Ancora nessun annuncio ufficiale, il nome dell’atteso nuovo quarto giudice tarda ad arrivare, molte voci di corridoio, nessuna conferma, quindi ci teniamo i giudici che abbiamo e ci mettiamo comodi a guardare la lunga sfilza di speranzosi giovani e meno giovani convinti di possedere quell’X Factor che farà di loro delle star.

Penultimo appuntamento con le audition, diminuiscono sempre di più le chances di accedere ai Bootcamp e i concorrenti si fanno sempre più agguerriti.

Si inizia con Elena, 17 anni, che si definisce una presenza terrena e nel contempo terrificante , che vive in un paesino dell’entroterra etneo e, coerente con il suo aspetto bizzarro, canta “Strange” di LP, tirando fuori una voce potentissima che nessuno avrebbe mai immaginato e conquistando la prima standing ovation della serata, il che significa che i giudici non possono che premiarla con quattro sì.

Tutti in piedi anche per un figlio d’arte d’eccezione, il diciannovenne Leo Gassman, figlio di Alessandro e nipote del grande Vittorio. Via i pregiudizi e, a parte l’inedito in inglese ancora abbastanza acerbo, il bel Leo conquista tutti con un timbro deciso ed una carica che viene premiata, nonostante, come nota Mara, la struttura della canzone sia debolissima. Dettaglio che deve essere invece sfuggito alle ragazzine, con gli occhi adoranti già a cuoricino, presenti in platea.

Meno indulgente di loro è Asia Argento, a cui per il live show sarebbero stati affidati i gruppi, che boccia senza pietà i Carousel 74. L’allegro terzetto per lei è insignificante e già che c’è accusa di buonismo i colleghi che stanno dispensando sì con troppa spensieratezza. Terminate le osservazioni ai suoi vicini di banco, polemizza subito con un altro gruppo, gli Outcasters, in particolare con uno dei componenti salito, senza senso, a piedi nudi sul palco, mentre l’altro la fa innervosire perché indossa una t-shirt con la scritta Punk is fuck. “Il punk è un’attitudine, pensi che basti una maglietta o una canzone per sentirsi punk?” lo attacca Asia. La giudice temporanea è scatenata e non fa sconti a nessuno, diretta, forse troppo, dice esattamente quello che pensa senza filtri.

Mara Maionchi invece riesce a mettere in imbarazzo tale Ma Michelle, chiedendo la traduzione del suo inedito che si chiama ”Pussy Power”. Il potere della gattina, risponde titubante la ragazza, tuttavia nessuno nella sua esibizione vede questo potere, ma solo tanti luoghi comuni elencati uno dopo l’altro. Lei non è d’accordo, risponde a tono ed è convinta che siano gli altri a non comprendere la sua arte. Il lavoro della giuria di fronte a concorrenti ribelli aumenta e allora si aggiunge un posto dietro il bancone per Tommaso Paradiso, leader dei The Giornalisti e più volte indicato, negli ultimi giorni, come uno dei probabili sostituti di Asia.

Sul palco arriva un terzetto made in estremo Oriente composto da tre graziose asiatiche, le Lumikiara, che a sorpresa presentano una loro versione cantata e coreografata, con tanto di micidiale controcanto, di “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri. Il balletto stile cartone animato diverte, convince la frangia maschile della giuria, ma le donne dicono no. E non sono tenere neppure con un tizio che si presenta professandosi amante della musica francese, fan di Stromae, che però è belga, puntualizza subito la Maionchi, e canta un inedito abominevole che imita, male, le canzoni del suo idolo. Per lui quattro no decisi più uno extra da parte dell’ospite Tommaso.

Tocca poi a Naomi, fenomenale cantante lirica, prestata al pop con “Bang Bang” di Jessie J, e a noi pare di rivedere un pochino Roshelle, finalista del talent di un paio di anni fa caduta subito nel dimenticatoio. La ragazza mette d’accordo pubblico e giudici, anche per l’aria un po’ impacciata sul palco, per la Maionchi è molto forte, Agnelli dice “Ti aspettavamo, sei una bomba”, per Asia è una leonessa e un’artista completa e le piace perché è strana e non una di quelle “bellone stupidone”. Secondo noi è una dei papabili dodici concorrenti per il live show.

E per la categoria giovane talentuoso con strumento, spunta Riccardo, un sedicenne di Castellammare con chitarra d’ordinanza per eseguire “Napule è” di Pino Daniele. “Non ho origini napoletane, ma vedendoti cantare avrei voluto averle” commenta Agnelli e scattano quattro sì per i brividi regalati. Per la versione femminile c’è Ilaria, voce da Anouk, bel viso, presenza scenica, ma dopo avere promosso quasi tutti, i giudici, tranne Fedez che riesce a trascinare i colleghi dalla sua parte, si interrogano con perplessità se sia il caso di dare un’opportunità o no a questa ragazza. Dopo avere cercato il pelo nell’uovo, dicono sì. Per la categoria giovane con pianoforte passa invece Pietro. Kafka sui pattini e Bagles and Wine, a parte i nomi impresentabili, passano il turno.

Gli Inquietude, quartetto da Cantù, con un violinista che sembra Maccio Capatonda in padre Maronno e un frontman che canta “Dove siamo stati bene dovremmo avere il coraggio di non tornare”, un pensiero che la Maionchi condivide, piacciono perché hanno talento e carisma. Il diciottenne Raffaele, addominali ben in vista, deve invece avere sbagliato talent e canale perché si lancia in passi di danza da autodidatta, ma proprio non sa cantare. Può ritentare la sorte ad Amici, magari sarà più fortunato.

Per l’angolo caso umano abbiamo il figliol prodigo, il pluribocciato a scuola Federico alias Boro Boro che si dispiace di avere dato delusioni ai suoi genitori ed ora, intonando il suo inedito “Rapper Gamberetti”, spera di farli stavolta piangere di gioia. Inspiegabilmente questo Monciccì di rosa vestito convince i quattro giurati che sono parecchio divertiti e colpiti dalla sua esibizione. Niente di nuovo, il ragazzo segue il trend del momento, cavalca il successo della trap e va dritto ai Bootcamp. Perché va bene lo stile, il talento, la voce e l’attitudine, ma i dischi poi, bisogna anche venderli. E questa cosa, i nostri giudici, la sanno molto bene.

Anche in questa puntata nessuno ci ha fatto balzare dal divano, non abbiamo ancora un cavallo su cui puntare, ma la prossima settimana, sarà la volta buona. E se non c’è un cavallo, ci accontentiamo anche di un pony.