Una prova boomerang, mascherata da diabolica Mystery Box, coglie di sorpresa i concorrenti in questa nuova puntata di Masterchef Italia 8.

Sotto la temutissima scatola misteriosa, che ogni aspirante chef ha sul bancone davanti a sé, stavolta si nasconde un piatto in cui è raffigurato il volto di uno dei compagni. Facile intuire quale compito a spetti ad ogni sfidante ed infatti i quattro allegri giudici comunicano che è giunto il momento di andare in dispensa a fare la spesa per l’avversario designato. I più perfidi del gruppo non esitano a buttare nel cestino ingredienti improbabili per mettere gli altri in difficoltà. Ma i più cattivi stanno per essere puniti perché tornati al loro posto scoprono che, beffardo scherzetto, saranno proprio loro invece a dovere cucinare con quella terribile accozzaglia di cose che hanno messo insieme. Gilberto si trova quindi a dovere inventarsi un piatto con del granchio, controfiletto, ananas e cocco che aveva pensato di rifilare ad Anna, mentre Verando si trova inaspettatamente alle prese, tra gli altri prodotti, con petto di pollo, trippa, cioccolato bianco e arance, cibi che appaiono incompatibili tra di loro. Non da meno è Loretta che ,scegliendo ingredienti che solitamente non si cuociono come cetrioli e banana, pensava di affondare Alessandro, soprattutto se ai vegetali doveva abbinare uno scorfano.

I giudici, senza troppi peli sulla lingua, commentano le scelte e Cannavacciuolo non esita a dire che Gilberto ha di sicuro fatto la spesa più bastarda di tutti, mentre in sotto fondo Anna borbotta “Quello che mandi, ti ritorna indietro”. In effetti tra i piatti migliori ci sono le pappardelle con ragù di lepre, porcini e aroma di pompelmo di Valeria, che sostendo che si debba dimostrare di essere bravi con le proprie forze, e non affossando i nemici è stata ricompensata dal suo altruismo. Insieme a lei anche Virginia viene chiamata tra i migliori tre, i suoi gnocchi con noci, mele e formaggio entusiasmano Bruno Barbieri, e lei, finalmente, dopo avere frignato in tutte le settimane precedenti, dimostra ora un filo di inaspettata verve. Giuseppe, non appena sente nominare il suo nome, balza fuori dalla sua postazione reggendo vittorioso il suo piatto, ma in realtà chef Locatelli lo ha solo richiamato dopo averlo visto un po’ agitato e, al suo posto, incorona invece vincitore della prima prova il terribile Gilberto che, messo alla strette è riuscito a creare una ricetta sorprendente mixando carne, pesce, avocado, daikon e fichi caramellati come fosse la cosa più normale del mondo.

Il giovane, di cui per la prima volta vediamo il lato tenero ed umano quando si commuove parlando della mamma che l’ha dovuto crescere da sola dopo la prematura scomparsa del marito, si accinge a scoprire i suoi vantaggi per l’Invention Test che stavolta ha per protagonisti dodici ricette che a vengono da anni proposte nei menu dei ristoranti dei quattro giudici sparsi tra Bologna, Lago D’Orta, Londra e New York.

Sono piatti celebri e che caratterizzano la cucina di ciascuno chef ed ora i nostri cuochi amatoriali devono cimentarsi proprio nella riproduzione fedelissima di questi piatti rispettando gusto, impiattamento e spirito delle preparazioni stellate. Gilberto ha la fortuna di potere scegliere per sé e per uno degli altri compagni uno di questi piatti e di assegnare a suo piacimento i rimanenti ad ognuno dei suoi colleghi della Masterclass. Senza esitazioni tiene per sé un must di chef Cannavacciuolo come le trenette con calamaretti spillo e la salsa di pane e dà lo stesso piatto a Virginia, sua vicina di banco, con la chiara intenzione di spiarne le mosse, qualora avesse qualche problema nella realizzazione del piatto. Da abile stratega fa in modo di colpire ogni avversario nel proprio punto debole e con alcuni in effetti ci riesce egregiamente. Gli aspiranti possono assaggiare il piatto da replicare, poi però devono indovinare gli ingredienti e velocemente procurarsi il necessario per cucinare. Alessandro, forse per agitazione o forse per distrazione, anziché prendere le cime di rapa per cucinare l’orzotto di chef Barbieri commette subito un passo falso portando al banco dei broccoli e facendo già tremendamente innervosire il grande cuoco.

Non va meglio neanche per Giuseppe con il rognone di chef Cannavacciuolo, un alimento complesso da trattare in una ricetta che lo è ancora di più. Tra i piatti complicati ci sono anche gli involtini di sogliola di Barbieri per Guido e la triglia di Cannavacciuolo per Gloria. Valeria e le sue “clams casino” di Bastianich e Giovanni con la zuppa di fregola e canolicchi di Locatelli sembrano da subito a proprio agio e la prova assaggio dà poi loro ragione. Alla pimpante Anna viene assegnato un piatto definito italo-americano come la “chicken parmesan”, una cotoletta di pollo fritta e ricoperta di sugo e formaggio, all’apparenza semplice ma provvista di un’insidia che, alla fine, determina l’eliminazione della pensionata dal gioco. Non si sa per quale motivo la concorrente più anziana è convinta che la panatura della carne sia stata fatta con farina di mais e quindi cucina un bisteccone alto dal gusto di sabbia, come le fa notare prontamente Joe Bastianich.

