Dopo la pausa per la midseason, Star Trek Discovery torna oggi con il decimo episodio, intitolato Despite Yourself e disponibile su Netflix. Diretto da Jonathan Frakes (il Comandante Riker di The Next Generation), l’episodio riprende da dove ci aveva lasciato il nono: la USS Discovery è saltata nello Spazio Inesplorato.

In attesa di proporvi la nostra recensione della puntata, vi proponiamo l’intervista a Jason Isaacs che abbiamo realizzato a Lucca Comics & Games. Con il celebre attore, che interpreta il Capitano Lorca, abbiamo parlato della serie, del suo personaggio e di cosa ci riserva questa seconda parte della stagione.

 

 

Prima di tutto, è un onore sia come fan di film che come serie tv. E siamo dei grandi fan di Star Trek: Discovery.

È una figata.

Siamo nel mezzo della stagione, la mia prima domanda è: nella conferenza stampa hai rivelato di essere un grande fan del franchise, e hai menzionato vari Capitani del passato che ammiri. Quale tra questi è il tuo preferito?

Kirk. Sono cresciuto vedendo Star Trek, per questo significa così tanto per me. Era tutto ciò che rappresentava un uomo per me, quando ero bambino. Era uno sbruffone, sicuro di sé, sexy, divertente, coraggioso, aveva umorismo… aveva un che di epico. E c’era il suo rapporto con Spock, che in sostanza rendeva la serie ciò che era: quel rapporto tra opposti era incredibile.

Il mondo di Star Trek è pieno di capitani che mettono l’onore e la federazione davanti a tutto. In questo senso il tuo personaggio sembrerebbe un outsider…

Io non la penso così. È il primo capitano che vediamo agire in tempo di guerra. La gente non si comporta nello stesso modo, la guerra cambia le persone. Ci sono necessità diverse.

E come hai sviluppato questa psicologia?

Dirò prima di tutto che si tratta di una guerra esistenziale, i Klingon vogliono spazzare via tutto, non solo l’equipaggio della mia astronave, ma tutti gli abitanti della Federazione. Parliamo di miliardi e miliardi di persone. Non penso che questi hippie della Federazione abbiano chiaro in testa cosa significa tutto questo, non penso abbiano capito il livello di pericolo. Ma fortunatamente hanno affidato a me questo lavoro, mi hanno dato la parte tosta, solo che mi hanno dato un’astronave scientifica e una manciata di esploratori. Sono pochi strumenti per risolvere la situazione, ed è molto frustrante, ci vuole molto impegno per cercare di far funzionare le cose come dico io. Ecco, su queste basi ho costruito il mio personaggio, il modo in cui si comporta e reagisce alla situazione.

Il nome del tuo personaggio, Gabriel Lorca, può ricordare quello ben noto poeta spagnolo Federico Garcia Lorca. È voluto?

No, anche se è il drammaturgo preferito di Aaron Harberts. Inoltre la serie è ambientata centinaia di secoli nel futuro, in una società dove le culture si sono mescolate, si sono fuse. Per questo la protagonista, che è una donna, ha un nome maschile. È come un riferimento a storie come quella di Blade Runner, dove nelle città capitali si parla un nuovo linguaggio.

Lorca non segue propriamente le regole, e questo è un aspetto che lo accomuna a Michael. Come descrivi il rapporto che c’è tra loro due?

Beh, va detto che non ci sono le stesse “regole” dello Star Trek tradizionale. Discovery è ambientato 10 anni prima delle altre serie, la Direttiva Prima non c’è ancora e la Federazione non è quella che conosciamo, questa è stata una mossa molto intelligente da parte dei creatori dello show. Le linee guida etiche sono più flessibili. Inoltre riconosco in Burnham una certa abilità nel guardare fuori dagli schemi, pensare in maniera non convenzionale. Per vincere questa guerra è necessario quel tipo di sguardo, per questo ci tengo molto ad averla nel mio equipaggio.

Il messaggio di Star Trek tradizionalmente è ottimista, positivo. In un mondo che sembra diventare sempre più cupo, pensi che ci sia la necessità di personaggi idealisti e ottimisti come quelli della saga o di qualcosa di più realistico?

