A partire dal 25 maggio è disponibile su Amazon la serie Picnic at Hanging Rock, tratta dal romanzo scritto da Joan Lindsay nel 1967.
Al centro della storia, già diventata un film diretto da Peter Weir, c’è la scomparsa di quattro ragazze durante un picnic.
La sceneggiatrice Beatrix Christian e la regista Larysa Kondracki hanno svelato che non è stato facile decidere di realizzarne un altro adattamento per lo schermo. Entrambe, tuttavia, rileggendo il libro hanno sentito che era necessario raccontare nuovamente la storia perché c’era la possibilità di approfondire i personaggi e proporre un racconto profondamente australiano al pubblico internazionale.

Christian, intervistata da Variety, ha dichiarato:

“Il libro anticipa realmente i tempi. Ha degli elementi un po’ in stile crimini realmente accaduti, ma è anche una storia delle persone che devono affrontare la scomparsa di queste ragazze. Da questo punto di vista è simile a show come Broadchurch o The Killing, in cui si sta in realtà studiando le persone che hanno subito delle conseguenze a causa del crimine, anche se in questo caso nessuno sa se è stato realmente commesso. Ci sono dei dettagli davvero interessanti e molte informazioni che ovviamente non potevanno essere presenti nel film per questioni di tempo. Volevamo tutti conoscere un po’ di più le ragazze”.

L’adattamento in sei parti approfondirà quindi le motivazioni delle ragazze che, tra le pagine, sono in un certo senso sottovalutate:

“Erano delle studentesse, quindi pensavano che qualcosa fosse successo, nessuno ha ipotizzato ‘Sono state loro a fare qualcosa?’. Era in un certo senso affascinante perché se tre o quattro ragazze scomparissero ora da scuola si penserebbe velocemente ‘Che cosa potrebbero aver fatto?. Ma all’epoca erano viste come delle persone passive, un oggetto a cui qualcosa sarebbe accaduto. Volevamo quindi esplorare quello che sembravano nel libro e svelarlo un po’ di più”.

La regista, invece, ha raccontato di aver avuto un approccio alla storia ispirato ai film di Stanley Kubrick e a Schegge di Follia, oltre a volere delle interpreti che la aiutassero a mantere la storia realistica:

“C’è quella intelligente, quella divertente, quella bella… ma queste ragazze scompaiono e vedrete nel secondo e terzo episodio che si fondono, diventano una forza unica. Per me si tratta di un elemento pieno di speranza perché sicuramente non credo di aver smesso di crescere ed evolvermi come essere umano. E’ stata un’esperienza davvero interessante realizzare lo show perché ti permette di riconciliarsi con te stessa. Si inizia con ‘Questa ragazza è esattamente così’, poi imparano tutte una dall’altra e diventano una persona sola, penso sia qualcosa in grado di ispirare”.

Kondracki ha inoltre tratto ispirazione dalla preside Hester Appleyard interpretata da Natalie Dormer:

“Sta semplicemente cercando di dare loro quello che non ha avuto e di imparare come rimanere fedele a se stessi. Quello è il messaggio dello show”.

La donna, inoltre, cerca di fuggire dal proprio passato senza riuscirci realmente e considera quelle ragazze come tutto quello che poteva essere senza esserci mai riuscita.

La serie è stata sviluppata per mantenere inoltre un senso di ambiguità, raccontando la storia ma non rivelarne tutti i dettagli per lasciare agli spettatori la possibilità di avere una propria teoria, lasciandoli con un epilogo emotivamente soddisfacente e alcuni dettagli su cui discutere e ipotizzare.

Che ne pensate? Seguirete la serie?

Fonte: Variety

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