La ricerca dei venti valorosi concorrenti dell’ottava edizione di Masterchef Italia si è conclusa ieri sera nel corso del secondo appuntamento con il seguitissimo talent show culinario.

I quaranta aspiranti chef si sono fronteggiati in sfide dirette e i vincitori di ciascuno scontro hanno potuto indossare il tanto desiderato grembiule con il proprio nome ricamato sopra, vero lasciapassare per la Masterclass.

È stato solo un assaggio della competizione che prenderà vita la prossima settimana, alla partenza della gara vera e propria, ma abbiamo già intuito che i quattro giudici sono più che mai avviati verso la ”tolleranza zero”. Si entra subito nel vivo della selezione finale e poiché un vero cuoco deve conoscere alla perfezione gli ingredienti che utilizza, chef Cannavacciulo si esibisce in una lezione sulla morfologia di un branzino che deve essere accuratamente sfilettato e cucinato dai due sfidanti. È davvero l’ultima chance per Giuseppe, arrivato lo scorso anno ad un passo da talent e poi scartato, che ora, in preda all’agitazione, continua a tagliarsi con il coltello, parla ai pomodori che sta frullando, ma, nonostante la confusionaria concitazione, il suo gazpacho con filetto scottato di pesce viene finalmente premiato e il grembiule stavolta è suo. Passa il turno anche Tiziana, educata signora veneta di mezza età, che si scontra con Paola nella preparazione di una piatto a base di pane e cipolla. Andrea, Caterina, Gilberto e Denis invece si cimentano in una sfida a quattro dopo un’altra lezione di cucina, stavolta sulla seppia, tenuta dal professor Bruno Barbieri che per l’occasione si trasforma in una specie di Piero Angela al profumo di mare.

Il risotto al nero che i quattro, evidentemente poco avvezzi a maneggiare sacche ed inchiostro del mollusco, devono preparare, mette tutti subito in difficoltà, e mentre la tensione sale, Cannavacciuolo e Bastianich si dilettano a beccarsi come due comari sul tipo di piatto ideale in cui va servito il risotto. Caterina tenta un exploit grattando della scorza di arancia sul riso nero e la sua audacia le porta fortuna e anche lei, insieme a Gilberto, passa il turno. Niente da fare per la giovane studentessa siciliana Eva che, nel testa a testa con il giovane pescatore Federico, si fa prendere dall’emozione, decide incautamente di cucinare degli involtini di pollo e al momento dell’assaggio la sua ricetta non regge il confronto con gli anonimi spiedini del pescatore Federico, felicissimo di avere finalmente l’opportunità di potere cambiare vita. Tiziana e Gemma stanno cercando anche loro un nuovo inizio davanti ai fornelli e, in onore della loro comune origine campana, che conta innumerevoli piatti “imbuttunati”, devono dimostrare quanto abili siano a farcire e friggere dei fiori di zucca. Il piatto di Tiziana vince su quello dell’avversaria, perché, dice Cannavacciuolo, il fritto per un napoletano è sacro e una pietanza moscia e unta, non potrà mai avere la sua approvazione.

Ma dopo piatti sostanziosi, per par condicio nei confronti di una cucina più light e vegetariana, arriva anche il momento di sfidarsi a suon di insalata, pietanza che chef Locatelli considera una vera e propria piaga da combattere. E ci mostra cosa intenda lui per insalata preparando all’istante un gustoso e invogliante mix di vegetali con cipolle, patate, fagiolini, salsa di pomodori secchi, salsa di mais, tonno marinato, vinaigrette all’aceto e qualche foglia verde. Non esattamente un piatto dietetico, ma una variazione da maestro che Domenico, l’esperto di olio d’argan, e Guido, il praticante avvocato annoiato, devono riprodurre facendo ricorso a tutta la loro creatività ed estrosità. L’assemblaggio di Guido, con tanto di uovo barzotto perfettamente riuscito, si rivela essere la soluzione vincente per il palato raffinato dei quattro esperti. Domenico non accetta di buon grado la sconfitta e Bastianich chiosa dicendo “L’insalata è come la vita, piena di insetti”, “Di insidie, vorrai dire” lo corregge prontamente Barbieri.

