Al suo debutto, nel 2013, Orange is the New Black era un prodotto uguale e opposto ad House of Cards. Uguale perché ne condivideva le specificità in un contesto televisivo in cui le serie tv streaming erano un’eccezione. La serie di Jenji Kohan era infatti rappresentante di quella prima infornata di titoli che metteva gli spettatori di fronte a prodotti da fruire tramite la piattaforma Netflix, con tutti gli episodi della stagione rilasciati in contemporanea. Qualcosa che all’epoca andava addirittura evidenziato, mentre oggi nessuno ne sentirebbe il bisogno.

Era opposta invece per motivazioni che sarebbero emerse nel lungo periodo, ma che già sono visibili nelle rispettive prime stagioni. House of Cards è una serie piramidale, che accentra al vertice del potere la propria vicenda, culminando nella figura di quel Frank Underwood che si sovrappone così bene al carisma di Kevin Spacey. Serie fascinosa e diabolica, che gode della propria superbia. La serie della Kohan è invece ...