Penso che non abbia senso proporre al pubblico qualcosa che gli sembra ridicolo. Il pubblico di oggi è sofisticato, molto diverso da quello degli anni sessanta. Ma viviamo in tempi difficili, tempi complicati che pongono delle sfide morali, in cui siamo divisi. Ci sono voci che vogliono separarci, voci di odio che si sollevano in tutto il mondo e che vengono da persone che desiderano il potere. Se raccontassimo una fiaba, scollegata dalla realtà, senza punti in comune con la cronaca, sarebbe una storia priva di importanza e di valore. Invece Star Trek Discovery tratta temi attuali… siamo in Europa e stiamo affrontando alla crisi dei rifugiati, poi pensiamo all’uomo che si trova alla Casa Bianca, a cui piace diffondere messaggi che dividono… il popolo si frammenta (basti pensare alla Brexit)… È il momento perfetto per il ritorno di Star Trek, per una storia che affronti temi affini a questi. E certo, magari l’obiettivo finale è qualcosa di positivo e ottimista, ma bisogna arrivarci.

Insomma, Star Trek non è solo escapismo.

Non lo è mai stato. La buona fantascienza è un modo per vedere da lontano il mondo in cui viviamo oggi, mettendo da parte i punti di vista politici, il contesto, e focalizzandosi su temi universali cercando di proporre delle soluzioni. Ma la cosa più importante è creare storie coinvolgenti che abbiano come messaggio il non arrendersi mai.

Hai lavorato a franchise giganteschi come Harry Potter, con budget incredibili, mentre fino a qualche tempo fa la televisione aveva budget ridotti. Questa serie, tuttavia, dimostra che qualcosa è cambiato… Quanto è diversa quest’esperienza per te?

Onestamente non c’è alcuna differenza tra fare un film a basso budget e una serie tv ad alto budget. C’è sempre il rapporto tra le persone, il resto è una questione di comodità: magari vieni pagato di più, hai più scelta a pranzo, hai una casa più bella. Il lavoro è lo stesso identico, che si giri su un iPhone o con cineprese costosissime.

Siamo a metà della stagione, cosa dobbiamo aspettarci soprattutto ora che la serie è stata rinnovata per una seconda stagione?

Una delle cose che rendono diversa questa serie dalle altre è che si tratta di un’unica storia da 15 ore. Questo ci permette di approfondire moltissimo i personaggi, i conflitti, le conseguenze. In passato ogni settimana ripartiva tutto da zero. Quindi potete aspettarvi che accadano cose sorprendenti, drammatiche, spaventose, commoventi… i rapporti diventeranno più profondi. Verrete colpiti da alcuni grandi eventi che avranno delle conseguenze. Ma non posso dire altro, perché sarebbe uno spoiler!

Che ne pensate? Ditecelo nei commenti!

Star Trek: Discovery segue i viaggi di Starfleet alla ricerca di nuovi mondi e nuove forme di vita, e in particolare, quelle di un ufficiale della Starfleet che dovrà imparare che, per capire a fondo il linguaggio alieno, dovrà per primo capire se stesso.

Protagonisti della serie Sonequa Martin-Green nei panni del Primo Ufficiale Michael Burnham e Michelle Yeoh in quelli del Capitano Philippa Georgiou. Con loro nel cast, oltre a Isaacs, anche Doug Jones in quelli dell’ufficiale scientifico Saru, Anthony Rapp in quelli di Stamets, Terry Serpico come ammiraglio della Starfleet Anderson, Maulik Pancholy come ufficiale medico Nambue, Sam Vartholomeos come ufficiale junior della Starfleet Connor, Mary Wiseman come cadetto Tilly, James Frain come Sarek, astrofisico e padre di Spock, Chris Obi come capo dei Klingon T’Kuvma, Mary Chieffo come comandante Klingon L’Rell, Shazad Latif come tenente Tyler, Rekha Sharma come comandante Landry, Kenneth Mitchell come Kol, Clare McConnell come Dennas, Damon Runyan come Ujilli, Rainn Wilson come Harry Mudd.

Nella serie, il Primo Ufficiale della Flotta Stellare Michael Burnham, primo umano a essere mai stato educato su Vulcano, viene forzata a prendere una decisione impossibile e difficilissima che avrà un impatto su tutta la Federazione.

Prodotta da Alex Kurtzman, Bryan Fuller e dalla Roddenberry Entertainment, la serie vede come produttori esecutivi Heather Kadin, Gretchen J. Berg, Aaron Harberts, Akiva Goldsman, Rod Roddenberry e Trevor Roth. Berg e Harberts sono gli showrunner.

Star Trek: Discovery tornerà su Netflix con un nuovo episodio ogni lunedì a gennaio 2018. Trovate tutte le notizie e le recensioni della serie nella nostra scheda.

 

 

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