Chi aspira a diventare l’ottavo Masterchef italiano si deve misurare anche con prove che mettano in risalto tutte le conoscenze che ha in cucina e allora non c’è niente di meglio di un bel test olfattivo a cui vengono sottoposti Maurizio, il ragazzo insoddisfatto che lavora per il suocero, e il toscano Alessandro, il logorroico esperto di cucina medievale. Dopo avere indovinato, solo annusandoli, gli ingredienti nascosti in campane, il loro banco di prova è un vero piatto della tradizione italiana: gli spaghetti alle vongole. I piatti hanno entrambi qualche difettuccio, ma i giudici devono avere preso a cuore la storia del giovane col suocero padre-padrone al punto da ritenere giusto concedere proprio a lui una possibilità di riscatto.

I personaggi dalla spiccata personalità vincono sempre sugli altri e quindi non ci stupiamo che passi il turno il capitano di mercantili Salvatore, molto preparato, molto concentrato e altrettanto spocchioso. Il polpo che ha cucinato è più gustoso di quello della rivale Mara e, mentre Barbieri si lascia andare ad interessanti precisazioni riguardo la vita sessuale della piovra, il cui maschio, se poco dotato, durante l’atto riproduttivo viene stritolato e mangiato dalla compagna, il giovane palermitano osserva che quella da lui cucinata è un polpo femmina e quindi inevitabilmente più buono. Nella sfida multipla quattro giovani e determinate donne sono alle prese con la besciamella e la noce moscata e poi con del riso bollito che deve essere reinterpretato in modo originale e gustoso. La spuntano Valeria e Loretta, che sembravano già predestinate fin dalla scorda puntata.

La cucina tipica regionale a base di orecchiette con cime di rapa è protagonista nel faccia a faccia che vede impegnati Vito, gommista di Bari e Magda impiegata di Taranto. Il corpulento barese, che ammette di apprezzare le donne che si fanno dominare, mentre serve ai giudici un piatto tenendoci le dita sopra, ha la meglio sulla corregionale e quando gli consegnano il grembiule si commuove, rivelando così un cuore tenero.

La prova più ostica della serata è forse quella che attende invece Verando e Camilla e che consiste nel tagliare tre tipi di carni diverse e di cuocerle nella maniera che solitamente è più congeniale e quindi filetto di manzo alla griglia, cotoletta di vitello con osso e scaloppine al limone o al Marsala. La gioviale beffa è invece che al giovane macellaio Samuele tocchi preparare un piatto vegetale per spuntarla, come farà, sul tabaccaio brianzolo Massimo e la sua tristissima zuppa di verdure e frutta.

Francesca e Paola, giovani e belle, hanno lo stesso identico obiettivo, scappare dalla loro città per entrare nella cucina di Masterchef. Ma per raggiungere il loro scopo si devono misurare con la preparazione di un dolce, la prova da sempre più temuta da tutti. Anche stavolta i piatti non vanno a segno e se le ricette migliori che ci si possano aspettare sono un tiramisù che sembra un cappuccino e un intruglio di frutta erroneamente non zuccherata, la strada per entrare nelle grazie di Iginio Massari che, prima o poi, nel corso delle puntate dello show farà come sempre la sua comparsa, è ancora molto lontana.

La frizzante settantaduenne Anna, che abbiamo conosciuto la scorsa settimana, e il simpatico e maturo studente di medicina Giovanni , vanno a riempire le fila dei fantastici venti grazie ad una parmigiana di melanzane che incontra il gusto dei giudici, e, ahinoi, anche la piagnona Virginia, già colma di ansia fin sopra i capelli, ottiene il grembiule. E’ chiaro che questo sia il pegno da pagare per vedere anche quest’anno uno dei nostri programmi preferiti. Completano la rosa dei concorrenti l’operaia friulana mulettista Gloria e il genuino Gerry, che sezionano abilmente un pollo servendo due piatti succulenti che i giudici paiono apprezzare molto. È ancora presto per dire se in questa edizione ci dobbiamo aspettare più personaggi che cuochi, le aspettative dei giudici sono molto alte, e a dire il vero, anche quelle di noi telespettatori.

In alto i mestoli, la battaglia sta per cominciare!