Basato sul libro del creatore e showrunner Simon Rich What in God’s Name, la serie limitata TBS di sette episodi Miracle Workers vede Daniel Radcliffe nei panni di Craig, un angelo di basso livello responsabile della gestione di tutte le preghiere dell’umanità. Steve Buscemi interpreta il capo di Craig, Dio, che ha deciso solo di concentrarsi su piccoli hobby. Per impedire la distruzione della Terra, Craig e la sua partner Eliza (Geraldine Viswanathan) devono esaudire una preghiera apparentemente impossibile: aiutare due umani, Laura e Sam (interpretati da Sasha Compere e Jon Bass) a innamorarsi.

Oltre a Radcliffe e Buscemi, Miracle Workers vede come guest star Tituss Burgess, Margaret Cho, Angela Kinsey, Tim Meadows, John Reynolds, Lolly Adefope e Chris Parnell. Lo showrunner Rich ha dichiarato che un adattamento cinematografico o televisivo del suo romanzo era una speranza che coltivava da tempo. “Però ho sempre pensato che non sarebbe mai successo. Non avrei mai immaginato che qualcuno ci avrebbe dato abbastanza fiducia e libertà per costruire un mondo così vasto e complesso. Ed è incredibilmente eccitante vederlo materializzarsi”, ha detto in un’intervista rilasciata a Collider.

L’autore ha poi proseguito spiegando l’idea alla base del romanzo e, conseguentemente, della serie tv: “Ero sempre interessato a ritrarre una versione dell’aldilà che fosse coerente con le mie esperienze sul pianeta Terra. Ho voglia di passeggiare sul pianeta Terra, di andare in giro a leggere il giornale ogni giorno e di sperimentare le cose. Il romanzo è il mio tentativo di dare un senso alla realtà.”

Inoltre, Rich si è detto ben felice del numero limitato di episodi della prima stagione. “Non ci hanno chiesto di diluire la storia ed espanderla a 13 o 20 puntate. Hanno sentito il tono e hanno concordato che sette fosse il numero giusto. La nostra serie è letteralmente una bomba a orologeria alla fine del mondo. La stagione si svolge nel corso di due settimane, e c’è letteralmente un dispositivo del giorno del giudizio che scandisce i secondi che mancano alla distruzione del pianeta. Quindi ovviamente l’ultima cosa che volevamo fare era diminuire la posta in gioco e rallentare la nostra storia. Per noi era davvero importante che ogni episodio fosse epocale. Quindi sono davvero, molto felice e sollevato dal fatto che ci abbiano permesso di realizzarla come serie di sette episodi, perché penso che dieci o dodici avrebbero perso parte della spinta narrativa.”

Sulla scelta dei protagonisti, ha dichiarato di aver coinvolto Radcliffe anni fa, quando l’attore britannico gli disse di essersi appassionato alla lettura del romanzo da cui Miracle Workers è tratta. “È stato il primo a essere coinvolto ed è stato elettrizzante lavorare con lui. È ovviamente un attore di talento, ma è anche un eccellente produttore e ha dato un sacco di input creativi al progetto, in termini di casting. Anche per quanto riguarda la ricerca di registi, ha aiutato con l’assunzione di capi reparto, è stato coinvolto in ogni singola importante decisione creativa. Dalla ricerca di uno scenografo alla scelta dei protagonisti. È davvero un ragazzo incredibilmente laborioso.”

Rich ha poi commentato il cambio di casting per il personaggio di Dio, che ha portato Buscemi a prendere il posto di Owen Wilson: “Owen è stato coinvolto molto presto nel processo, nelle primissime fasi, molto prima che avessimo fatto qualsiasi shooting o pre-produzione o addirittura finalizzato uno qualsiasi degli script. Semplicemente, avevamo visioni diverse del personaggio, e così ci siamo separati. Ma è successo molto presto.”

Parlando del personaggio di Dio, Rich l’ha descritto così: “Il nostro ritratto di Dio è imperfetto e vulnerabile come gli umani che ha creato. È un personaggio che a volte è avventato e irrazionale. Non è estremamente efficiente. È sopraffatto, è insicuro, commette errori frequenti, ha la testa tra le nuvole. Ed è così che Steve l’ha interpretato.”

Allo stesso modo, “la nostra versione del paradiso è quella di un’istituzione profondamente mal gestita. A volte molte risorse vanno nel reparto sbagliato. Ci sono interi reparti che scoprite nel corso della stagione che molto chiaramente non dovrebbero esistere, o avrebbero dovuto essere soppressi molto tempo fa. La burocrazia dell’azienda rende molto difficile ottenere risultati positivi. Molti dei dipendenti, gli angeli che lavorano nei vari dipartimenti, sono estremamente disillusi, amareggiati e stanchi. È un mondo che ti urla di rinunciare a ogni passo e i nostri personaggi, per avere successo, devono in qualche modo superare quel nichilismo e imparare a lavorare insieme, provare a fare qualcosa di positivo, anche se il sistema è corrotto.”

Per quanto riguarda un eventuale proseguimento della serie con altre stagioni, Rich ha dichiarato di avere un’idea antologica di Miracle Workers, e di voler utilizzare gli stessi attori in ruoli diversi, sul modello di American Horror Story. Inoltre, la storia non sarebbe più ambientata in Paradiso.

Miracle Workers debutterà su TBS il prossimo 12 febbraio. Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: Collider