Dopo due puntate di discutibili selezioni, Masterchef 7 entra nel vivo della gara con i venti prescelti che si contendono, con grinta, il titolo di migliore cuoco amatoriale d’Italia.

Si accendono finalmente le luci della cucina del cooking show e i concorrenti sono tutti schierati , pronti a dimostrare tutta la loro abilità e creatività, e stavolta dovranno veramente mettercela tutta per soddisfare i quattro esigentissimi giudici. Come dice Joe Bastianich “è solo puntando alla luna che si finisce tra le stelle“. Il premio in palio è di 100 mila euro in gettoni d’oro ma ciò che attira di più gli aspiranti chef è la possibilità di pubblicare un proprio libro di ricette, traguardo ambitissimo per colui o colei che diventerà il settimo Masterchef d’Italia.

La prima Mistery box di questa settima edizione viene così svelata ed è una scatola estremamente beneaugurante che nasconde al suo interno peperoncino, lenticchie, orata, riso, melograno, radice di loto, noodles, cotechino e bietole. Considerando che ci sono lenticchie e cotechino è facile indovinare il tema della prova, ma solo una tra i venti sfidanti capisce che si tratta di alimenti considerati portafortuna. Non a caso vengono proposti in questa prima puntata del nuovo anno, in cui anche i giudici si lasciano andare a considerazioni personali rivelandosi, a sorpresa, quasi tutti legati ad oggetti che, per scaramanzia, portano sempre con sé. Bastianich confessa di avere sempre in tasca una banconota che la sua nonna italiana aveva con sé quando emigrò negli Stati Uniti, mentre Barbieri, per tradizione di famiglia, fa in modo di avere nelle tasche una manciata di riso, simbolo di opulenza e benessere. Antonia Klugmann invece, amabilmente, dice che lei, la fortuna, se la va a cercare.

Dopo queste digressioni, torniamo alla prima prova che come sempre è la più significativa perché delinea subito la personalità dei nostri cuochi amatoriali dietro ai fornelli e ne mette in luce le caratteristiche. Bastianich si stupisce subito dell’alto livello raggiunto dai piatti degli sfidanti. Tre i piatti migliori quello di  Alberto che combina cotechino, biete saltate, frulla melograno e noci e caramella una radice di loto, quello di Denise che frulla le bietole e ci appoggia sopra l’orata e per finire lodi sperticate a Joayda che arrotola dei noodles attorno al pesce e lo frigge. La decisa ragazza dominicana appare subito un’abile stratega, fingendo umiltà e si aggiudica la prova, assicurandosi un importante vantaggio per il successivo Invention Test. E già che c’è sputa subito veleno contro Ludovica, che sostiene abbia parlato male di lei e la voglia buttare fuori. Joayda, dal nome impronunciabile secondo Bastianich, si rende già odiosa dopo dieci minuti di programma.

La seconda prova della puntata, il temuto Invention test, vede come protagonista la nuova giudice dello show Antonia Klugmann perché sotto le tre cloches ci sono gruppi di ingredienti che rappresentano la sua cucina strettamente legata al territorio da cui lei proviene. Alimenti che la giudice conosce, perché fanno parte della sua vita, ama ed utilizza come le erbe spontanee, gli affumicati e la frutta. Joayda sceglie la cloche che può in assoluto mettere più in difficoltà i suoi compagni e punta tutto su quei cibi che possono essere affumicati come la rapa bianca, la rapa rossa, la barbabietola, la carne di manzo, di maiale, la trota, il salmone, le cipolle e la patate. È poco probabile che tra i partecipanti ci sia qualcuno che abbia già utilizzato uno strumento professionale come l’affumicatore portatile e anche se la Klugmann mostra brevemente il procedimento, la riuscita della prova è davvero un terno al lotto per la sua complessità.

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Eppure nessuno si fa intimorire, nemmeno gli individui più mosci, come ad esempio Manuela, che con la sua insopportabile vocina e il tono flemmatico precisa subito che non può fallire perché la barbabietola, che sappiamo tutti essere uno tra gli ortaggi più schifati al mondo, quasi come i canditi del panettone, guarda caso è proprio il suo ingrediente preferito. Quando si dice la buona sorte! Così cucina un piattino dalla descrizione talmente pallosa e dal titolo dai rimandi disgustosi, tra cui un riferimento ai capelli ricci della vincitrice della Mistery Box, che fa passare la voglia di mangiarlo anche a Cannavacciuolo.

Arrivano anche le prime lacrime della serata e sono quelle di Giovanna, la maestra lasciata dal marito per la sorella, che, mentre cucina, dice di avere paura. Barbieri le viene in aiuto invitandola a chiudere il  sentimento negativo nel cassetto e provocando la commozione della signora. Questa manfrina stucchevole ci convince poco perché tanto sappiamo che più si dice timorosa, più siamo certi farà fuori tutti gli altri in men che non si dica. Ma probabilmente non la spunterà tanto facilmente contro il macellaio Antonino, uno che va dritto per la sua strada, anche se la sua cucina è un pochino datata, come gli fa notare chef Barbieri che gli suggerisce di evolversi e di non tirare a campare. Lui però capisce tirare le campane: un comico nato e ci fa morire dal ridere. La concorrente Kateryuna, come ha già fatto nelle selezioni, continua ancora con questa storia della sua cucina ispirata ai sapori della campagna in cui è cresciuta e ai profumi della sua terra. Stavolta tra patate e rape le va di lusso, ma vediamo cosa dirà quando le toccherà cucinare del pesce. Per quanto ci riguarda è un personaggio che ci ha già annoiati.

