La terza stagione di Daredevil ha ripreso la narrazione con il ritorno di Matt Murdock (Charlie Cox) dopo gli eventi di The Defenders. Il protagonista si è allontanato da Foggy (Elden Henson) e Karen (Deborah Ann Woll) e ha abbandonato la sua vita civile per sconfiggere Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio), che ha ideato un piano che prevedeva la sua evasione, prendere il controllo dell’FBI e distruggere la vita di Matt.
Gli episodi inediti hanno inoltre permesso di introdurre il personaggio destinato in futuro a diventare l’iconico villain Bullseye.

Lo showrunner Erik Oleson ha commentato quanto mostrato nelle puntate e rivelato qualche dettaglio del futuro del progetto prodotto dalla Marvel. Le sue dichiarazioni, ovviamente, contengono delle anticipazioni, non procedete con la lettura se non avete completato la visione.

Il filmmaker ha dichiarato che uno degli obiettivi della terza stagione era far compiere agli spettatori un’esperienza utilizzando delle tecniche che permettono di immergerli nel punto di vista dei protagonisti, non rimanendo quindi a distanza ma entrando nei loro pensieri e nel loro mondo.

Le puntate mostrano le origini di Bullseye mostrando la personalità borderline di Ben Poindexter, sottolineando come avrebbe potuto diventare una presenza positiva all’interno della società, forse persino un eroe. L’uomo era infatti riuscito a superare i suoi problemi grazie ai medicinali, all’aiuto degli esperti, a una struttura rigida nella sua vita e un lavoro all’FBI che gli permetteva di aiutare le persone. Quando Poindexter viene colpito dalla tragedia si ritrova però nell’orbita di Wilson Fisk, che ne fa emergere la versione malvagia. Lo stesso, ha sottolineato lo showrunner, può avvenire nella vita reale perché c’è chi è pronto a sfruttare le paure degli altri per i propri scopi.

Nella versione della storia ideata per la serie Bullseye ha una maggiore profondità psicologica rispetto ai fumetti perché gli spettatori possano entrare nella mente dei personaggi e provare empatia. Tra le pagine, in questo caso, non si racconta il passato del personaggio e quindi si è potuto crearne uno sfruttando questa libertà.

L’idea alla base della terza stagione era riassunta nella seguente frase:

Puoi essere libero solamente quando affronti le tue paure perché sono quelle di cui sei schiavo.

Dex ha sempre temuto la propria natura e per creare il personaggio gli autori hanno parlato con degli psichiatri per rendere il personaggio realistico.

Lo showrunner ha spiegato che non può dire se ci sarà una quarta stagione e se Netflix ne approverà la produzione sicuramente Bullseye farà parte di questo mondo. Gli autori sperano di ottenere la possibilità di realizzare nuovi episodi.

Nella terza stagione si è mostrato che Matt non provava più lo stesso pensando al costume e al simbolismo di Daredevil, come invece accaduto in precedenza e in The Defenders. Il protagonista, emotivamente, è in una situazione diversa e non riesce a essere il Daredevil che tutti conoscevano, è più insicuro e confuso. Oleson ha sottolineato che il suo desiderio era girare una stagione onesta, mostrando situazioni che potrebbero accadere nel mondo reale e un’evoluzione credibile.

Matt, all’inizio della stagione, ha una nuova prospettiva su Dio e la religione perché si avvicina maggiormente all’immagine proposta dal Vecchio Testamento, quella crudele e che punisce. Il protagonista pensa che i suoi sforzi non siano stati riconosciuti, ma negli ultimi episodi ha risolto molti dei suoi problemi e ha raggiunto una visione davvero complessa di Dio e del suo ruolo nel proteggere Hell’s Kitchen. Matt ha quindi una nuova speranza e uno scopo inedito nella vita.

Karen teme di non essere una brava persona e di non meritare di essere amata perché ha compiuto un atto imperdonabile che ha causato la morte del fratello. Il personaggio affronta quindi delle situazioni, Matt l’aiuta a capire che ha fatto del bene e il flashback inserito nel decimo episodio aiuta a capire cosa abbia vissuto la ragazza. Lo showrunner voleva infatti capire perché Karen non riesca ad amare e a lasciarsi amare, e le motivazioni alla base dei suoi comportamenti.

Wilson Fisk affronta a suo modo la propria paura perché teme di non meritare l’amore di Vanessa, mentre Ray Nadeem ha il timore di non occuparsi nel modo giusto della sua famiglia e Matt è legato alla paura dell’abbandono, elemento che ostacola il suo rapporto con Karen.

Oleson ha sottolineato:

Volevo realmente raccontare una storia che parlasse del periodo in cui stiamo vivendo, in cui ci sono dei tiranni narcisisti che stanno sfruttando tutte le nostre paure per usarci uno contro l’altro e contro noi stessi, e questo elemento è rappresentato da Fisk. Ma volevo anche che lo show avesse speranza e offrisse un modo per sconfiggere qualcuno fatto in quel modo. Per me quello è rappresentato dal potere di una stampa libera, ovviamente Karen in questa stagione, dal potere della legge, elemento legato a Foggy, e dal potere dell’azione collettiva, dell’amore, dell’amicizia e della fede, rappresentata dal momento in cui Matt unisce le forze con i suoi amici per sconfiggere un tiranno.

Nelle puntate non ci sono molti elementi legati agli altri show Marvel perché lo sceneggiatore ritiene che eventuali apparizioni avrebbero dovuto risultare naturali alla storia che si stava raccontando, per evitare che diventasse una distrazione.

Lo showrunner ha quindi commentato il finale:

Tutto quello che posso dire è che c’è un motivo per cui ho concluso la stagione in quel modo. Ci sono altre storie da raccontare con tutti questi personaggi, ma alla fine, non volevo portare l’anima di Matt alla dannazione rendendolo un killer, anche se si avvicina molto a quella situazione. Penso che bisognerà attendere per scoprire se potremo realizzare nuove stagioni.

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Fonte: EW