Ash vs Evil Dead?ritorna negli Stati Uniti con la terza stagione a partire dal?25 febbraio?sul network americano?Starz. In Italia sarà invece disponibile su?Infinity?dal 26 febbraio.

Noi di BadTV.it abbiamo incontrato a Los Angeles Ray Santiago, che nella serie interpreta Pablo Simon Bolivar, e Arielle Carver-O’Neill, che debutterà interpretando Brandy Barr, figlia di Ash J. Williams.

Cosa potete dirci di questa nuova stagione, davvero molto attesa? 

Ray Santiago: L’idea era di aspettare ad andare in onda dopo ottobre, ci sono tantissimi show horror in quel periodo. In un modo un po’ strano il nostro show è la versione moderna di una horror sit-com, decisamente sanguinosa. La cosa importante era riuscire a diversificare questo franchising, e sono contento ci sia una nuova ragazza nel gruppo, chiaramente con Kelly non ho avuto molto successo!  Adesso invece c’è anche la figlia di Ash che finalmente è pronta a ricevere sangue in faccia ogni singola puntata!  E non si è mai lamentata! 

Arielle Carver-O’Neill: Perché è stato divertente! 

Come sei stata presa per la terza stagione?  

Arielle Carver-O’Neill: Il mio manager americano mi ha mandato la parte quando ero in Australia, il mio paese. Poche settimane dopo sono volata in Nuova Zelanda dove ho incontrato i produttori e il regista, e gli attori del cast. Mi presentavano a tutti e la cosa mi rendeva nervosissima perché non avevano ancora la parte, mi mancava un’ultima audizione! E pensavo: “Oddio, sto incontrando tutti il cast, muoio di vergogna se poi non mi prendono!”. Per fortuna il giorno dopo ho fatto l’audizione con Rick e da lì poi ho lavorato per migliorare il mio accento. Subito dopo mi sono trasferita in Nuova Zelanda dove abbiamo girato per quattro mesi, da marzo fino a luglio.   

Come è stato girare in Nuova Zelanda? 

Ray Santiago: Meraviglioso! Io ci vivrei lì. Hanno un’estate fantastica anche se dura poco. Non c’è niente di meglio di fare un lavoro che ti permette di viaggiare e conoscere nuove persone. Qui ti alzi la mattina e tutti ti conoscono già, mentre in un nuovo posto puoi riiniziare a vivere la tua vita. Potrei ritirarmi là quando andrò in pensione 

Quanta ispirazione prendi dall’originale?  

Ray Santiago: Ero un fan degli horror, Evil Dead (La Casa) era uno di quei film che da bambino non avevo quasi nemmeno capito, ho dovuto rivederlo da teenager e da adulto. Ma il genere horror è stato in generale una costante della mia gioventù, mi piaceva imitare il mostro di turno o quello che scappava, mia madre pensava fossi pazzo. È un lavoro molto divertente, non facile però! 

E con Bruce come è andata 

Ray Santiago: Quando lavori con una persona come lui bisogna essere disposti a imparare molto, perché anche io come attore metto del mio nel gruppo ma di certo quello che ho da imparare è di più. Capire ad esempio i segreti per avere una lunga carriera. Quella di adesso è la parte migliore del nostro lavoro, non certo quando vai alle audizioni o quando diventi troppo famoso e non puoi nemmeno uscire di casa. Persone come Lucy Lawless e Bruce Campbell ne sanno moltissimo, e lavorare e imparare con loro è davvero un dono. 

Arrivare sul set di Ash vs Evidl Dead è stato come ti aspettavi?  

Arielle Carver-O’Neill: Non avevo idea di cosa aspettarmi onestamente, ma è andato anche oltre ogni immaginazione. La prima volta che ho incontrato Bruce mi ha detto: “Se non ti diverti vuol dire che non lo stai facendo nel modo giusto.” E aveva ragione, è stato il miglior consiglio di sempre. Guardare sia Lucy che Bruce è fantastico, ho imparato molto da loro.  

Ray Santiago: Loro due hanno avuto successo nella loro carriera ma allo stesso tempo sono anche riusciti a costruire una famiglia e una vita al di fuori del loro lavoro. Quando eravamo sul set nel tempo libero Bruce ci portava a fare attività, siamo stati in barca! Abbiamo fatto cene, serata di poker e bowling… Non potevamo chiedere di meglio.  

Arielle Carver-O’Neill: Nessuno di noi aveva la propria famiglia lì quindi siamo diventati molto uniti.  

Che rapporto avete con i fan? 

Ray Santiago: Al Comic-Con abbiamo la possibilità di interagire molto con loro. Una volta c’era questo fan che pur di entrare nell’ascensore con me ha abbandonato il suo amico in carrozzina di fuori! Gli ho detto: “Hey, non è il modo di fare! Adesso faccio una foto solo con il tuo amico!”. Questa generazione è diversa, da piccolo io non potevo interagire con le persone che vedevo in tv. Ora è diverso, lo puoi fare, vengono alle convention vestiti come te, ti dicono che è la prima volta che vedono qualcuno come loro in tv, piangono mentre ti parlano, cose del genere.  

Che progetti avete al di là della serie? 

Ray Santiago: Io sto lavorando a un progetto molto importante che si chiama…. Avere una vita! È diventato molto difficile riuscire ad avere una sorta di stabilità. Oltre a questo ho sviluppato una sceneggiatura per un film che vorrei girare a Orlando per raccontare quello che è successo al Pulse l’anno scorso. Inoltre sto scrivendo una sit-com che parla di una famiglia che vive nel sud del Bronx in cui i fratelli si chiamano tutti Ray.

Come mai proprio il fatto successo al Pulse? 

Ray Santiago: Perché sono portoricano, e perché sono gay. Quello che è successo in quell’occasione mi ha spezzato il cuore, le storie delle persone che sono stato uccise, il senso di umanità che ho sentito in seguito e che in genere si dimentica in fretta con tutto quello che succede e che sentiamo tutti i giorni al telegiornale… Ero in un gay bar questo weekend, sarebbe potuto succedere anche a me. Quando fai l’attore per molto tempo ti viene dato il copione con le tue batture, con la descrizione del tuo personaggio. Ma se vuoi davvero creare qualcosa di tuo devi chiederti quale storia vuoi raccontare. E io voglio raccontare quella. Mi piacerebbe anche essere nel cast.

Arielle Carver-O’Neill: Io invece sto adattando una vecchia rappresentazione teatrale per farne la sceneggiatura di un cortometraggio, ma poi con l’obiettivo di farlo diventare un lungo o una mini-serie, dipende da quanto vorrò sviluppare la storia. Si tratta di un bellissimo monologo che incredibilmente nessuno conosce.