Aprire uno tra i più importanti show televisivi su di un palco insieme a Sting e cantare con lui alcuni dei suoi pezzi storici da “Message in a bottle” a “Englishman in New York” a “Every breath you take” è un sogno che per i concorrenti di questo X Factor 12 diventa realtà. E al cospetto del mito, cantano tutti nettamente al di sotto delle loro capacità. Questa la prima osservazione da fare al termine di questo secondo appuntamento con i live del talent canoro di Sky Uno che comincia con l’intervento di Lodo Guenzi che riconosce di avere forse, nella scorsa puntata, parlato un po’ troppo al punto che qualcuno ha coniato per lui il termine “Lodorroico”.

Ma detto ciò, e annunciata l’uscita del nuovo disco di Fedez, si entra nel vivo della gara. La prima cantante ad esibirsi è Luna, per il suo giudice Agnelli “una vera mitragliatrice con accento americano credibile”, che presenta un mash up mescolando “God is a woman” di Ariana Grande al solito intermezzo rappato. La ragazzina è brava, ma la vediamo fare quello che ha fatto finora, imitare le star internazionali con una coreografia che la esalta forse troppo. I giudici sono tiepidi, ma hanno davanti tutta la serata per scaldarsi.

Mara Maionchi, dato il via all’operazione “sporca Leo Gassman”, assegna al ragazzo “Next to me” degli Imagine Dragons, per sciogliere il suo lato impostato, e riesce, da ottima stratega, perfettamente nel suo intento.

Lodo, per sentirsi originale, spiazza i Seveso Casino Palace con “Amore e capoeira” e i ragazzi stanno al gioco facendo un mash up con “Kids”. Ma l’esperimento non funziona, anzi, il risultato è sgradevole all’ascolto, Silvia, la frontman del gruppo non è a suo agio e si vede. E il pubblico non applaude. Mara dice “Ve la siete cavata”, per Fedez, il tema della gara, che è scegliere le canzoni degli ultimi dodici mesi, non è facile e questa esibizione ce lo dimostra. Per Manuel Agneli il loro lavoro è stato depotenziato ed è un modo carino per dire che il loro giudice ha sbagliato in pieno, creando danno al gruppo. Non possiamo che essere d’accordo con lui, anche se Lodo pensa già alla prossima settimana per fare una “figata”. Ammesso che la sua band resista al televoto.

Il video che introduce Naomi la vede alle prese con una parmigiana di melanzane che le è stata mandata da casa e che evidentemente è un toccasana per le sue corde vocali. E lo vediamo sul palco, dove la ragazza della categoria Over si cimenta con “Never Enough”, il brano che Fedez ha scelto per lei e che conferma le sue grandi doti canore. Qualche appunto da fare sulla pronuncia, non proprio perfetta e sull’interpretazione, poco sciolta, ma con un brano di questa caratura è del tutto plausibile.

Manuel Agnelli, invece,a Martina, del suo team Under Donne, dà un brano di Demi Lovato, “Sober”, mettendo da parte i suoi preconcetti su questo tipo di musica. La ragazzina, che si settimana in settimana assomiglia sempre di più a Chucky la bambola assassina, che a ridosso di Halloween potrebbe anche starci bene, esegue in modo impeccabile il compito accompagnata dal suo pianoforte. E’ un personaggio, per Mara Maionchi ha una comunicazione televisiva unica, Fedez si accoda ai commenti entusiastici dei suoi colleghi, Martina canta da artista convinta e poi parla con una vocina che ricorda tanto Arisa agli esordi, ai tempi di “Sincerità”, quando recitava la parte del brutto anatroccolo.

Si torna alle band ed è il turno del Red Bricks Foundation, scampati all’eliminazione la scorsa settimana, che arrivano sul palco con “Thoiry” di Quentin40 e Achille Lauro ed è abbastanza chiaro che con loro si tenti di giocare la carta sex symbol come era già stato fatto lo scorso anno con Damiano e i Maneskin. Lorenzo urla da dietro una grata a petto nudo, tutto glitterato, poi si lancia verso il pubblico come una vera rockstar. Alessandro Cattelan attende bramoso il commento di Mara sul quartetto romano. Alla giudice senior piacciono molto, Agnelli definisce la loro performance addirittura nichilista ed esplosiva. Lodo dice “Stasera avete spaccato il c**o”, rubando il commento al suo vicino di banco che già si era espresso così settimana scorsa a proposito di una delle cantanti della sua squadra. Quindi dato che si è ripromesso di limitare le parole, forse pensa di fare la cose giusta rubandole agli altri.

