Se a causa di impegni improrogabili ed imperscrutabili vi siete persi, ieri sera, la finalissima di Masterchef Italia, procedete con la lettura e tra poco scoprirete il nome del vincitore della settima edizione del talent show. Sempre se non vi siete rovinati la sorpresa e siete andati a sbirciare sul web, e sarebbe un vero peccato perché mai come quest’anno è interessante capire come si sia arrivati all’incoronazione finale del miglior cuoco amatoriale d’Italia.

Si parte con alcuni flashback delle puntate precedenti e rivediamo concorrenti che non hanno di certo lasciato il segno e di cui, addirittura, ricordiamo a fatica la presenza. Ripercorrendo le puntate del talent culinario, un’edizione abbastanza sottotono rispetto a tutte le precedenti, la prima cosa che ci salta all’occhio è che quest’anno nessuno si è mai distinto per avere prodotto un piatto che abbia lasciato il segno. I tre concorrenti rimasti in gara, Kateryna, Alberto e Simone sono giunti fino a questo punto più per fortuna e incapacità altrui che per proprie abilità ed ora sono pronti a sfidarsi per realizzare il loro sogno di entrare nell’olimpo della cucina italiana.

I giudici li incoraggiano con trasporto, mentre li invitano a scoprire la Mistery box sotto cui si non si nasconde nulla di commestibile, bensì uno specchio, che per Joe Bastianich è “un amico sincero per che ride quando ridi e piange quando piangi“, mentre per Bruno Barbieri è un “oggetto che riflette la sincerità del proprio volto“. Il primo compito della serata è di cucinare un piatto memorabile e che rispecchi la vera anima del suo creatore.

Simone, con la voce rotta dall’emozione, sa che è il momento di risolvere i suoi dubbi, di lasciare da parte i tentennamenti e di dimostrare ciò che sa fare. Kateryna fatica a guardarsi allo specchio, ma poi dice di essere entrata nella Masterclass con tanta vergogna di sé, per le difficoltà linguistiche e per i suoi limiti, ma Bastianich corre subito in suo soccorso ricordandole che se è arrivata fin lì vuol dire che se lo merita. Alberto invece confessa che sotto la scorza di duro si nasconde un animo tenero e sensibile e all’improvviso si commuove pensando alla sua famiglia. Tre su tre con le lacrime in tasca ancora prima di incominciare e la parentesi introspettiva prende all’istante una piega molto stucchevole.

In questa prima prova, i concorrenti, dopo avere guardato bene dentro loro stessi, devono, con la massima libertà, cucinare il loro piatto migliore. Anche per noi telespettatori è giunto il momento di guardarli bene, ma solo per capire che cosa abbiano imparato realmente in questo lungo periodo. Memori di come si siano destreggiati con estrema paraculaggine in questi mesi, non ci stupiamo quando, con tutti gli ingredienti che ci sono a questo mondo, due su tre scelgano la seppia per la loro preparazione e Simone, con scaltrezza, approfitti dell’occasione per arruffianarsi Antonia Klugmann inserendo nel suo piatto la skuta, ingrediente di cui la chef è notoriamente appassionata.

In fase di esecuzione, sul banco di Alberto compare un temibile sifone che il ragazzo ammette di non avere mai utilizzato prima d’ora e con cui rischia parecchio, dato che, come fa osservare chef Barbieri, l’oggetto deve stare, tanto per iniziare, in frigo e non a scaldarsi sul bancone. Simone, puntando su estro e fantasia, tenta una sferificazione, ma chef Klugmann lo salva dal fallimento domandandogli se crede davvero sia il giorno giusto per provare una tecnica di cucina mai sperimentata. Anche Kateryna rischia uno scivolone pensando di servire nel piatto un raviolo aperto con brodo di funghi, ma Antonino Cannavacciuolo le fa prontamente notare che non è il caso di versare del liquido sul ripieno di una pasta. Il preziosissimo consiglio evita alla ragazza di commettere un errore madornale, e a noi pare già di capire che aria tiri.

