In una lunghissima intervista pubblicata in occasione del Comic-Con di San Diego, Deadline ha parlato con Kurt Sutter, il creatore di Sons of Anarchy e dello spin-off Mayans M.C. che andrà in onda su FX a partire dal 4 settembre.

Vi riportiamo i passaggi più interessanti:

In Mayans M.C il personaggio principale, EZ (JD Pardo) sta cercando di diventare un membro, e tu tiri tutta una serie di fili aggrovigliatissimi che creeranno un grande conflitto lungo questo percorso. Non fu lo stesso in Sons of Anarchy quando incontrammo per la prima volta Jax (Charlie Hunnam).

Non c’erano. Per Jax era più una crisi emotiva che di circostanze, ma la mia sfida in tutto questo era rendere la serie diversa da Sons, pur mantenendo un aspetto abbastanza familiare. Come passare da una mitologia a un’altra senza sembrare derivativo. Mi piaceva l’idea di vedere una sorta di ascesa di Tony Montana. Jax iniziava come principe, e la storia divenne lui che doveva conquistare il trono. La sfida più grande con lui, nelle prime due stagioni, visto che era Amleto… era capire cosa fare e cosa non fare. Avevo un eroe in costante azione, nonostante la crisi emotiva che veniva generata da ogni circostanza.

[…] Avevi una visione per questo pilot, e dovevi dirigerlo. Sono cambiate molte cose e hai dovuto fare dei recasting, capitò lo stesso quando rimpiazzasti Scott Glenn con Ron Perlman. Perché? Cosa cercavi in Mayans che non hai trovato al primo tentativo?

Con il primo pilot sono successe un paio di cose. La prima è dovuta al fatto che siccome sono ossessionato dai dettagli, ho imparato che è davvero difficile per me rimanere dietro la cinepresa e guardare la storia… una volta terminato il pilot che avevo diretto, mi sono reso conto che mancava un certo tono, soprattutto nelle scene visivamente più coinvolgenti. E invece quelle che avevano il tono giusto non erano visivamente coinvolgenti per un pilot. In pratica non era stato raggiunto il tono e lo stile visivo adatto, ed era mia responsabilità arrivarci. Con Sons finimmo per rigirare il 90% del pilot, e così è successo con Mayans. Non si è trattato tanto di scelta degli attori, erano problemi di script. Mi sono reso conto che siccome in Sons i personaggi femminili erano così forti, e quel triangolo materno/paterno era così forte, stavo cercando di inserire una cosa simile in questa storyline. C’era questa figura materna, il problema non aveva nulla a che fare con l’attrice che interpretava la madre, ma col fatto che cercavo di non renderla Gemma… e in questo modo il personaggio è uscito molto bidimensionale. Così ho capito che è la storia di due figli e un padre, e quel personaggio materno è diventato storia, un catalizzatore emotivo per gli uomini. Non era di quello che doveva parlare la serie. Così abbiamo rimpiazzato John Ortiz con Michael Irby, era tutto nella sceneggiatura perché quel Bishop era un po’ più indeciso. Era sotto l’ala di Alvarez (Emilio Rivera di Sons). Ci siamo resi conto poi che avrebbe indebolito il potere di quell’MC, e così abbiamo cambiato quel personaggio trasformandolo in un militare, più aggressivo: John non era la scelta giusta. Non era un problema di interpretazione.

Erano problemi di sceneggiatura, e così come per Sons ho avuto la possibilità di riscrivere tutta la sceneggiatura e rigirare inserendo nuovi attori. Questo non avrebbe giustificato il mio ritorno dietro la macchina da presa, e avevo già coinvolto Norberto Barba come produttore esecutivo, e così affidato la cosa a lui visto che stavamo già lavorando a stretto contatto. In questo modo avebbe potuto anche lasciare il suo segno.

[…] La serie inizia tre anni dopo il finale di Sons, e la loro presenza sembra volteggiare in continuazione. Quanto vedremo del vero club, visto che non vuoi che la serie sembri un Sons latinoamericano?

