Intro stile Mission impossible per il secondo appuntamento con le audition di X Factor 12 e, mentre diventa sempre più febbricitante l’attesa per conoscere finalmente il nome del quarto giudice che prenderà il posto di Asia Argento, ci intratteniamo con la lunga carrellata di concorrenti che aspirano a diventare uno dei dodici prescelti per il palco del live show.

Quest’anno le adolescenti, meglio se accompagnate da uno strumento musicale, sono in pole position.

Pioggia di sì per Camilla dai capelli nero azzurrini, che a 16 anni si presenta con un brano da pelle d’oca come La sera dei miracoli di Lucio Dalla e raccoglie il consenso unanime per l’interpretazione perfetta, esattamente come succede alla sua coetanea Luna che in un attimo colleziona quattro sì e una bella standing ovation con la sua cascata di capelli ricci che al confronto Marcella Bella pare una palla da bowling, look da adulta, pianoforte, falsetto su “Bang Bang” coverizzata da Dua Lipa. Rimaniamo un po’ perplessi davanti alla visione di queste ragazzine che giocano a fare le grandi, con canzoni da adulte che non fanno per loro, ma ai giudici piacciono.

Ne premiano due ma poi sono pronti invece a bocciare senza riserve Anna che, accompagnandosi con il piano, arriva timida ma convinta di conquistare la giuria, si siede al piano e intona, struggendosi come una che ha mangiato pesante, E la luna bussò di Loredana Bertè. L’effetto è di una bambina che ha messo le scarpe grandi e con i tacchi della mamma ed ora non sa camminare, ma gongola felice finché non le dicono “si sente che non hai vissuto”, “hai la voce molto grezza, devi darti tempo”. Dal riso al pianto, come per i fanciulli, è un attimo, lei non è pronta a sentire le critiche costruttive dei giudici, vede apparire davanti a sé un gigantesco no! e allora ci pensa Mara Maionchi a spiegarle che un sì sbagliato è peggio di un no giusto. E lo dice in modo così pacato e convincente da farci pensare,come sempre, che abbia ragione.

La chitarra porta invece fortuna al diciannovenne Luca e anche al suo coetaneo Leonardo, in cui i giudici riconoscono una voce unica e apprezzano la scelta di presentare un pezzo “antico” come “Fly me to the moon” rivisitato in chiave moderna. Con quattro sì passa alla fase successiva anche la toscana Renza, per cui vale la regola della chitarra ed nella quale Asia Argento intravede una sorta di Joni Mitchell che canta Bob Marley. Apprezzatissimo il giovane rapper Anastasio che colpisce Fedez per il suo talento nello scrivere le rime e che convince Manuel Agnelli, che capta immediatamente l’esigenza che ha il ragazzo di raccontarsi. A sorpresa, e dopo avergli strappato la promessa di non presentarsi ai Bootcamp, i giudici regalano la promozione anche ad Angelo Oliva, un volto noto delle selezioni del talent show, che già lo scorso anno si era scagliato contro tutti accusandoli la giuria di incompetenza e quest’anno, come nulla fosse, arriva più pimpante che mai a cantare, fuori tempo e stonato, Se bruciasse la città di Massimo Ranieri. Il signor Oliva, che la Maionchi lo scorso anno aveva definito una vera pippa, stavolta, ad Asia Argento che non apprezza la sua vocalità, ribatte “Non me ne frega niente se non sono il tuo genere”. Ma l’ennesimo rifiuto gli brucia, quindi baratta il suo ritiro definitivo con una promozione universale. Auguriamoci che sia davvero l’ultima volta che fa capolino nel programma e che non pensi di ritornare sotto mentite spoglie.

Come lui, anche tale Davide, che si vanta, generando subito antipatia a pelle, di essere stato spinto a partecipare alle selezioni da Laura Pausini che lo aveva sentito durante le audition di X Factor Spagna , consigliandogli di tentare la fortuna in terra natia (e probabilmente si trattava di una battuta che lui ha preso per seria) contesta il no di Fedez che, in accordo con i colleghi, gli fa notare di non sapere usare il diaframma e di urlare e basta. Peggio di lui fa però tale Cristian da Cagliari che si dice sicuro delle sue capacità e del fatto che il suo inedito sia molto apprezzato in Argentina, giusto appunto un attimo dopo che la Argento gli aveva fatto notare di non poterne più di falsetti fatti male. Può andarsene dritto dritto al quel paese, dove sembra che la sua voce sia tanto richiesta. E se la ricerca degli over da inserire nel magico terzetto per il live si fa abbastanza ardua, la categoria gruppi è quella che per ora fa più fatica ad emergere.

Gli Shades portano America di Gianna Nannini pensando di arruffianarsi la Maionchi, che del brano fu produttrice, ma invece fanno un gran buco nell’acqua e pure l’infelice presentazione dei Novel che esordiscono dichiarando di avere scritto una hit estiva non porta bene. Il motivetto dall’accattivante titolo Giga byte, che sembra tanto simile a Polaroid di Riki di Amici (e quindi forse la band ha solo sbagliato talent) ha un simpatico ritornello fa “Non ho più spazio sul cellulare, sei nella mia memoria ormai, anche se non ho più giga byte”, ma per la Argento la canzonetta manca di anima mentre per Agnelli il testo è semplicemente irritante.

Va meglio ai Red Bricks Foundation, nonostante il loro nome sia per Mara Maionchi pressoché impronunciabile. Il frontman del gruppo, una sorta di giovane Richard Ashcroft vestito proprio come uno che bazzica Londra e la sua suburbia, spiega che si sono ispirati ai mattoncini rossi tipici delle case inglesi, ma, nonostante il dettaglio british, la sua voce non riesce a mettere d’accordo Agnelli che definisce il suo cantato “maleducato ed interessante” e Fedez, che invece vede il ragazzo molto spaesato sul palco. I due giurati si scontrano anche quando è il turno della graziosa Isotta che, portando un brano di Adele, affascina solo Agnelli, forse attirato più dal suo aspetto che dalla vocalità. Poi però arriva Alessandro a mettere di nuovo tutti d’accordo con un inedito leggero ed intelligente e ad entusiasmare anche il quinto giudice special guest della puntata, Lodo Guenzi de Lo stato sociale.

Alessandro racconta, con un sorriso contagioso, di essere stato un ragazzino ciccione ed effemminato e per questo motivo anche oggetto di insulti e cattiverie. Ci pare un altro caso umano in agguato, invece no, questo concorrente è spiritoso e Fedez paragona il suo brano ad un pezzo di Malgioglio, privo però dell’aspetto caricaturale. Un bel complimento e anche la platea applaude. E quando ci pareva di scorgere già l’idolo di questa edizione, ogni nostra speranza si è rivelata vana alla partenza della base musicale. Simone si presenta dicendo di essere avvezzo alle telecamere, di essere appassionato di blues e di avere un bel background. Fa l’attore, di film porno e a questo punto lo sketch comico è inevitabile. Fedez gli domanda “Ma da piccolo eri un bimbominkia?”, lui ride e dice a Mara Maionchi di averla conosciuta anni prima quando lei andava a trovare, a Capolungo, un’amica campionessa di burraco. Il nome della località dice già tutto da sé, ma quando è il momento della prova canora, capiamo subito che Pugni chiusi di Demetrio Stratos non è certamente alla sua portata. I giudici, a malincuore, lo devono bocciare e lui allora, tentando l’ultima carta, avanza una proposta “Posso farvi un pezzo a cappella?”. Dopo questa, si può calare… il sipario. A giovedì prossimo!