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La seppia di Alberto si presenta impiattata alla perfezione e incontra il gusto dei giudici, i ravioli di Kateryna con seppia, ribes e funghi porcini sorprendono Antonia Klugmann che definisce il piatto delizioso ed elegante. Simone serve un filetto di maiale in crosta di pistacchi con salsa di pere e quenelle di skuta aromatizzata con salvia e ananas. Dopo gli assaggi, i giudici sono compiaciuti per il livello dei piatti e la personalità che esprimono, ma l’exploit audace e degno di uno chef viene riconosciuta, non tanto a sorpresa, ai ravioli di Kateryna che vince così l’ultima Mistery Box e conquista direttamente il primo posto in balconata.

Tocca ora ad Alberto e Simone confrontarsi con una sfida difficile alla presenza di un ospite speciale, lo chef stellato Pino Cuttaia. Da sotto la cloche compare un uovo di seppia su tartufo, uno dei piatti cult dello chef siciliano che i due giovani devono riprodurre destrutturando la seppia, come Cuttaia spiega, e rimodellandola in un guscio proprio come se fosse un vero uovo. L’unico supporto che hanno i due sfidanti per replicare correttamente il piatto è la possibilità di chiedere consigli direttamente allo chef. Lui spiega che la seppia deve essere ridotta in crema e spalmata sulle pareti del guscio, cotta con tuorlo in modo che una volta sgusciata assuma l’aspetto di un uovo, e da come lo dice sembra un gioco da bambini. Vista da casa pare una prova fantascientifica, invece i due concorrenti la superano grazie a destrezza e concentrazione. I giudici e l’ospite della serata sono soddisfatti, ma non finisce qui perché arriva immediatamente un altro chef famoso a testare le capacità degli aspiranti cuochi. Entra in studio Anthony Genovese con un piatto di ispirazione thailandese complicatissimo, composto da una miriade di ingredienti tra cui gamberi, cocco, cioccolato, zenzero, kefir, polvere di corallo, glucosio, dashi, panna montata, bisque, mango, riso, un mix di sapori unico da riprodurre fedelmente. Alberto è il primo a chiedere aiuto allo chef, che è preciso nel fornire le informazioni richieste e nota con piacere che il ragazzo è molto organizzato, a differenza di Simone che è nella confusione più totale.

Nel piatto di Simone manca il cioccolato, il disordine del suo banco di lavoro, secondo Cannavacciuolo, rispecchia il suo disordine mentale, invece il metodico Alberto, rispettando la filosofia del piatto che, per stessa ammissione del suo ideatore, non è di certo facile, assembla la pietanza in modo corretto. Ma non c’è il due senza il tre, dice Barbieri, e i due giovani, ormai con energia in esaurimento, devono prepararsi a cucinare il terzo piatto, sotto la guida di Norbert Niederkofler, il celebre cuoco altoatesino. Anatra muta alla brace, salsa di orzo fermentato e salsa di anatra con bacche di sambuco, questo è il piatto da replicare che alla vista sembra fattibile ma dopo un attimo mostra insidie pericolose. Alberto di nuovo è il primo a chiedere un aiutino allo chef tristellato, mentre Simone sembra quasi volersi liberare dell’esperto il più velocemente possibile per lavorare e raggiungere l’agognato obiettivo. I due piatti riescono bene, piacciono a tutti ma arriva il tempo di decidere chi affiancherà Kateryna nello sprint finale. E già non si capisce perché lei si sia guadagnata la balconata con un solo piatto mentre i due ragazzi abbiano dovuto sudare sette camicie per conquistarsi l’altro posto da finalista. Con somma delusione di Alberto, è Simone il vincitore di questa seconda manche. Antonia Klugmann cerca di consolare il concorrente sconfitto visibilmente arrabbiato che tenta di resistere ma poi si lascia andare ad un pianto liberatorio.

