Il 25 aprile The Handmaid’s Tale tornerà su Hulu e finalmente il pubblico potrà vedere cosa è successo a Moira (Samira Wiley), ora che ha raggiunto il Canada e si è riunita con Luke (O-T Fagbenle), marito della protagonista June (Elisabeth Moss). “In questa stagione la vediamo lavorare al centro per rifugiati e aiutare i fuggitivi a passare il confine”, dice Wiley. “Vediamo che ci sono due lati diversi in questa situazione: ci sono degli aspetti meravigliosi, come l’essere libera e avere l’assistenza sanitaria e un appartamento, ma l’altra parte è più difficile. Non conosco nessuno, non capisco quale sia la mia identità in questa nuova terra. Sono persa e non ho niente intorno a me che sia familiare. Per una donna – specialmente per chi ha dovuto fare cose inenarrabili per sopravvivere – è uno shock.”

La serie Hulu è sempre sembrata un’eco diretta degli avvenimenti di cui riceviamo notizia nel mondo reale. “Amo essere coinvolta in progetti che siano così rilevanti per i tempi in cui viviamo”, afferma Wiley. “Semplicemente, non sapevo che sarebbe stata così rilevante. Ha un’importanza folle.”

Una delle cose che Wiley ama di più dello spettacolo è lo spirito di solidarietà femminile. Il che va al di là di ciò che viene inscenato davanti alla telecamera; la produttrice e protagonista Elisabeth Moss e il resto del team erano d’accordo sul fatto che lo show avrebbe dovuto essere composto da quante più donne possibile. “Era un problema non negoziabile per noi”, dice Moss. “È davvero importante, non solo per dare l’esempio di come e perché dovrebbero esserci più donne dietro la telecamera in ruoli di potere, ma anche per il contributo che apportano alla serie.”

Tra The Handmaid’s Tale e la sua precedente partecipazione a Orange Is The New Black, Wiley non può immaginare un modo di lavorare diverso da questo. “Penso di essere un po’ ingenua su cosa sia realmente la TV. Ogni singolo regista della scorsa stagione su The Handmaid’s Tale, tranne uno, era una donna. Il team degli sceneggiatori è fondamentalmente composto da donne. Su Orange gran parte dei produttori erano donne. Penso che faccia la differenza. Aiuta un sogno più grande”, dice. “Mi piacerebbe pensare a me stessa come a un modello per ragazze che mi assomiglino e che si sentano come me. Possono guardarmi e dire, lei ce l’ha fatta, significa che posso farlo anch’io. Per me era Angela Bassett – era una donna di colore che potevo ammirare. Era ciò che sognavo di diventare.”

Fonte: Entertainment Weekly