Debutterà in lingua italiana il prossimo 30 gennaio su Sky Atlantic Mosaic, la nuova serie della HBO. Si tratta di un thriller in sei episodi curato dalla mano di Steven Soderbergh, già collaboratore con l’emittente per Dietro i candelabri, e sceneggiato da Ed Solomon (Men in Black, Now You See Me). Per presentare la miniserie si è tenuta a Milano una masterclass alla quale è intervenuto, tra gli altri, anche Len Amato, presidente della HBO Films, responsabile della supervisione su progetti come il già citato Dietro i candelabri, ma anche Recount, The Normal Heart e altri. Si è trattata di un’occasione per discutere, insieme anche ad Antonio Visca, direttore di Sky Atlantic, delle nuove frontiere della serialità.

L’incontro si è aperto mostrando i primi dieci minuti del primo episodio di Mosaic, la serie con Sharon Stone e Garret Hedlund. Si tratta di poche scene, dalle quali è difficile trarre un responso generale sulla serie, che ha comunque una forte impronta registica (e c’è un forte uso della fotografia) e che ci getta immediatamente in un’atmosfera da thriller opprimente.

Ecco gli spunti salienti emersi nel corso della masterclass e le dichiarazioni principali rilasciate da Len Amato. Sulla linea editoriale odierna di HBO:

L’elemento fondamentale è il coinvolgimento emotivo. La tv come istituzione può creare un’intimità diversa rispetto a quella della sala cinematografica. E possiamo affrontare determinati argomenti che magari in passato i produttori avevano timore ad affrontare. La nostra programmazione deve avere un senso, e deve sfidare sempre il pubblico, a volte creando una sorta di polarizzazione nel pubblico, come spesso i nostri film hanno fatto.

Sul ruolo avuto dai prodotti televisivi nell’avvicinare il piccolo schermo al cinema:

Il valore delle mie produzioni è sempre di stampo cinematografico. Lo si riscontra nella voglia di mostrare piuttosto che di raccontare, nella fotografia, nel regista o nel cast coinvolto. Poi la HBO non ha la necessità di portare gente in sala dato che lavora sugli abbonamenti, e questo permette di porre l’accento soprattutto sulla qualità. E in seguito tutti gli altri hanno seguito il nostro esempio, basta vedere come oggi gli attori e i registi passino senza soluzione di continuità dal cinema alla televisione.

Se il formato del film tv è più in grado di raccontare storie vere rispetto alle serie tv:

In realtà la cosa fantastica è che nel mondo in cui viviamo le storie più incredibili sono proprio quelle vere. E noi cerchiamo semplicemente le storie migliori, vere o no che siano. Quel che conta è la trama e l’identificazione con i personaggi, che sono la finestra sulla storia. Nel tempo abbiamo espanso le nostre fonti di ispirazione, ora ci sono anche i libri. La cosa importante è che ciò che è fiction sia in grado di sembrare vero, e che una storia riesca a parlarci in modo rilevante e pertinente rispetto a ciò che accade nel mondo.

Parlando di Mosaic, sulla sfida di portare in tv una storia sviluppata per una app:

Mosaic è una sfida notevole perché come prodotto va oltre i criteri classici della narrazione. Soderbergh voleva adottare una narrazione interattiva, da anni, e questo doveva essere lo step successivo dello storytelling. La cosa importante è che la storia dovesse alimentare la tecnologia, e non il contrario. Abbiamo creato una sorta di prototipo, da cui ancora stiamo imparando. Le persone potranno interagire direttamente con la storia operando le loro scelte. Quindi i singoli spettatori hanno la loro versione della storia. Dovete immaginare di avere uno script da sviluppare senza sapere che scelta prenderanno gli spettatori. E alla fine ci deve sempre essere coerenza e un senso, qualunque sia la scelta presa. Ed è difficile creare la storia senza sapere quale scelta seguirà, e questo ha creato una certa ansia nel team. Avevamo questa grande stanza piena di post-it, e stavamo un po’ diventando matti. Questa è una delle grandi sfide che abbiamo affrontato e che dà il tono dell’operazione.

Mosaic

Sul futuro della collaborazione tra HBO e Sky, risponde Antonio Visca:

Si tratta al momento di tre progetti. C’è The New Pope, che è una serie limitata come The Young Pope, che ha funzionato così bene da meritare un nuovo installment. Avremo poi Chernobyl e un altro annunciato da pochi giorni progetto che è Caterina La Grande, con un’attrice che non avrebbe bisogno di presentazioni: Helen Mirren.

E sulla programmazione in lingua originale seguita, e affiancata, a quella doppiata, prosegue:

Una larghissima parte dei nostri abbonati, e in generale del pubblico italiano desidera vedere quello che arriva dall’estero doppiato in italiano. Il nostro impegno è offrire il miglior doppiaggio alla migliore qualità possibile, ad esempio mantenendo le voci giuste per gli attori giusti. Diamo comunque la possibilità di fare entrambe le cose, per noi comunque rimane fondamentale il doppiaggio perché i numeri ci dicono che circa il 70-80% degli spettatori di Sky guardano le serie doppiate.

La sinossi di Mosaic:

La storia si concentra sulla brutale scomparsa di Olivia Lake, membro di alto profilo della pittoresca Summit, cittadina di montagna di una delle aree più impervie dello Utah. Autrice e illustratrice di successo di libri per bambini, la donna viene risucchiata in un vortice di inganni, bugie, corruzione e… omicidio.

Cosa ne pensate? Siete curiosi di vedere Mosaic? Fatecelo sapere nei commenti!