Sono sempre stato protettivo con la mitologia di Sons of Anarchy, anche quando volevo che rimanesse nella mente dei fan senza essere alterata. Penso di poter tornare in quel mondo senza commentarlo. Abbiamo girato delle scene a San Bernardino, dove girammo un capitolo di Sons, e abbiamo deciso di coinvolgere Robert Patrick per inserire un volto conosciuto da parte dei fan della serie. È stata una coincidenza, ma ci piacerà fare cose del genere, le due serie si intersecheranno col tempo. La mitologia di Mayans sarà indipendente, ma sarà semplice tornarvi. Non voglio che sembri un trucchetto, comunque.

[…] Hai dichiarato di vedere la saga di Sons divisa in quattro capitoli, questo è il secondo. Sembra l’universo Marvel dei motociclisti… Ti interessa ancora raccontare la storia in cui John Teller lascia il Vietnam e inizia Sons con Piney e Clay e Gemma sullo sfondo?

Sì. Una delle cose belle di mayans è che faremo cose che non abbiamo mai fatto in Sons, come i flashback. Per come è fatto EZ, per come funziona il suo cervello, ha senso. E questo imposterà il prequel che hai menzionato. Ne ho parlato con John, penso che proveremo a farlo tra un paio di stagioni, e sarà il terzo capitolo, composto solo da una decina di episodi. Non riesco a immaginarlo come una serie più lunga. Inizierà in Vietnam, sarà incentrato sulla formazione del club e poi finirà quando l’ultimo dei nove originali si unirà. Ovvero Clay. E se sarò vivo quando Mayans sarà finito, ci rifletterò e potremmo impostare qualcosa. jax non ha distrutto tutte le copie del manoscritto di John Teller, a un certo punto potremmo avere il personaggio di Drea ancora in giro con i ragazzi, e anche il personaggio di Jimmy Smit. Quindi a un certo punto ci potrebbe essere una storia tra fratelli con Able e Thomas di ritorno a Charming, dove tutto ebbe inizio. Se sarò ancora vivo, potrebbe essere l’ultimo capitolo.

Sutter ha parlato anche dello sfortunato destino di The Bastard Executioner, cancellata dopo una sola stagione:

È successo questo. Adoravo la serie, per me è stato come pulirmi il palato dal sapore di Sons, passare dallo scrivere una serie criminale con un gergo urbano a… sostanzialmente il pentametro giambico. Alla fine è stata tutta colpa dei soldi. Era una serie costosissima, nonostante gli sgravi fiscali in UK e in Galles. A causa della violenza, non riuscivamo a venderla. Ecco il problema. Non c’erano acquirenti internazionali, sono sicuro che io e Brian Grazer avremmo potuto trovare un’altro network, magari Netflix… ma per me, se alla gente non interessa, se la gente non vede la tua serie… la sensazione è che siano tentativi disperati. E così ho pensato a come sarebbe dovuta finire. John Landgraf e il network erano più tristi di quanto non lo fossi io, amavano la serie. Io ero solo stanco. È stato bellissimo lavorare con queste persone, ma è stato meglio guardare oltre.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

I protagonisti fanno parte di un altro gruppo di motociclisti, pur essendo all’interno dell’universo di Sons of Anarchy. L’ultimo arrivato Ezekiel “EZ” Reyes (JD Pardo) si è unito alla gang dopo una consegna di un carico di droga a Las Vegas andata male quando il carico è stato preso in ostaggio da un gruppo di uomini armati. Nel video presentato al festival è stato inoltre introdotto Felipe Reyes (Edward James Olmos), il padre di Ez che sarà una figura patriarcale all’interno della serie.

Lo spinoff si svolge tre anni dopo l’epilogo di Sons of Anarchy e si accennerà a quanto accaduto a Jax Teller (Charlie Hunnam).

Sutter ha assicurato che non si tratterà di una serie a sfumature politiche pur affrontando degli eventi ispirati al mondo reale, come accaduto nello show originale, soprattutto considerando che i protagonisti vivono ai confini degli Stati Uniti.

Il creatore della serie ha sottolineato di aver ideato Mayans MC in modo che sia indipendente da Sons of Anarchy, pur non escludendo del tutto la possibilità che alcuni personaggi della serie abbiano dello spazio nello spinoff.

La serie debutterà su FX il 4 settembre 2018.