Federico, dopo qualche momento di esitazione di fronte al filetto in crosta di mostarda, cavallo di battaglia di Giorgio Locatelli, ascolta avidamente i consigli dello chef e li mette subito in pratica, presentando un piatto discreto. I piatti peggiori sono le trenette di Virginia che secondo il loro creatore Cannavacciuolo sanno solo di olio, il puzzolente, secondo Barbieri, rognone di Giuseppe e, come abbiamo, detto l’improbabile cotolettona di Anna. Tra alti e bassi e difetti perdonabili superano il test Guido con gli involtini di sogliola, Verando con “spaghetti and meatballs” e Giovanni con la zuppa di cannolicchi e fregola.

A proposito di Giovanni, Salvatore, rivelando che il compagno ha una fidanzata davvero molto avvenente, scherzando osserva che vedendo lui, ci si poteva aspettare che stesse con la figlia di Fantozzi, invece ha una compagna proprio invidiabile. Ma siamo nella cucina di Masterchef ed il più invidiato però ,dopo la seconda manche, è di certo Salvatore che, essendo riuscito a riproporre alla perfezione le leggendarie frittelle di bollito con fonduta di formaggio di chef Barbieri, automaticamente si aggiudica il titolo di capitano per la prova successiva.

La laguna veneta e le coloratissime case di Burano fanno da incantevole scenografia per la prova in esterna di questa settimana che mette i concorrenti alla prova con i prodotti ittici del territorio di tradizione secolare, come anguille,latterini, schie e moeche. Le due brigate devono cucinare per i trenta palati più esigenti della zona, gli osti di Venezia e della laguna. Ovviamente si tratta di un menu di pesce che per entrambe le squadra prevede tre cicchetti composti da crostino di pane e baccalà mantecato, sarde in saor e moeche fritte, un piatto principale da scegliere tra risotto con il ghiozzo e il pesce in cassopipa con polenta bianca e per finire, dolce uguale per entrambe, zabaione con biscotti tipici di Burano dal nome di bussolai.

La cucina di mare mette a dura prova le due brigate. Salvatore, a capo dei rossi, insieme a Federico che di professione fa il pescatore sembra avere già la vittoria in pugno, ma se la deve vedere con Giuseppe, capo della brigate blu che, carico come una molla, ha distribuito i ruoli alla perfezione e comanda dando la carica ai suoi sottoposti. Le due squadre però procedono a rilento, Gilberto vuole dare un tocco di contemporaneità alla zuppa di pesce che viene servita con polenta morbida proponendo di aggiungere una cialdina al prezzemolo, ma Federico, che è della zona e soprattutto conosce bene gli osti locali, dice che è meglio rispettare la tradizione. Non c’è spazio per l’improvvisazione e neppure per gli errori madornali come il baccalà montato con prezzemolo e dal colore giallognolo servito dal team blu. I rossi scalzano così la squadra avversaria e, tornati in studio, ora sono sei gli sfidanti che si giocano il tutto per tutto al Pressure Test.

Joe Bastianich li accoglie così: “Dio ha creato il mondo in sei giorni, voi avete mandato tutto al diavolo in un paio d’ore”. Salvatore, dall’alto della balconata, simbolo di salvezza, divide il sestetto in due gruppi che si devono affrontare con una prova insolita, cucinando a staffetta di un piatto di cui si conoscono gli ingredienti ma non il nome. Si tratta di due note ricette di Bruno Barbieri, un galletto in porchetta a forma di rollè con salsa di Castelmagno e battuto di melanzane e pomodori e una lasagnetta croccante con verdure in salsa di prosciutto di Praga.

I due gruppetti vanno in confusione, non riescono a passarsi i compiti ed entrambi i capigruppo, che hanno avuto l’opportunità di leggere la ricetta, comunicano male le nozioni ed entrambe le performance culinarie si riducono a premiare il meno peggio tra i due piatti. Giuseppe, Valeria e Guido si salvano, mentre Alessandro, Gloria e Giovanni si devono scontrare tra di loro cucinando di nuovo il rollè di galletto che hanno preparato poco prima con scarsissimo successo. Adesso hanno ricevuto tutte le dritte necessarie per realizzare un buon piatto, ma ancora tutti e tre commettono errori di esecuzione. Dalla balconata si spera che esca Gloria, ritenuta la più forte del terzetto e invece tristemente, al termine della manche, assistiamo alla disfatta di Giovanni che si deve togliere il grembiule e lasciare definitivamente la cucina. E’ dispiaciuto, ma in fin dei conti può riabbracciare la bella fidanzata e decidere finalmente cosa fare della sua vita. Anche noi siamo dispiaciuti, l’eterno studente ci era simpatico. Rimane ancora in gara Alessandro, nuovamente baciato dalla fortuna nonostante sia il più meno capace di tutti. Anche per stavolta scampa il suocero che lo disprezza, da cui, ci auguriamo, possa a brevissimo fare ritorno.