Senza minimamente temere la concorrenza del Festival di Sanremo, la quarta puntata di MasterChef Italia 8 si apre a testa alta proponendo nuove sfide per i diciannove concorrenti in corsa per l’ambito titolo. Dalla Mystery Box questa volta spuntano alimenti che si trovano spesso nelle nostre cucine come coniglio, scampi, ricotta, carote, mandorle, cavolo riccio, pesca, pomodorini, uova. Per la prima manche della serata, si possono usare tutti o solo alcuni, ma questi ingredienti hanno la particolarità di contenere, come spiega bene Bruno Barbieri, il triptofano, un amminoacido che provoca sonnolenza e quindi cosa c’è di meglio che aggiungere come decimo ingrediente ‘na tazzulella e’ cafè per contrastare l’effetto soporifero?

Chef Antonino Cannavacciuolo non perde l’occasione per estrarre da un trolley quella che ironicamente definisce la “mia caffettiera da viaggio”, un’enorme moka per fare il caffè per tutti gli aspiranti chef già pronti dietro i banconi. Giorgio Locatelli mette però in guardia tutti dicendo “Il caffè può dare una nota vincente al piatto o rovinarlo inesorabilmente”. Bisogna prestare quindi attenzione ad usarlo correttamente.

L’impresa si mostra subito più ardua del previsto e anche se si mostrano tutti contenti di aver trovato ingredienti di uso comune, l’insidia è ad un passo. Dietro il banco è un fermento di mixer e coltelli che tagliano, frullano, tritano, e il caffè si trasforma in salse e riduzioni di guarnizione oppure in insaporitore per della pasta fresca dal gusto insolito.

Tra i piatti migliori i giudici individuano proprio le tagliatelle aromatizzate con ragù di scampi e pomodorini di Loretta, poi il coniglio rollè al caffè di Samuele e ancora la spalla di coniglio con salsa al caffè di Valeria, che si commuove non appena i giudici la riempiono di complimenti per il perfetto equilibrio della sua ricetta. Ma c’è anche un quarto “migliore”, Gilberto con scampi croccanti, maionese e bisque al caffè, un piatto completo con dietro un’idea precisa. A sorpresa, soprattutto per lui, anche Giuseppe viene chiamato sul podio dei più bravi grazie ad uno scampo che, seppur minimal, viene molto apprezzato dagli chef. “Due scampi, un buon caffè tutti in sella” è il simpatico nome del piatto di Verando che unendo mare e terra, coniglio e scampi, raggiunge i compagni più capaci.

Ma è una gloria solo momentanea perché solo Samuele, Gilberto, Valerio e Loretta sono i veri vincitori definitivi della prima prova e solo loro, come premio, ricevono il vantaggio di salire in balconata e salvarsi subito, lasciando i compagni alle prese con un Pressure Test che dall’alto fa esclamare al giovane Samuele “Che prova di m***a!”. Il quinto quarto di mare, questo sconosciuto per i cuochi amatoriali, che consiste in trippa di baccalà, gole di baccalà, guance di rana pescatrice, pelle di ricciola, fegato di tonno, lattume di tonno, cuore di tonno, lische e testa di palamita, tutte le parti meno nobili del pesce, è il protagonista della seconda sfida della serata. A prima vista sembra una prova impossibile e per quattro sfidanti la situazione peggiora quando, malignamente selezionati tra gli altri proprio dai vincitori della Mystery, scoprono che dovranno estrarre le frattaglie da grosse ricciole intere che li attendono in dispensa.

I più temuti o odiati sono Federico il pescatore, Guido, Salvatore e Tiziana Positano, così chiamata ormai da tutti, per distinguerla dall’altra concorrente omonima. Valeria, dall’alto, dopo avere fatto la sua scelta, piange ancora e allora interviene Bastianich, infastidito dalle sue lacrime, a riprenderla “Per vincere non devi solo cucinare il fegato, ma devi anche averlo”. Di sicuro il coraggio non manca ad Anna, la più anziana del gruppo, che va dritta come uno schiacciasassi per la sua strada, pur non avendo ancora imparato ad accendere i fornelli e che ora non trova neppure gli ingredienti in dispensa e importuna i compagni, alla ricerca di un aiuto.

Il timer segna il passaggio dei minuti e tutti sono impegnati ad assaggiare in continuazione perché le frattaglie di pesce non sono un cibo che si cucina tutti i giorni. Anna parla da sola e sente già che quello che sta cucinando ha un gusto amaro che non va affatto bene. Caterina è nel panico totale, cucina un sacco di verdure, e, al passaggio dei giudici tra i banchi, non riesce a spiegare cosa sta facendo, perché, dice lei, quando è agitata, non le vengono le parole. Figuriamoci i piatti. Intanto assistiamo ad una lezione di risotto di chef Barbieri rivolta a Federico che viene malamente ripreso quando butta il riso nel ragù di pesce, senza tostarlo prima, gesto inconsulto che rischia di compromettere la buona riuscita della ricetta.

Arriva il momento dell’assaggio, Tiziana non capisce che a questo giro, come sempre, i giudici assaggiano tutti i piatti e si commuove, quando sente il suo nome, pensando invece di essere stata scelta tra i migliori e orgogliosa presenta una zuppa di pesce che ha reso cremosa unendo della panna, cosa che fa inorridire chef Locatelli. Il suo piatto non è l’unico a non riscuotere successo, va peggio a Tiziana Positano quando Bastianich butta nell’immondizia il suo fritto di interiora, unto e immangiabile. Gli occhi di Joe Bastianich si illuminano all’improvviso di fronte al piatto dell’eterno studente Giovanni che lui vede come una specie di Dottor Jekyll e Mr Hyde, capace di cucinare una vera prelibatezza come in questo caso, ma di servire anche cose sciape senza capo né coda.

