Al contrario di quanto potreste supporre, John Turturro non aveva mai letto il thriller di Umberto Eco Il nome della rosa o visto il film del 1986 quando fu contattato nella primavera dello scorso anno per prendere parte a un nuovo adattamento televisivo. Dopo aver letto il romanzo, Turturro ha accettato di firmare a patto che i produttori rispettassero il best-seller originale.

“Ho letto il libro e l’ho adorato. Ho iniziato a scrivere a Giacomo [Battiato, regista della serie] per dirgli: “Perché non c’è più Eco in questa sceneggiatura? Sono otto ore, non devi ridurlo”, spiega Turturro in un’intervista a Variety. “Ho detto, ‘Se metti più Eco nel progetto, allora sono interessato.'”

Turturro interpreta il ruolo che fu di Sean Connery nel film, quello di Guglielmo da Baskerville, il monaco francescano che indaga su una serie di misteriosi omicidi in un monastero italiano del XIV secolo. Rupert Everett interpreta lo spietato inquisitore Bernard Gui e Michael Emerson è l’abate.

La stella nascente Damian Hardung interpreta il novizio Adso da Melk. Turturro dice di aver dato consigli al giovane co-protagonista ma di avergli anche chiesto aiuto. “All’inizio ero un po’ intimidito, dato che non sono un vero uomo di scienza”, rivela l’attore. “Damian Hardung proviene da una famiglia di medici, è un giovane brillante e ha davvero una mente molto scientifica. Sono stato in grado di aiutarlo con qualche consiglio sulla recitazione, e lui è stato in grado di aiutare me a delineare dove mi mancava qualche nozione. Quindi, abbiamo scoperto che eravamo in grado di aiutarci a vicenda.”

Il nome della rosa, che ha un budget da 26 milioni di dollari, debutterà l’anno prossimo sulla Rai in Italia e sulla rete via cavo SundanceTV e il suo servizio di streaming, Sundance Now, negli Stati Uniti.

È stata inoltre già acquistata dalla BBC nel Regno Unito, dall’OCS in Francia, da Sky in Germania, da SBS in Australia e dall’NRK in Norvegia, tra gli altri. La tedesca Tele München, che è anche co-produttrice assieme alle italiane Palomar11 Marzo Film, gestisce le vendite.

Turturro, reduce dallo straordinario successo televisivo di The Night Of, ha trovato una risonanza moderna in questa storia medievale. “Ho pensato che fosse un libro molto importante, forse più in questo particolare momento rispetto a quando è uscito”, prosegue Turturro. “Guardi tutte le cose che stanno esplodendo dappertutto, gli uomini “forti” che sono al comando… tutti gli scandali nella chiesa… l’oppressione delle donne da parte degli uomini – è tutto nel libro.”

Aggiunge: “Potevo sempre dire quando erano le parole di Eco e quando non lo erano, così siamo tornati alle parole di Eco ogni volta che potevamo.” L’autore è morto nel 2016, ma suo figlio ha visitato il set, allestito in parte agli studi di Cinecittà a Roma e, nelle location dal vero, in Abruzzo e Umbria.

Le riprese di Il nome della rosa sono state molto impegnative. “Il tempo era poco e siamo andati oltre, ovviamente”, dice Turturro. “Abbiamo sempre lavorato durante i fine settimana, abbiamo sempre lavorato sulla sceneggiatura per vedere cosa potevamo migliorare. È diventata una specie di indagine, poiché [i personaggi] stavano facendo le loro indagini. È stato estenuante ma molto stimolante.”

Tuttavia, Turturro svela di non aver ancora visto nulla della serie. Asserisce però che la sua speranza per il progetto è che abbia preservato qualcosa della sensibilità di Eco. “Ho lavorato su cose che perdono [quell’essenza]”, dice. “Quando hai la possibilità di sfruttare un materiale del genere, perché sciuparlo? Perché?”

Le sue speranze per il prodotto finale? “Spero che lo lascino respirare”, dice. “Penso che ci sia qualcosa di veramente eccitante in ciò che stavamo cercando di fare.”

Cosa ne pensate? Siete curiosi di vedere Il nome della rosa? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: Variety