Per anni, Game of Thrones ha preparato il terreno per lo scontro finale con il Re della Notte, ma la maggior parte dei fan si aspettava che Jon Snow (Kit Harington) avrebbe inferto il colpo fatale al nemico per eccellenza della saga derivata dai libri di George R. R. Martin. Ecco perché è stata una sorpresa vedere Arya Stark (Maisie Williams), sorella di Jon, piantare il suo pugnale d’acciaio di Valyria dritto nel petto del capo degli Estranei.

Game of Thrones ci ha abituati a soventi capovolgimenti di aspettative, ma è anche famosa per nascondere gli indizi sulle principali rivelazioni molto prima che trovino effettiva realizzazione. David Benioff ha detto che lui e D.B. Weiss sanno da circa tre anni che Arya sarebbe stata l’unica a uccidere il Re della Notte, quindi hanno avuto tutto il tempo per costellare la serie di riferimenti velati a questo avvenimento futuro. Ecco una lista di tutte le volte che Game of Thrones ha lasciato intendere che Arya avrebbe assassinato il Re della Notte.

Nella premiere dell’ottava stagione, Jon è in piedi di fronte all’albero diga (nello stesso identico punto in cui il Re della Notte sarebbe morto più tardi), quando improvvisamente si gira e trova Arya in piedi dietro di lui. Le chiede come sia arrivata, prefigurando involontariamente la stessa tattica che la giovane avrebbe usato per raggiungere il Re della Notte eucciderlo.

Quando Melisandre (Carice van Houten) incontra per la prima volta Arya nella terza stagione, profetizza che nella ragazza ci sia un’oscurità che userà per chiudere “occhi marroni, occhi azzurri e occhi verdi” per sempre. Dopo di ciò lascia Arya con la promessa che si incontreranno di nuovo, cosa che avviene nella battaglia di Grande Inverno; in quell’occasione, Melisandre ricorda ad Arya la profezia, spingendola a rendersi conto che la parte “occhi azzurri” significava che era destinata a uccidere il Re della Notte. Ecco perché Arya ha lasciato il castello per trovare il suo nemico.

Nel corso della serie, il Mastino (Rory McCann) ha regolarmente deriso la religione e coloro che credevano nella volontà degli dei. Questo finché il Signore della Luce non gli diede una visione tra le fiamme, che lo portò a impegnarsi nella causa contro il Re della Notte e gli Estranei. Quell’evento è sempre sembrato strano, dato che in genere solo i servitori del Signore della Luce venivano “benedetti” con queste visioni. Ora sappiamo che lo scopo di quella visione era di assicurarsi che il Mastino fosse a Grande Inverno per salvare la vita di Arya durante la battaglia, assicurandosi che arrivasse a uccidere il Re della Notte.

Il Signore della Luce ha riportato in vita Beric Dondarrion (Richard Dormer) sei volte, ed egli ha sempre creduto che fosse per uno scopo. Quello scopo è stato salvare Arya dagli spiriti e portarla in salvo. Una volta adempiuto il suo compito, Beric è morto per la settima e ultima volta.

Sebbene il pugnale d’acciaio di Valyrian non abbia un nome ufficiale come la maggior parte delle armi di Game of Thrones, viene comunemente chiamato catspaw dopo il tentato omicidio di Bran (Isaac Hempstead Wright). Catspaw è un termine che in genere significa “usato per servire allo scopo di un altro” o “strumento”. Il nome stesso del pugnale ha sempre predetto questa svolta dell’ultimo minuto e Arya sarebbe stato lo strumento utilizzato nell’epica battaglia di Jon contro il Re della Notte.

Il nome del pugnale non è l’unico indizio a esso associato. Subito dopo che Bran rivela ad Arya di avere visioni soprannaturali, le consegna la daga, dicendo alla sorella che la lama è sprecata per uno storpio. La maggior parte dei fan ha preso sottogamba la scena attenendosi alle parole di Bran, ma sapendo quello che sappiamo ora, sembra improbabile che il giovane veggente le abbia dato il pugnale per qualsiasi altra ragione che non avesse previsto.

Forse la migliore anticipazione dell’uccisione di Arya è arrivata quando ha combattuto con Brienne di Tarth nella settima stagione. Nella sequenza di allenamento, Arya perde Ago e deve combattere con il suo nuovo pugnale. La giovane passa abilmente la daga da una mano all’altra, riuscendo a sorprendere Brienne e puntarle la lama alla gola. Il Re della Notte ha fatto lo stesso errore, afferrando la mano in cui Arya teneva in mano il pugnale, lasciando l’altra mano libera per afferrarlo e pugnalarlo.

Quando Arya decide di lasciare la Casa del bianco e del nero a Braavos, dice a Jaqen H’ghar (Tom Wlaschiha): “Una ragazza è Arya Stark di Grande Inverno, e io me ne torno a casa”. Invece di essere indignato per il fatto che la sua pupilla stia abbandonando lui e il Dio della Morte, Jaqen H’ghar sorride. Ci sono state molte teorie sul fatto che Jaqen fosse, in effetti, il Dio della Morte (o almeno che avesse il potere di preveggenza, visto che era praticamente onnisciente), quindi il suo sorriso alla sua partenza potrebbe essere la prova che conoscesse il destino della ragazza, e fosse semplicemente lì per addestrarla per il suo scopo primario.

La serie aveva ventilato in passato dove e come il Re della Notte sarebbe morto. Prima di guidare l’esercito dei morti, il Re della Notte era un uomo mortale che fu trasformato dopo che i Figli della Foresta l’avevano legato a un albero diga pugnalandolo col vetro di drago durante un rituale che gli conferì i suoi poteri. Ecco perché non sorprende che la sua morte sia avvenuta davanti a un albero diga, con il petto trafitto dal vetro di drago.

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Fonte: TV Guide