Il terzo live di X Factor 2017 andato in onda ieri sera su Sky Uno ha messo in dubbio le nostre previsioni. Bando alle chiacchiere, Alessandro Cattelan apre la serata presentando i quattro giudici che raggiungono immediatamente le loro postazioni e si entra subito nel vivo della gara con le esibizioni dei dieci concorrenti rimasti.

Il tema della puntata sono le canzoni del nuovo millennio, quelle edite dal 2001 in poi, quindi scelta limitata per i giudici nell’assegnazione dei brani alle loro squadre. Si inizia con Camille, della categoria Under Donne e si ricade ancora nella pericolosa contaminazione rap. Levante affida alla sua concorrente “Royale” di Lorde e le chiede di scrivere una strofa, di suo pugno, da rappare. Visto il risultato forse sarebbe stato meglio concentrarsi sul brano che cercare variazioni che nulla hanno aggiunto alla canzone, facendo sembrare la ragazza una Missy Elliot dei poveri, anzi, molto poveri. Il pop rap non convince la Maionchi, né Fedez e neppure Agnelli che però trova che la ragazza sia stavolta una vera gnocca, seppure, in questa occasione, vocalmente poco espressiva.

Dopo di lei il terzetto dei Ros si mette alla prova con la hit mondiale “Supermassive Black Hole” dei Muse, brano non facile soprattutto se deve cantarlo una donna, ma Agnelli, giudice dei gruppi, crede fermamente nella band e anticipa già che al loro inedito ha partecipato proprio lo stesso produttore della rock band britannica. Camilla, la frontman, è brava con l’assolo di chitarra, ma la voce stavolta non va, è incerta, stona, lei cerca di compensare passeggiando in calze e mutande per il palco, tuttavia per la giuria è più che sufficiente. A questo punto ci sorge il dubbio che l’audio tv non renda onore a questi ragazzi.

Ma arriva il turno del nostro prediletto, l’over Lorenzo Licitra, a cui Mara Maionchi affida “Sere nere”, un successone di Tiziano Ferro che proprio lei stessa ha prodotto. Licitra ci ricorda per timbro, precisione ed intensità il compianto Alex Baroni. Fedez però parla di assegnazione suicida e ci va giù pesante con il ragazzo paragonandolo a Massimo Ranieri, neanche fosse una cosa negativa, definendolo classico e vecchio. Non tarda ad arrivare la lapidaria la risposta della Maionchi “ma che c***o dici?”. È evidente che i giudici temano questo concorrente e quindi cerchino di abbatterlo in tutti i modi.

Fedez cerca di alzare l’asticella dando a Samuel Storm, il migliore della sua squadra, “Super Rich Kid” di Frank Ocean e spingendo ai limiti le corde vocali del ragazzo nigeriano, sofferente per un’infiammazione fin dalla scorsa settimana. Tuttavia dalla scenografia studiata per lui da Luca Tommassini si capisce che tutti credono in lui. A parte il brano scelto, sconosciuto ai più, concordiamo con Agnelli che ritiene che Samuel abbia il miglior timbro di questa edizione, ma che non si sbatta a sufficienza per diventare un vero artista. È vero, è sottotono, ha lo sguardo triste e ci pare in fase calante. I giudici faticano a riconoscere quel fuoriclasse che hanno visto alle audizioni, Fedez ammette di avere rischiato e stavolta, secondo noi, ha toppato.

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Rock allo stato puro e bassissimo livello di rischio per i Maneskin alle prese con “Somebody told me” dei Killers, di sicuro l’esibizione più glamour ed interessante della serata. I quattro membri del gruppo sono già pronti per diventare dei teen idol, sono travolgenti, indubbiamente aiutati anche da luci ed effetti speciali, ma come si dice in gergo, ieri sera hanno davvero “spaccato”. Agnelli, non accettando la critica mossa da Levante riguardo il registro della voce del cantante Damiano, sottolinea che proprio la voce invece deve essere il segno distintivo immediatamente riconoscibile. Fine della pace anche tra Manuel e la sua vicina di banco.

Tra una manche e l’altra arriva il primo ospite della puntata, Michele Bravi, che ha iniziato la sua carriera proprio vincendo la settima edizione del talent show. La performance si apre con un filmato dell’edizione 2013 in cui Michele aveva cantato “Mad World” e a vederlo ora, artista affermato, ci pare che comunque quella rimanga una delle sue interpretazioni più significative.

Il caso umano Rita Bellanza, che all’inizio avevamo ipotizzato potesse essere una papabile finalista, sta iniziando a stufare e anche la sua giudice mostra segni di insofferenza nei confronti della ragazza dalla vita difficile. Forse proprio per questo motivo, Levante fa una scelta ruffiana assegnandole la celeberrima “Lost on you” di LP, ma anche condizionati probabilmente dal nuovo look sofisticato di Rita, non riusciamo a ritrovare in lei l’interprete di “Sally”, quella che ci aveva tanto emozionati ed appassionati alle audizioni. La voce è fuori controllo, Rita non è credibile, Mara Maionchi la sente monocorde, Fedez dice che una delle favorite è stata resa innocua e addirittura giudica l’esibizione la peggiore tra tutte le sue, così ci pensa Agnelli a riportate l’equilibrio definendo la concorrente poco convincente e attribuendo al brano la colpa di non valorizzarla abbastanza. In più ci si mettono anche il tono saccente e l’aria da maestrina di Levante che rischia di essere controproducente per le sue concorrenti, soprattutto se non brillano come ci si aspetterebbe facessero.

