Oggi onoriamo la nostra eroina caduta, Anya. Nessun cognome, nessun nome da sposata, nessun secondo nome, solo Anya. Benché non fosse una sostenitrice dei nomignoli in vita, è convinzione di chi scrive che Anya avrebbe accolto favorevolmente lo status di diva dal nome unico nella morte. Anya era in anticipo sui tempi, non solo come anima, ma anche come icona di stile.
Ha iniziato la sua vita, apparentemente, come semplice umano. A detta di tutti, era una moglie amorevole, una casalinga pignola, e un’appassionata amante degli animali. Dopo un profondo tradimento da parte sia del suo uomo che dei suoi conigli da compagnia, si è tramutata senza sforzo in un demone di rilevanza mondiale. Dopo un millennio in qualità di giustiziere, il potere di Anya si perse per sempre. Era tornata umana, ancora una volta. Per l’ultima volta. Eccetto per quell’unica volta in cui era tornata a essere un demone, ancora, per colpa di un TRADIMENTO! Ma, di nuovo, assieme ai suoi sentimenti, furono presi anche i suoi poteri. Fu allora che, finalmente, approdò definitivamente all’essere umana, collezionando una serie di 10 da una giuria invisibile.
Attraverso le sue incarnazioni, Anya ha sperimentato dozzine di acconciature. Mai una volta chiese il parere degli altri (o il permesso dei produttori). Era una rinnegata con una filosofia personale, una persona normale come voi o me, suvvia. Era un arcobaleno pieno di glitter, che ha spruzzato onesta polvere di fata su amici e nemici.
Benché sia morta senza troppo clamore (tipo, “Oh, bene! Anya è morta, alla fine”), il suo coraggio, la sua eredità, il suo altruismo continuano a vivere. E questo mi dà qualcosa su cui cantare.
Fonte: Entertainment Weekly
È necessario attenersi alla netiquette, alla community infatti si richiede l’automoderazione: non sono ammessi insulti, commenti off topic, flame. Si prega di segnalare i commenti che violano la netiquette, BAD si riserva di intervenire con la cancellazione o il ban definitivo.