Sharp Objects ha esordito l’8 luglio con un episodio cupo e inquiestante, letteralmente strabordante di echi e messaggi nascosti, misteri intuibili ma ancora sfuggenti, storie con contorni sfocati. Come suggerito dal titolo, si tratta di una serie ricolma di parole graffiate sulla sua superficie.

Come scopriamo nell’ultima scena della premiere, Camille Preaker (Amy Adams) incide parole sulla sua pelle, trasformandosi in un dizionario vivente del dolore. Scrive le sue parole interne all’esterno, nominando e definendo la sua storia sul corpo. Prima della sconvolgente conclusione della puntata, tuttavia, molte di quelle parole sono già visibili in altre inquadrature, nascoste in bella vista, mostrate in pochi frame per poi sparire subito dopo.

Molte di quelle parole sono allucinatorie e appaiono in posti impensabili. Altre risultano invece perfettamente collocate, ma comunque figlie di una precisa scelta stilistica da parte di Sharp Objects, veicolo di messaggi o meri ricordi lessicali della protagonista.

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Il primo che vediamo sembra completamente innocuo. Camille (o qualcun altro) ha usato puntine da disegno per scrivere “ASK!” sul divisorio del suo cubicolo nell’ufficio della sua redazione a St. Louis. È esattamente il tipo di cosa priva di senso che chiunque potrebbe fare seduto alla propria scrivania. L’imperativo sembra spronare lo spettatore a porsi domande sui misteri della serie, così come Camille pone domande per la sua indagine.

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Ora entriamo nella parte più triste del vocabolario di Camille. Ci sono molte parole graffiate sulla scrivania della ragazza, ma le due più visibili sono “BAD” e “A DRUNK”.

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Questa è la prima delle parole chiaramente allucinatorie. Potrebbe facilmente essere qualcosa di scarabocchiato sulla macchina sporca di Camille con un dito, ma non c’è nessuna parola sul cofano nei primi fotogrammi, e poi appare all’improvviso.

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Visibile su un cartello autostradale quando Camille va da St. Louis a Wind Gap: “Ultima uscita per cambiare idea”

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Questo non è un’allucinazione, ma è un esempio del modo in cui Sharp Objects utilizza il linguaggio scritto come parte del suo design visivo. In uno show in cui sappiamo già di una ragazza assassinata e un’altra scomparsa, nonché della sorella defunta di Camille e di altri misteri del passato della donna, un cartello con scritto “NON ESSERE UNA VITTIMA” appare particolarmente azzeccato.

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Un altro degli scherzi di Sharp Object: c’è un cartello sulla consapevolezza di quanto alcol si possa gestire in agguato dietro un bicchiere vuoto nel bar di Wind Gap.

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Poco prima che Camille si addormenti nella sua auto fuori dal bar, il suo impianto stereo mostra un messaggio: “SBAGLIATO”.

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Uno dei dettagli più tetri della puntata: quando Amma mostra a Camille la sua inquietante casa delle bambole che riproduce la villa padronale di Adora, la parola “GIRL” è brevemente visibile, graffiata su una delle perfette repliche dei quadri della casa. Pende proprio fuori dalla camera di Camille.

Come detto, nella scena finale dell’episodio Sharp Objects ci regala una rivelazione familiare a chiunque abbia letto il romanzo di Gillian Flynn: la pelle di Camille è ricoperta di parole incise con oggetti appuntiti. Nell’inquadratura conclusiva possiamo vedere il titolo dell’episodio, “VANISH,” evidenziato sul braccio della ragazza.

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Queste immagini inquietanti e allucinatorie non sono, tuttavia, dei veri e propri indizi. Sono inquietanti easter egg che restituiscono allo spettatore il senso del mondo mentale di Camille. Sono mimetizzati nelle immagini e facili da perdere, ma visibili, versioni scritte di tutto ciò che Sharp Objects ci sta già mostrando, esplicitate nel linguaggio.

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Fonte: Vulture