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Torna sul palco Sting stavolta con Shaggy, il duo musicale più improbabile di questo ultimo anno, ma solo a metà canzone si accorgono di aprire il microfono dell’artista giamaicano e, come si trattasse di due cantanti qualsiasi, il pubblico dell’X Factor Arena fatica ad applaudire. E anche con l’arrivo della busta che svela chi va al ballottaggio, Cattelan deve invitare la platea a non essere timida e ad incoraggiare i concorrenti. I Red Bricks Foundation sono anche stavolta i meno votati e vanno al duello finale.

Per svecchiare un giovane anziano come Emanuele, degli Under Uomini, la Maionchi lo veste di scintillanti paillettes e gli affida un pezzo di Ghali. Con il trap esce dalla sua confort zone e omologa “Zingarello” al suo stile. Tecnicamente perfetto, ma l’effetto Michael Bublè fuori fuoco è dietro l’angolo. Ai colleghi di Mara non piace, e lo dicono apertamente a parte Lodo che inizia con un tremendo pippone raccontando che a quindici anni voleva essere Lou Reed ed è finito a cantare la vecchia che balla. Vabbè, comunque stavolta per Emanuele l’esame non è stato superato. Lodo assegna ai BowLand un pezzo ruffiano come “No Roots”, che ci ha trapanato le orecchie per tutta l’estate e di solito un brano noto piace al pubblico. Scelta astuta, ma le sperimentazioni del terzetto sono eccessive, Lei stona, cambia la melodia al pezzo e ogni volta ci sembra di trovarci di fronte al giochino” indovina che strumento sto suonando”. Mara loda la loro musicalità e tribalità, Fedez esclama “chapeau” e Manuel Agnelli li trova indispensabili per questa trasmissione. Qualità che invece probabilmente non ha Renza, la concorrente più anonima, seppur talentuosa, di questa edizione. Fedez si trova bene con lei, la reputa molto matura e sceglie per lei “Thundeclouds” degli LSD, e secondo noi, inaspettatamente, è la sua l’esibizione più riuscita e centrata della serata. Agnelli attende però da lei il guizzo che ancora non c’è stato, ma continua a trovarla estremamente sensuale.

Per le Under Donne arriva Sherol, considerata una delle papabili vincitrici del talent fin dal primo momento in cui è apparsa alle audizioni. Ma la ragazza è ansiosa e ansiogena, senza motivo, viste le sue doti, ricorda un po’ quelle compagne di scuola che si lamentavano sempre di non sapere nulla e poi prendevano regolarmente otto. Per lei un brano di protesta di Moses Sumney, in sette ottavi, difficile, “Rank & File” che finalmente risveglia l’intera Arena. Lodo ripesca nel suo vocabolario il termine figata, Mara dice impeccabile, Fedez rincalza con ineccepibile.

Anastasio, su indicazione della sua giudice Mara Maionchi, riscrive una parte di “Se piovesse il tuo nome” di Calcutta e si conferma per tutti uno sfidante temibilissimo. La giuria è unanime e lo promuove a pieni voti. Il ragazzo è convincente e per il momento non perde un colpo.

Sicuramente è più preparato lui della Dark Polo Gang, ospiti in questa seconda parte di puntata, che smessi i panni di giudici dello Strafactor tornano al loro mestiere e presentano il loro ultimo pezzo, che cantano in playback e senza sapere le parole. Ma ogni loro brano che esce si trasforma in disco d’oro, quindi chi siamo noi per giudicare? Emanuele, il meno votato della seconda manche, va in sfida con i Red Bricks Foundation. Dopo averli sentiti con i loro cavalli di battaglia, tocca ai giudici decidere chi debba continuare a rimanere in gara e mentre ciascun giudice vota per il proprio concorrente, Agnelli salva i Red Bricks Foundation mentre Fedez preferisce Emanuele, e quindi si va al tilt. A pochi secondi dalla chiusura del televoto Lodo, nel perorare la causa del suo gruppo, fa saltare i nervi alla Maionchi che lo rimprovera di essere inopportuno e noioso, lui ribatte, lei chiude la questione imprecando e il pubblico da casa sta dalla sua parte, Emanuele è salvo, Queen Mara ha vinto anche stavolta.