Il lungo e soddisfacente percorso di Homeland si chiuderà, secondo quanto dichiarato ufficialmente, con l’ottava stagione; l’atteso ritorno della settima (e quindi penultima) stagione della serie è fissato per oggi, 11 febbraio, e lo showrunner Alex Gansa ha rivelato come l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti abbia influito sulla stesura di questo arco di episodi.

“Donald Trump non ha vinto Emmy per The Apprentice, ma dovrebbe vincerlo in quanto responsabile di una buona dose di cose incredibili trasmesse quotidianamente dalla televisione,” ha dichiarato Gansa, evidentemente non favorevole alla politica del presidente.

Gansa ha poi motivato la decisione di ambientare la settima stagione negli Stati Uniti, facendone una diretta continuazione della precedente. “È un arco narrativo di due stagioni, mentre l’ottava sarà una storia a sé stante.” Benché non ci sia ancora nulla di deciso sulla stagione finale, Gansa ha dichiarato di sperare in una conclusione ambientata in Israele, dove la serie iniziò (ricordiamo che Homeland è basata sulla serie israeliana Hatufim).

“Credo che, se fosse stata eletta Hillary [Clinton], non avremmo ambientato la settima stagione a Washington, D.C.,” ha spiegato lo showrunner. “Questo è ciò che vediamo 24 ore su 24 a telegiornale, ed è ciò di cui ci preoccupiamo tutto il tempo. Sarebbe stato folle non esplorarlo, non scavare nella politica di Washington, non trovare un presidente che fosse avversato dallo Stato Profondo e non provare a raccontare una storia collegata a ciò che sta accadendo nel mondo reale.”

Tuttavia, non dobbiamo aspettarci di vedere una precisa replica degli accadimenti reali in Homeland: “È una storia diversa, ma ci sono molti problemi comuni. In questo modo, possiamo commentare indirettamente ciò che sta succedendo nella vita reale. Non è una realtà alternativa, né una realtà parallela. È la finzione di Homeland, che speriamo possa essere pertinente con ciò che stiamo vedendo realmente succedere a Washington.”

Fonte: Variety