David Harbour, che in Stranger Things interpreta il ruolo di Jim Hopper, è intervenuto ieri a Milano al termine di una proiezione speciale del primo episodio della nuova stagione. Si è concesso ad alcune domande con il pubblico, affrontando in modo ora scherzoso ora intelligente, le caratteristiche del suo personaggio e della serie.

Iniziamo dalla domanda che gli abbiamo posto noi di BadTV.it:

Nell’ultimo anno molti show hanno trattato i cambiamenti politici e i temi sociali più caldi in America. Stranger Things come si pone rispetto a tutto questo?

All’interno della fantascienza l’utilizzo della metafora è molto importante. A me ad esempio è piaciuto di recente Star Trek per come ha affrontato il tema del razzismo. Uno dei nostri hashtag è WorldUpsideDown, e, in un eventuale seguito, nella terza stagione tratteremmo le relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia, quelle particolari relazioni che sono cominciate nel 1985. Una delle cose che mi piace di Stranger Things è che rappresenta una cittadina tipica americana degli anni ’80, ma al tempo stesso rappresenta anche una certa visione del mondo. Narra di un tempo di coraggio e gentilezza e mi piace il modo in cui riusciamo a rappresentare tutto ciò. È anche importante il modo in cui mostriamo come combattere i mostri. Credo sia qualcosa di potente da vedere in tv in questo momento in America e credo che il mondo stesso possa empatizzare con tutto ciò.

Ed ecco il resto del Q&A:

Il tuo personaggio è cambiato moltissimo nel corso della prima stagione, è partito come qualcuno che si occupava maggiormente di se stesso e poi verso la fine è diventato praticamente un eroe. Secondo te a cosa è dovuta la popolarità del tuo personaggio?

Durante la prima stagione ha avuto un percorso di trasformazione. All’inizio era come se fosse morto dentro, molto rude. Mi è piaciuto quando i fan hanno twittato dopo il primo episodio con dei messaggi riferiti al mio personaggio, che non era così apprezzato, per così dire. In seguito però, verso il quarto episodio, lui vive come un risveglio interiore, che tuttavia non avviene per una nobile causa, ma semplicemente perché il suo orgoglio è ferito. Scopriamo che ha vissuto delle tragedie personali, e questo è un qualcosa che ha anche a che fare con la vita reale. Spesso noi giudichiamo male gli altri, e anche io lo faccio. Però poi mi metto nei loro panni e scopro qualcosa in più, ed è questo che mi piace del mio personaggio, ciò che trovo davvero potente, magari a differenza di quei personaggi che già si sa che sono eroi e comunque andranno a salvare il mondo. Questo secondo me l’ha reso così popolare.

A proposito del successo di Stranger Things, ci sono molte persone che fanno una “binge racing”, cioè finiscono la serie in appena 24 ore. Cosa ne pensi di questo?

Penso che tutti voi che fate bingewatch, e finite tutto in un solo giorno, siete così stupidi! (scherza, ndr) Lo faccio anche io, è un grande show, e in fondo è come un film di nove ore. Il problema è che la produzione ha bisogno di un anno e mezzo, questo vuol dire che dovremo essere più veloci!

Stranger Things è una storia ambientata negli anni ’80, con tutti i suoi riferimenti. Cosa rappresentano per te quegli anni?

Pubertà! Beh, è così. Sono nato nel ’75. Nel 1984 avevo nove anni ed ero poco più piccolo di questi ragazzi, e tutte le cose che loro amano le amavo anche io. Ero il più nerd di tutti i miei amici. Amavo i videogiochi, Dungeons & Dragons, e tutta quella roba lì. Secondo me il production design è fantastico, e avvicina alcuni giovani spettatori a certi aspetti. Ad esempio pensiamo al telefono a muro. Adoro il telefono che c’è nella cucina con il cavo lunghissimo perché mi ricorda mia mamma che stava sempre al telefono e c’era questo cavo sempre in giro in cui io inciampavo di continuo.

Quando hai letto lo script della serie per la prima volta cosa ne hai pensato?

Ho pensato che fosse il miglior script televisivo che io avessi mai letto, e non avrei mai pensato che avrebbero scelto me. Sono stato molto colpito, anche perché sono cresciuto con i vari Indiana Jones, I Goonies, E.T., e c’era qualcosa di magico in quei film, qualcosa che forse manca oggi a Hollywood. Quando ho letto la sceneggiatura non riuscivo a metterla giù, c’era un grande calore all’interno della storia.

Cosa cambia per un attore con Netflix oggi?

Penso che Netflix stia offrendo delle possibilità per essere creativi, anche rispetto ad altri studios. Stanno investendo, e qui la prima stagione è stata una sfida. Probabilmente io non sarei stato scritturato in caso di un prodotto cinematografico o fatto da un altro studio. Di solito interpreto villain, loro in me invece hanno visto forse qualcosa di diverso. Si sono presi dei grossi rischi. Ci troviamo nel mezzo di un rinascimento per le serie tv da questo punto di vista

Com’è recitare con un talento come Millie Bobby Brown?

Mi spaventa un po’ il fatto che grazie al loro talento tutto il mondo si sia innamorato di loro. Il mio consiglio è non caricare troppa attenzione su questi ragazzi. Il mio consiglio, da zio saggio, è quello di continuare per loro impegnarsi con il duro lavoro per sviluppare le loro abilità. Ci sono molte storie di giovani attori che poi sono finiti in centri di riabilitazione. Sono un po’ protettivo con loro, forse perché penso che un giorno, quando sarò all’ospizio, loro potranno venirmi a trovare e mostrarmi i premi Oscar che hanno vinto!

Come sta procedendo il tuo lavoro su Hellboy?

Mi piacciono molto le graphic novel, e mi piacciono molto i primi due film, qui abbiamo la possibilità di fare qualcosa di più horror e dark e violento. Mi piace l’idea di utilizzare i supereroi come la mitologia dei nostri tempi, e mi piace l’idea di farne parte.

La seconda stagione di Stranger Things farà il suo arrivo su Netflix il 27 ottobre e sarà composta da nove episodi. Nella serie ritroveremo Winona Ryder, David Harbour, Finn Wolfhard, Millie Brown, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin, Noah Schnapp, Natalia Dyer, Cara Buono, Charlie Heaton e Matthew Modine, oltre ai nuovi arrivati Dacre Montgomery, Brett Gelman, Linnea Berthelsen, Sean Astin e Paul Reiser.

Trovate tutte le notizie, gli approfondimenti e le recensioni sulla serie nella nostra scheda.

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