarsi ed esplodere in un tripudio di gusto per non deludere l’attenta giuria. C’è chi di sicuro, tra il pubblico, polemizzerà vedendo in questa prova un tentativo di spettacolarizzazione di una condizione difficile, ma ricordiamo che l’Istituto per ciechi ogni anno conta 100 mila visitatori che vogliono partecipare al “Dialogo nel buio”, un percorso che culmina in una cena degustazione ad opera dei non vedenti e vissuta completamente nell’oscurità. Un’esperienza emotivamente coinvolgente per provare a vivere per qualche ora nei panni di persone che, pur dovendo affrontare la quotidianità non senza sforzi, hanno delle capacità differenti e delle sensibilità più sviluppate.

Tornado alla sfida, le due brigate con a capo Cristina e Michele, il rappresentante di pompe funebri, centrano entrambe la prova, ma vincono i rossi, tra cui c’è anche la solita Mariangela, che quindi è nuovamente salva.

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Per la squadra sconfitta c’è un Pressure Test vissuto con i nervi a fior di pelle. Due squadre da tre persone ciascuna, trenta minuti totali per cucinare, dieci minuti per ciascuno, senza saper quale ricetta abbia intenzione di preparare colui o colei che cucinerà per primo. Il solito Gabriele, baciato dalla fortuna, scansa la prova e va dritto in balconata, mentre gli altri devono cora combattere. Daniele il casalingo tenta la mossa da volpone rivelando alle sue due compagne, Loredana e Maria la ricetta che farà e viene severamente punito e umiliato dai giudici che decidono di fare la spesa al suo posto. Ma il concorrente sardo, non contento della figuraccia e dello smacco subìto, in un secondo momento non scrive, come prescritto, correttamente la ricetta che prepara (involtini di verza con salsiccia) e indica un vago “carni a contorno” che manda in bestia i giudici. Condanna così la sua la sua squadra alla sconfitta e nell’ultima sfida individuale che lo vede protagonista proprio contro Loredana, furibonda, e Maria, quest’ultima è la seconda concorrente della serata a togliersi definitivamente il grembiule.

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E meno male, perché intanto non ci siamo mai accorti della presenza di questa Maria, che come ha detto Cracco “non ho mai sentito che voce abbia.” L’insoddisfatta, insignificante e monoespressiva concorrente è stata davvero una presenza inutile. Invisibile è arrivata e così se ne va, senza che nessuno ci faccia caso. E questo fatto ci riporta ancora all’unico vero difetto di questa edizione dello show. Ormai a metà percorso non si è ancora delineato un personaggio vero, carismatico, valido e meritevole di conquistarsi l’ambitissimo titolo di sesto Masterchef d’Italia e che abbia lo spirito giusto per affrontare un talent di questa portata.
Non c’è nessuno che ci appassioni sul serio e che stimoli il nostro tifo. Ci accontentiamo per ora di scommettere su chi sarà il prossimo ad uscire.

Photo Credit: Masterchef