C’è l’idea di “rivoluzione” al centro di 1993, seguito di 1992, la serie di Sky e Wildside presentata questa mattina alla presenza di cast, regista, produttori e sceneggiatori. L’idea di fondo è, infatti, quella di raccontare il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica attraverso una trilogia ideale che nelle intenzioni dei creatori si richiama alla Rivoluzione Francese. Quindi, se 1992 aveva rappresentato con Tangentopoli una sorta di rivoluzione, questo 1993 ne prende le conseguenze e gioca sul periodo del “terrore” da essa scatenata. Se vedremo effettivamente un 1994 televisivo – in questo momento ci si sta lavorando su – questo racconterà il periodo della “restaurazione”.

Ed è una definizione nella quale ci possiamo ritrovare nel momento in cui abbiamo potuto vedere in anteprima i primi due episodi della nuova stagione e ascoltare i creatori della serie raccontare il processo di costruzione delle storyline di quest’anno. Il produttore Lorenzo Mieli ha aggiunto:

Si tratta di un romanzo storico di allora che in qualche modo parla di oggi. Al centro vi è lo scontro tra la voglia di giustizia e la deriva giustizialista.

Senza scendere in particolari, gli eventi dei primi due episodi di 1993 ci raccontano di personaggi che, se non sono andati oltre, quantomeno sono entrati in una nuova fase delle loro vite. Su tutti, come è logico attendersi, spicca Leonardo Notte, interpretato da Stefano Accorsi, che ha meglio sintetizzato l’evoluzione del suo personaggio così:

In 1992 Leonardo Notte operava per un sogno segreto, e quella telefonata nella scena finale di 1992 aveva ufficializzato quella posizione. Ora ha le idee molto chiare, sa di trovarsi in un contesto di “tutti contro tutti” e sa che questa condizione può essergli favorevole.

Diverso percorso è quello di Veronica Castello, la showgirl tormentata interpretata da Miriam Leone, che ha raccontato il proprio personaggio evidenziandone le maggiori paure:

È un personaggio che indossa una grande maschera. Si muove tra lustrini e paillettes, ma sotto nasconde un lato dark. Affronterà il suo inferno personale, e il timore di non essere più la “più amata dagli italiani”.

L’altra interprete femminile presente è Tea Falco, che riprende il ruolo di Bibi Mainaghi accompagnando il personaggio che forse ha subito i cambiamenti più marcati rispetto all’inizio della prima stagione:

Si tratta di un personaggio completamente solo. Mi sono ispirata alla figura del samurai (paragone confermato dagli sceneggiatori, che hanno anticipato un “meraviglioso crescendo” per lei, ndr) passando da tossicodipendente viziata a imprenditrice.

1993_stefano-accorsi

Emerge poi una spiccata sensibilità nella trattazione del personaggio di Luca Pastore (Domenico Diele), dovuta anche al particolare vissuto personale del personaggio, che qui sembra intraprendere una strada propria, come ha spiegato l’interprete:

Nel suo percorso in cerca di giustizia Luca incontra un’altra persona. Una persona che si rapporta in modo diverso alla stessa situazione e che farà presa su di lui, in questo momento in cerca di calore e complicità.

Presente infine per il cast anche Antonio Gerardi, interprete di Antonio Di Pietro e quindi unico tra i presenti a prestare il volto a un personaggio reale. Su cosa comporta questo confronto con la realtà per un attore è stato lo stesso interprete a intervenire:

In questa stagione Di Pietro ha consapevolezza di essere diventato un personaggio importante, e ho avvertito subito la responsabilità del ruolo. Magari avrei preferito interpretare un personaggio inventato, così mi sento un po’ “blindato” (scherza, ndr).

Assente tra i protagonisti principali Guido Caprino, interprete del leghista Pietro Bosco. Sul personaggio, e su ciò che lo attende nella seconda stagione, sono intervenuti gli sceneggiatori raccontandone l’evoluzione da “cagnone buono” ad “animale politico”:

Non sapeva dove andare (…), ma ora ha imparato il gioco della politica italiana, soprattutto quella di quel periodo, in cui le sue non sembrano le qualità giuste. Ora la situazione lo porterà ancora di più verso il cinismo e dovrà decidere che tipo di uomo vuole essere e confrontarsi con i suoi errori.

Come lettura generale della scrittura della serie, divisa com’è nel trattare storie ai margini tra verità storica e pura finzione narrativa, è emerso un certo pensiero uniforme. Si tratta, nell’idea di chi ha curato e sta curando l’opera, di svincolare il racconto narrativo da quella lente deformante che comunque sempre vi sarà. Nel momento in cui si abbraccia un tipo di racconto più libero, anche attraverso alcune licenze poetiche che non anticipiamo, si può raccontare le vicende dall’interno e avvicinare le vite di personaggi noti.

Così Leonardo Notte per Berlusconi, Pietro Bosco per Bossi, Luca Pastore per Di Pietro, diventano punti di vista particolari che permettono, nelle parole di Stefano Accorsi, di “raccontare la Seconda Repubblica dall’interno”.

1993 andrà in onda dal prossimo 16 maggio, su Sky Atlantic HD e Sky Cinema Uno HD alle 21.15, ogni martedì, con due episodi a sera.