Nel frattempo, come tradizione vuole, per la sfida finale di Masterchef la balconata si popola di concorrenti di questa edizione e dei parenti dei due finalisti che adesso si devono cimentare nella sfida gastronomica più ardua: la presentazione di un menu degustazione completo che sia espressione della loro personalità e che descriva il percorso fatto. Kateryna, con la consueta cantilena, riattacca con la sua infanzia trascorsa tra bosco e campagna e il suo menù rappresenta un connubio tra passato e presente, che racchiude le tradizioni dell’Ucraina, suo paese di origine, e dell’Italia, la sensazione della prima volta, due anni fa, in cui ha visto il mare, la scoperta dei pesci d’acqua salata e della pasta fatta in casa, quasi la storia della piccola fiammiferaia.

Simone spicca invece per originalità parafrasando la formula di Einstein e chiamando il suo menu S=mc2 incentrandolo sui sapori del territorio e nozioni apprese nella Masterclass. Il ventenne dice di non sapere ancora che sarà del suo futuro, ma di certo ha capito che gli piace cucinare. Ma l’angolo del confessionale è terminato, si aprono le porte ed entrano i cestini degli ingredienti consegnati a Kateryna dal fratello, che non vede da tre anni, e a Simone dai suoi amici di Montecosaro, il paese in cui è nato, vive ed a cui è fortemente legato. I familiari sono stati chiamati per dare la carica ai concorrenti prima dell’ultima esibizione dietro ai fornelli. Ingredienti pronti e libero accesso alla dispensa, si parte, la battaglia decisiva prende forma. E ritroviamo tra il pubblico di concorrenti quella vecchia volpe di Italo, stavolta sotto forma di gufo professionista che, non appena osserva che facendo le cose in modo troppo veloce, si rischia di farsi male, zac, Kateryna, per la prima volta da quando è nella Masterclass, si taglia. Ed un taglio, in questa fase della sfida, può essere un grosso handicap.

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I piatti vengono via via serviti ai quattro giudici per l’assaggio. Simone, dopo un’entrèe di olive ascolane con concassè di pomodori alla vaniglia, serve un gazpacho con peperone sedano e mela e vongole affumicate a cui dà il buffo nome guarda come vongolo, a seguire ravioli ripieni, denominati il cappellaccio matto , di melanzane perline con fonduta di parmigiano e polvere di pomodoro, un petto di quaglia con foie gras e per dessert, un dolce far niente di pasta meliga sbriciolata con pesche in vasocottura e ricotta.

Kateryna risponde con uno scenografico gambero affumicato con crema di topinambur, aceto e polvere di caffè, per antipasto un trancio di temolo con funghi,fiori e miele, per primo piatto ravioli con ricotta, borragine , scampo e barbabietola, per secondo rana pescatrice con asparago bianco e per concludere una spuma al lampone con sorbetto alla mandorla.

Kateryna sbaglia la cottura della coda di rospo, il dolce di Simone si presenta sciapo e servito male, tuttavia i piatti superano ogni previsione degli chef, e quando la benevolenza dei giudici sembra tutta rivolta alla piagnona, veniamo allietati dal colpo di scena più gradito ed inaspettato. I quattro giudici proclamano vincitore Simone che, incredulo, gioisce a modo suo per questa vittoria meritata. A dire il vero ci pare che il premio sia un incoraggiamento alle potenzialità inespresse del ragazzo, più che un riconoscimento alle sue capacità innate ed acquisite. Ma lui ci piace così com’è, semplice e onesto e ci intenerisce quando dice, anche ora che ha vinto cento mila euro e a breve pubblicherà il suo libro di ricette, che il suo primo pensiero va al cane Rocher che non vede l’ora di riabbracciare e coccolare. Tirando le somme, buona la prima per Antonia Klugmann che ci auguriamo venga riconfermata per la prossima edizione e intanto l’appuntamento settimanale con Masterchef non finisce qui. Dal prossimo giovedì, non prendete impegni: tutti sintonizzati su Sky Uno per l’apertura delle porte della cucina di Celebrity Masterchef. Orietta Berti ed i suoi compagni vip, sotto l’occhio vigile di Joe Bastianich, Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo, ci attendono per nuove entusiasmanti sfide ai fornelli.