Il piatto di Ludovica, ipotetica acerrima nemica di Joayda, per Bastianich è “zero“, lei piange, parla di sé in terza persona e riattacca a dire che vuole rimanere nella Masterclass per dimostrare quanto vale. Ma Bastianich, in questa serata davvero incontenibile, massacra senza mezzi termini anche la genovese Simonetta paragonando il suo piatto ad una scatoletta di cibo per gatti. In effetti quel multistrato scomposto di barbabietola, patate e salmone è orribile a vedersi ed lo deve essere anche nel gusto. A dire il vero, tra tutti, abbiamo visto un sacco di pappette di barbabietole e trote e salmoni affumicati, nulla di sorprendente né innovativo.

Sarà per questo motivo che Giovanna, che deve avere magicamente superato in fretta le sue paure, con una tartare affumicata, vince questa seconda prova e viene immediatamente nominata capitana di brigata per la prova in esterna. I piatti peggiori invece sono quelli di Tiziana, che per ora si salva, di Ludovica, che va dritta al pressure test, e di Simonetta, che, già non avevamo capito cosa ci facesse nella classe,  come una meteora, così è apparsa e così se ne va, conquistando il primato di prima eliminata di questa stagione. E via una.

L’allegra combriccola si sposta per la prima esterna a Bologna, città natià di Bruno Barbieri e proprio all’ombra della torre degli Asinelli, 150 concittadini dell’abile giudice, tra cui volti noti come Syusy Blady  ed il comico Vito, si apprestano ad assaggiare e valutare le ricette cucinate dai diciotto concorrenti rimasti in gara.  Nel pieno centro della capitale gastronomica d’Italia, le due brigate, la rossa capitanata da Giovanna e la blu guidata da Davide, si sfidano a colpi di tagliatelle, fritto misto, crescentine con mortadella e raviole dolci.

In piazza regnano immediatamente confusione e nervosismo. Giovanna non riesce a coordinare il suo gruppo, né a dare i giusti ordini, sbaglia quantità e piange di nuovo, dall’altra parte un isterico Davide alza la voce, non riesce a seguire le varie fasi di preparazione dei piatti e si genera il caos. Italo è l’unico che mantiene la calma e riesce con signorilità a placare gli animi.  Al momento dell’assaggio dei piatti, i bolognesi non sono affatto soddisfatti delle pietanze servite e quindi si sceglie il male minore che stavolta è rappresentato dalla squadra blu, la cui vittoria viene annunciata da un paracadutista che scende dal cielo sventolando una bandiera di quel colore.

Giungiamo quindi al Pressure Test dove la brigata sconfitta arriva già col dente avvelenato e tutti i suoi componenti sono pronti a puntare il dito contro la  loro capitana, colpevole della loro disfatta per avere scelto il menu più difficile.

L’ultima prova della puntata è un test di conoscenza tecnica. Sul bancone sono allineati parecchi coltelli ognuno dei quali adatto a tagliare un ingrediente individuato tra quelli disposti lì accanto. E sono proprio i giudici chef a testare la lama sul cibo. Tutti all’inizio azzeccano l’abbinamento corretto, ma poi il coltello taglialimoni li manda nel pallone.

I concorrenti salvi raggiungono i loro compagni in balconata, mentre i quattro peggiori rimasti si devono confrontare utilizzando i coltelli per sfilettare un rombo e mondare con tagli precisi tra carote, cipolle, patate e erba cipollina. Dato che nessuno riesce a portare a termine la prova, ai giudici non resta che valutare qualità e quantità del taglio. La Klugmann scruta i lavori fatti con estrema severità, Giovanna si salva, e ci pare di capire che anche se viene rimproverata perché non riesce a mantenere self control, la vedremo ancora per molto, mentre, dopo la prova finale del Pressure, con la cottura degli alimenti tagliuzzati, Tiziana, la mamma bergamasca, è costretta a togliersi il grembiule.

Antonia Klugmann per ora è l’elemento più interessante di questa settima edizione, la sua presenza ha riportato il ruolo dei giudici, gli scorsi anni forse un po’ troppo offuscati dal personaggio di Cracco, alla giusta dimensione. Il centro di tutto è la cucina, non c’è spazio per i giochi e Antonia riconduce i suoi compagni sulla retta via.  Ci sembra che Barbieri, Cannavacciuolo e Bastianich abbiano recuperato la leggerezza perduta e la professionalità che a volte cedeva il passo a dinamiche che si innescavano ad uso e consumo della telecamera.

Ci aspettiamo anche però di vedere piatti memorabili, che per ora non si intravvedono neppure lontanamente. E speriamo che questo 2018 non sia l’anno della barbabietola!