Penny Dreadful ha chiuso i battenti alla fine della propria terza stagione nel 2016, lasciando i propri fan col dubbio sul destino di alcuni dei protagonisti: tra essi spicca Dorian Gray (Reeve Carney), personaggio desunto dal capolavoro di Oscar Wilde, che possiede un ritratto in grado di sobbarcarsi il peso di ogni sua azione viziosa e dell’inarrestabile processo d’invecchiamento.

Ricreare il celeberrimo ritratto che dà il titolo al romanzo di Wilde è stata una delle sfide più eccitanti per il creatore della serie, John Logan, e per il suo team. In un’intervista a Entertainment Weekly, l’autore ha dichiarato: “Di tutte le numerose sfide di Penny Dreadful, una delle più intense è stata provare a capire come diamine dovesse essere questo quadro. Quando ero alle prese con i precedenti adattamenti di tutti i grandi mostri e miti che abbiamo affrontato, che si trattasse di Dracula o di Frankenstein, mi sono ispirato alle precedenti versioni di queste creazioni.”

“Con Il Ritratto di Dorian Gray, ero perseguitato dal dipinto di Ivan Albright presente nel film della MGM [risalente al 1945, ndr],” ha proseguito Logan, “principalmente perché ho vissuto a Chicago per 25 anni. Il quadro era conservato all’Istituto d’Arte; lo vedevo ogni volta che ci andavo. E Ivan Albright è uno dei miei pittori americani preferiti, quindi ero sconcertato perché pensavo che avesse ricreato perfettamente, in un modo meravigliosamente artistico, ciò di cui Oscar Wild stava parlando. Quindi mi sono detto, ‘non possiamo farlo così, quindi dobbiamo inventarci qualcos’altro’.”

Le domande principali a cui Logan ha dovuto rispondere nell’approcciarsi alla creazione del ritratto sono state: “Come si può mostrare il peccato in un quadro? Cos’è il peccato? Come si manifesta? È una sorta di peste? Sembra una malattia? Presenta pustole? Presenta invecchiamento?” Lo showrunner decise di optare per una lettura più psicologica della questione: “Ciò che trovo struggente nel personaggi di Dorian Gray è il fatto che sia eterno. Vivrà per sempre, e trovo molto commovente la solitudine che questo comporta. Volevo che fosse un’immagine incredibilmente triste, solitaria, ossessionante, perché il vero dolore di Dorian Gray, per come la vedo io, aveva a che fare con la solitudine.”

Dopo un fallimentare tentativo di concentrarsi su un primissimo piano del personaggio, Logan si è sentito sggerire dal supervisore degli effetti visivi James Cooper di optare per un ritratto in CGI. Inizialmente, l’ipotesi non incontrò il favore dello showrunner: “Volevo che sembrasse moderno, ma desideravo comunque un dipinto. Non volevo inganni visivi e non volevo che sembrasse un effetto di computer grafica, cosa che naturalmente finì per essere.”

Cooper insistette, dicendo che l’elemento di provocazione del dipinto avrebbe potuto essere il movimento. In questa nuova prospettiva, l’attore Reeve Carney ha dovuto posare per migliaia di video in cui tentava di liberarsi dalle proprie catene, con ogni tipo d’emozione sul volto. Il risultato finale è stato poi renderizzato in modo da poter sembrare un dipinto realizzato a mano.

“Se avessimo continuato Penny Dreadful, avrei avuto una storia del passato di Dorian ambientata nella Francia rivoluzionaria,” ha rivelato Logan. La vicenda avrebbe visto il fascinoso, immortale personaggio “avere una storia d’amore con Saint-Just sotto l’ombra della ghigliottina.”

Proprio per questo, Logan richiese al reparto scenografia di realizzare alcuni ritratti di Eva Green in abiti di fine ‘700, ipotizzando una storia che includesse il personaggio di Vanessa Ives (interpretato dall’attrice francese) in una precedente incarnazione. Uno di questi dipinti è stato situato all’ingresso della stanza segreta di Dorian, benché questa storyline non sia poi mai stata affrontata nel corso delle tre stagioni di Penny Dreadful.

“Volevamo assolutamente che il suo dipinto segreto non fosse nella galleria,” ha spiegato Logan, “che ovviamente è piena di opere, ed è una delle mie immagini preferite, se non la mia preferita in assoluto visivamente parlando, di tutto lo show.” La stanza dove il ritratto magico era conservato è stata lasciata volutamente spoglia: un freddo ambiente circolare, con mura di mattoni.

Benché soddisfatto dal risultato finale del quadro, Logan ha ammesso di provare un vago rimpianto. “In un certo senso, son quasi dispiaciuto che l’abbiamo mostrato,” ha detto riferendosi al quadro, “perché penso che lo stimolo dell’immaginazione sia potentissimo, e che il mistero sia fondamentale. Credo ci sia un motivo se i greci mantenevano le scene di violenza fuori dal palcoscenico. Quando Clitennestra uccide Agamennone, l’azione si svolge fuori scena, perché la immagini in modo molto più orrorifico e cruento di quanto consenta la drammatizzazione. Credo che il ritratto di Dorian Gray sia un ottimo esempio di ciò, in cui il pubblico trasferisce molto più di quanto noi si possa mai creare.”

Fonte: Entertainment Weekly