E mentre stavolta per le Under Donne assistiamo ad una gara tutta in inglese, Mara Maionchi insiste con la lingua italiana e per Enrico Nigiotti, che scherzando in un video vediamo impegnato ad esercitarsi nella scala pentatonica, sceglie “Il mio nemico” del cantautore Daniele Silvestri. Sebbene la cover sia rallentata rispetto all’originale, peraltro difficilissima da riprodurre, Nigiotti ci mette l’anima ed è convincente, ma Fedez che come un grilloparlante non concede un attimo di tregua ed è in versione criticatutto, attacca il ragazzo definendolo nazionalpopolare e scatenando di nuovo l’ira della giudice Over che non riesce a trattenere le parolacce e senza mezzi termini risponde “ma v******o”. E per Mara è guerra aperta anche con Agnelli che non vede identità nel ragazzo, né plasticità nella voce e quindi non lo trova adatto a stare in questo talent.

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La musica del terzo millennio prosegue con Sem&Stenn ed un pezzo degli MGMT “Electric feel“. Manuel Agnelli, a sorpresa, rivela di avere ingaggiato il duo per aprire il suo concerto con gli Afterhours che si terrà in primavera al Forum.

L’esibizione sexy ed ammiccante dei due ragazzi, alla terza settimana di live, sempre uguale a se stessa, inizia a risultare stucchevole, più immagine che sostanza o forse l’ammucchiata della coreografia, molto spinta, come sottolineato dalla Maionchi, soverchia un po’ le loro doti canore. Sicuramente la coppia sta seguendo un percorso ben definito, è unanimemente apprezzata e forse allora saremo noi che non capiamo nulla.

Incursione nel gossip quando Fedez, giudice Under Uomini, assegna al diciottenne Gabriele Esposito un brano di Mackelmore “Growing Up” composto per la figlia e così, già che c’è, ci ricorda che anche lui è in procinto di diventare papà e che questa canzone, di cui la sua fidanzata Chiara Ferragni gli ha fatto la traduzione completa, è diventata una delle preferite dei due futuri genitori. Parentesi leggermente autoreferenziale. Agnelli trova tuttavia che l’interpretazione di Gabriele non si avvicini neanche lontanamente all’originale, Levante definisce il tentativo di Fedez fallimentare, Mara Maionchi, usando toni più morbidi, è indulgente con il ragazzo poiché lo ritiene troppo giovane ed inesperto per una canzone di questo tipo. Tra Fedez ed Agnelli si apre una discussione sul “flow” di cui la Maionchi chiede una traduzione per i profani, ma solo Manuel le viene in aiuto spiegandole che si tratta del fraseggio sulle strofe.

Non riesce a riportare il sereno in giuria neppure Andrea Radice che canta il brano assegnato “Need a dollar” in maniera identica all’originale, ma con molta meno spinta. Si sfiora l’effetto bel karaoke. Agnelli prega la sua collega Mara di valorizzare il valido Andrea con un brano in italiano che possa mettere in luce le sue capacità, lei non la prende molto bene e lo accusa di essere molto cattivo nei suoi confronti, come Pierino la peste.

E prima di arrivare all’atteso ballottaggio finale è il turno dell’ospite straniero, Harry Styles, ex membro degli One Direction, band proveniente direttamente da X Factor Uk e con cui ha raggiunto un successo planetario. Lungimirante la scelta degli autori del nostro talent di farlo esibire, ieri sera, per ultimo, perché altrimenti avrebbe rischiato di oscurare tutti i concorrenti, nessuno escluso.

Il televoto manda all’ultima sfida i Ros e Sem&Stenn. Meritato il ballottaggio per i Ros, meno per il duo, perché l’esibizione peggiore della seconda manche ci è parsa essere quella di Rita, che evidentemente ha ancora tutto l’appoggio del pubblico. Lo scontro fra band è inusuale, Agnelli propone di andare direttamente al televoto e quindi in accordo con i suoi colleghi, votano tutti a caso e si va al tilt. Agnelli fa un predicozzo al pubblico, visto come il quinto giudice, e lo invita a prendersi le responsabilità delle proprie scelte ricordando che negli ultimi anni i vincitori del programma non hanno prodotto alcuna hit memorabile, mettendo quindi in dubbio le capacità di scelta del popolo di X Factor. Contro ogni aspettativa, dato che i Ros già la scorsa settimana erano arrivati ad un passo dall’eliminazione ed era quasi naturale e scontato che stavolta uscissero, il televoto elimina Sem&Stenn. Un risultato inaspettato, il loro giudice si intristisce, ma ripensando all’annuncio dato poco prima proprio da lui e che ora suona come un premio di consolazione per i due ragazzi, stai a vedere che Agnelli ha delle doti da veggente?
Intanto nel delirante mondo dello Strafactor il clima è più disteso grazie anche alla presenza del giudice ospite, il simpaticissimo attore Stefano Fresi. Le esibizioni dei tre concorrenti in gara sono davvero improbabili, assurda Marialuisa Pappalardo stonatissima quando canta e incomprensibile quando parla e disarmante la performance del duo Molotov. Mr Cik anche stavolta, con il suo blues barese, ha conquistato il nostro cuore. È lui il nostro candidato per il palco del Forum. Speriamo, in questo caso, di puntare su quello giusto.