“Sarà uno splendido 1993”

Così sentenziava Leonardo Notte, interpretato da Stefano Accorsi, nel finale di 1992. In quella frase, sostenuta da una buona intuizione sul piano visivo, con il cartellone “Fozza, Itaja” che ricambiava il nostro sguardo di spettatori consapevoli, c’era la premessa, e la promessa, per un futuro già scritto. Allora, se nulla o quasi può essere cambiato, la scrittura della serie di Sky e Wildside trova il modo di scavare una nicchia di libertà creativa tra le pieghe degli eventi storici. Lo fa ancora nei primi due episodi di 1993 costruendo il punto di vista soggettivo di personaggi inventati che si accompagnano, come ombre silenziose, a quelli esistenti.

La prima scena della stagione – l’unica che vi raccontiamo – rappresenta la sintesi perfetta di questo approccio. Da una prospettiva alta, privilegiata, invisibile, Leonardo Notte osserva la protesta all’hotel Raph...