Netflix ha scelto Milano per lanciare in Italia la terza stagione de La Casa di Carta, la serie spagnola che grazie alla piattaforma streaming è diventata un fenomeno globale.

Domani 18 luglio a Piazza degli Affari si terrà l’evento “Piazza De Papel”, nel quale verranno proiettati i primi due episodi (a poche ore dall’uscita ufficiale, la mattina del 19 luglio) che abbiamo visto oggi in occasione dell’incontro stampa con Ursula Corberò (Tokyo), Miguel Herrán (Rio), Jaime Lorente (Denver), Esther Acebo (Stoccolma) e Luka Peroš (Marsiglia).

Alla fine della seconda stagione non abbiamo più notizie dei rapinatori. È passato un anno dal colpo, Raquel ha lasciato la polizia e in un momento di nostalgia prende le cartoline che le aveva dato Sergio molto tempo addietro nel bar e si accorge che aveva inserito delle coordinate geografiche. Seguendole, riesce a raggiungere l’isola dove si nasconde il Professore. Dove sono finiti gli altri protagonisti? Qualcosa l’avevamo intuito dal trailer, ma i primi minuti della terza stagione sono dedicati proprio a loro.

Ma cosa dobbiamo aspettarci da questa terza parte? “Tutto ciò che avevate apprezzato delle prime due stagioni è stato migliorato, accentuato, moltiplicato,” spiegano i protagonisti durante l’incontro stampa. “Grazie a Netflix abbiamo avuto moltissime risorse. Nelle prime due stagioni la banda si riuniva per sopravvivenza, mentre ora lo fa per qualcosa di più emotivo. E dovranno spendere molto per raggiungere quest’obiettivo…”

Miguel Herrán: “La serie ha avuto una nuova stagione grazie al suo successo. È stato qualcosa che nessuno aveva previsto: doveva durare una sola stagione inizialmente, e infatti aveva un inizio e una fine. Ma il pubblico si è fatto sentire, e allora abbiamo pensato di farne una terza.”

Úrsula Corberó: “Siamo diventati una famiglia. A livello della fase di rodaggio non è cambiato molto. È il budget che è cambiato! Ma realizzare questa serie è qualcosa di molto intenso, dobbiamo tenere alta la concentrazione. Quando è stata rinnovata per una terza stagione mi sono chiesta se sarebbe cambiato qualcosa, e ammetto che produttivamente è successo, ma tra noi è rimasto tutto uguale. Dal mio punto di vista, internamente, non è cambiato nulla.”

Come si evolverà Tokyo in questa stagione?
Úrsula Corberó: “In questi nuovi episodi vedremo una Tokyo meno bambina, molto più donna. Qui non si arrabbia, ma diventa molto più pericolosa.”

Cosa è disposto a fare per amore Denver?
Jaime Lorente: “E diventato da figlio a padre. È cresciuto, il suo ruolo si è ribaltato. Denver non è pronto per affrontare il conflitto a queste condizioni. Inizierà infatti la sua nuova avventura in forte difficoltà.”

C’è un bel momento femminista nei primi due episodi…
Úrsula Corberó: “In realtà questa sorta di matriarcato dura ben poco. Non è una serie femminista, ma ci sono personaggi femminili molto potenti. Anche rispetto agli uomini. Sono donne a 365 gradi che non si limitano ad accompagnare i personaggi maschili. E penso che la serie non accentui nulla di quello che è la realtà.”

Anche Esther Acebo, l’interprete di Stoccolma, concorda con quanto detto da Úrsula Corberó, confermando che il suo personaggio è una donna che vuole farsi rispettare che vuole prendere le sue decisioni senza che ci sia qualcuno (in riferimento a Denver) che le dica cosa fare. Ora Monica, ovvero Stoccolma, non è più una segretaria né un’amante.

Luka cosa ci puoi dire del tuo personaggio?

