Si è parlato di quanto il 2017 sia stato un anno appropriato per i temi descritti in The Handmaid’s Tale:
Purtroppo, sì. Non ne sono felice, del fatto che siano temi così riconoscibili. Ma senza dubbio tutti noi che ci siamo svegliati il 9 novembre (giorno dell’elezione di Trump, ndr), quando eravamo nel mezzo delle riprese della prima stagione, avevamo capito di trovarci in uno show diverso. Anche se nulla era cambiato, la prospettiva era diversa. Sarebbe stato visto diversamente, e così è stato.
In particolare la Atwood ha commentato positivamente la complessità raggiunta dai prodotti televisivi, nuovi formati, minutaggio più appropriato, che permette di raccontare storie in modo migliore. Ed è quel che è accaduto con l’adattamento di Alias Grace, che all’inizio doveva essere un film, ma poi è stato trasformato in una miniserie. A questo proposito, la scrittrice ha anche sottolineato la bravura di Sarah Gadon, capace di interpretare un personaggio complesso e inafferrabile.
Su The Handmaid’s Tale, le è stato chiesto come si è sentita riguardo all’ampliamento delle vicende narrate nel romanzo. La scrittrice ha dichiarato che questo rende più interessante leggere gli script. Ha commentato come alcune volte abbia segnalato nello script delle svolte ritenute troppo violente, cose che non avrebbe voluto vedere poi concretizzarsi nello show, ma non sa se i suoi consigli sono stati accettati dato che ancora non ha visto l’intera seconda stagione.
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Fonte: THR
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