Proprio il piatto di Giovanni viene giudicato il più raffinato e così l’aspirante medico si aggiudica questa prova diventando immediatamente capitano della brigata che andrà a sfidarsi nella prova in esterna. Caterina con un piatto composto da funghi e pezzi di quinto quarto inevitabilmente si condanna da sola a togliersi il grembiule e a tornarsene a casa, portando con sé tutte le sue paure e la sua emotività. Non era una concorrente da Masterchef, lo si era intuito dal primo istante e a dirla tutta ci è parso singolare che invece i giudici ci tenessero tanto ad inserirla nella rosa dei fantastici venti.

Si passa alla prova in esterna ed un evento e una location d’eccezione attendono i nostri cuochi. La combriccola si trasferisce in una bellissima villa alle porte di Milano in occasione della “Quinceanera” di Giorgia, una ragazza italiana di origine sudamericana che compie i 15 anni, una tappa fondamentale, nella cultura latina, che segna per le ragazze il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Una festa sfarzosa con ottanta ospiti che devono esser sfamati con un menu deciso dalla famiglia della festeggiata e che miscela la tradizione culinaria italiana e quella sudamericana. Il menu blu prevede insalata crostacei con frutta esotica, crespelle di mais al ragù pesce, mousse di cioccolato e cocco con ananas caramellato. Nel menu rosso ci sono invece spiedini di pollo fritto con platano e maionese al coriandolo, controfiletto di manzo su crema di fagioli e peperone aji amarillo e per finire un’empanada dolce con mele e salsa al mango. Giovanni sceglie il menu rosso di carne e nomina tutti quelli che non vuole nel suo gruppo, mostrando un temperamento deciso quando ad ognuno dà una spiegazione per l’esclusione. Tuttavia dimostra un pessimo intuito destinando Federico, di professione pescatore, alla brigata blu che si deve cimentare a cucinare il pesce.

I compagni scartati così ne approfittano subito per eleggere il giovane veneziano loro capitano ma i primi screzi si manifestano subito in questo team male assortito e in cui elementi di disturbo come Gilberto, che si lamenta di continuo, generano solo malumore. Giovanni invece ha saldo il timone e coordina bene i lavori. Nel frattempo arrivano alla villa gli ospiti e la festeggiata, pronta a godersi il suo giorno da protagonista, ma anche il pranzo preparato in suo onore. Mentre Joe Bastianich si scatena al ritmo di suoni latini con gli invitati, in cucina il nervosismo cresce, i piatti escono ad uno ad uno e sembra che quelli della brigata rossa conquistino subito il palato dei commensali, ma poi invece, a conti fatti, trionfano i blu e quindi tutta la brigata non allegra, ma molto litigiosa, è salva fino alla prossima settimana, mentre l’altra finisce diritta al Pressure Test.

Nonostante la sconfitta, la squadra rossa rimane compatta e tutti i suoi componenti sono concordi nel ritenere Giovanni un ottimo capitano. Alla luce degli apprezzamenti del gruppo, a Giovanni viene concesso l’opportunità di decidere se salvare se stesso o uno dei compagni. Dato che tutti hanno detto che ha lavorato bene, lui sceglie se stesso e va in balconata sotto le critiche di tutti gli altri concorrenti che lo definiscono un codardo.

L’ultima sfida della serata, come abbiamo già visto la scorsa settimana, ruota attorno ad un ingrediente “semplice”. Stavolta è la patata, cibo umile ma molto versatile, a decretare chi meriti di restare e chi dovrà per sempre abbandonare il talent. Si parte con delle patatine fritte, da replicare alla perfezione, ma solo Guido le frigge due volte, come ricetta originale vuole, e quindi si salva subito e raggiunge i compagni in balconata. Valeria lo accoglie con entusiasmo dicendo “Potevi salirle però le patatine”. A ruota lo seguono Gloria, Salvatore e Gerry. Nel secondo step il banco di prova vede un comfort food amato da tutti, il classico purè di patate che nessuno qui però riesce a fare come si deve, ma i meno peggio sono i piatti di Samuele e Virginia. Per completare il trittico della patata, gli ultimo due sfidanti rimasti che ora si giocano il tutto per tutto, devono preparare un piatto di ottimi gnocchi e stavolta pare che Tiziana e Alessandro si sentano finalmente a proprio agio.

Entrambi peccano di presunzione, Alessandro fa dei pessimi gnocchi e anche il piatto di Tiziana è molto brutto e non solo a vedersi. Gli gnocchi rimangono un piatto killer, dice Barbieri, e colpiscono senza pietà Tiziana, signora alla ricerca di una seconda possibilità nella sua vita, che ora invece deve levarsi definitivamente il grembiule nero. Lei è però contenta, non rinuncerà al suo sogno, ma andrà avanti solo più lentamente. Non è mai troppo tardi, “Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando toglie gli occhi dalla meta” conclude Joe Bastianich e mentre le immagini sfumano si ode ancora la voce della logorroica Anna che non conosce sosta. Se continua così finisce che ce la ritroviamo fino alla fine, perché il suo, di sguardo, al contrario delle apparenze, è ben puntato sull’obiettivo.