Luka Peroš: “In questi primi due episodi scopriamo poco o niente di Marsiglia. Non voglio spoilerare troppo… ma è un nuovo personaggio che è lì per proteggere la banda. Il mio è stato un ruolo di grande azione.

La serie ha avuto un successo planetario. Qualcuno di voi aveva scommesso su questo?

Miguel Herrán: “Evidentemente la Spagna non era pronta… ma il mondo sì! In realtà, se devo essere sincero, Enrique Arce era l’unico che lo immaginava. Nessuno di noi pensava che sarebbe stato un successo straordinario. Tranne Arturito!”

La Casa di Carta è la serie non in lingua non più vista su Netflix, è diventata un vero cult, e a contribuire a creare il mito c’è stata la maschera di Dalì. Questo aspetto ve lo sareste mai aspettato?

Esther Acebo: “No in realtà, in realtà non ce l’aspettavamo. È avvenuto tutto progressivamente. La serie ha avuto un enorme successo, e di conseguenza la maschera ha assunto quasi un significato tutto suo, un simbolo rivoluzionario.”

Siamo tutti d’accordo che non è giusto rubare, ma ne La Casa di Carta è inevitabile tifare per la banda, proprio come successe in passato con la squadra di Ocean. Cosa ne pensate?

Úrsula Corberó: “In realtà a mio avviso dipende anche da a chi rubi. Ma il motivo per cui ci immedesimiamo nei protagonisti è che sono personaggi umani, con caratteristiche reali e verosimili, per questo funzionano.”

Esther Acebo: “A pensarci bene sono la prima che dovrebbe dire la sua a riguardo: secondo me ci si può addirittura innamorare dei ladri! Ma il punto è che questi personaggi sono umani, non sono caricature. Sono persone con un’anima. Ecco quindi che si crea una sorta di empatia nei loro confronti, ed è per questo secondo me che è nato questo fenomeno.”

Luka Peroš: “Tutti cerchiamo un Robin Hood. Siamo stufi delle banche, della politica, delle promesse… le persone continuano a soffrire. Tutti cerchiamo degli eroi, e in questa serie finiamo per avere i buoni che sono cattivi e i cattivi che sono buoni. Il pubblico si entusiasma, vedendo quello che fanno i nostri protagonisti finisce per volerli imitare. Ma ovviamente mi riferisco al senso di famiglia…”

La canzone Bella Ciao ha un ruolo molto importante nella serie.

Luka Peroš: “Sì, perché questi ladri stanno dalla parte del popolo. La canzone ha un’origine antifascista, e per noi ha un significato molto simbolico. Il popolo è stufo, inizia a essere sempre più insofferente, non solo in Italia ma anche in tutto il mondo. Sono stufi dello strapotere delle grandi banche, viviamo in un’epoca in cui tantissime persone povere sono tenute in pugno da pochi privilegiati. Bella Ciao ha un ritmo fantastico, ma ha anche quest’anima”

Ci sarà una quarta stagione?

Luka Peroš: “Sì, l’abbiamo rivelato circa tre settimane fa: ci sarà una quarta stagione. Ma non diremo niente a riguardo!”

Jaime, la risata di Denver ti appartiene o te l’hanno consigliata?

Jaime Lorente: “È stata creata per il personaggio. Io rido in modo diverso! Durante la fase di casting si prestava particolare attenzione alla risata di Denver. E così me la sono inventata, è anche un modo per prendermi un po’ in giro dal solo.

 

 

LA CASA DI CARTA: LA SINOSSI DELLA TERZA STAGIONE

Dopo essere scappati con un miliardo di euro sottratto alla Zecca di Stato spagnola, il Professore riceve una chiamata: uno dei membri della banda è stato catturato. L’unico modo per salvarlo e proteggere il segreto di tutti è riunire la banda per organizzare un nuovo colpo, il più grande mai realizzato.

Vi ricordiamo che le prime due stagioni di La Casa di Carta sono disponibili su Netflix e la terza uscirà il 19 luglio. Potete rimanere aggiornati sulla serie grazie alla nostra scheda.

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