A Lucca Comics & Games 2019 abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Rebecca Sugar, in occasione di un evento riservato alla stampa. L’autrice di Steven Universe è arrivata in Italia per presentare il lungometraggio animato tratto dalla sua serie televisiva; dopo le cinque stagioni trasmesse su Cartoon Network, il mese scorso Netflix ha annunciato che trasmetterà la miniserie Steven Universe Future, ambientata dopo gli eventi del film.

 

 

Rebecca Sugar ha raccontato com’è nata l’idea della serie e quali sono state le principali difficoltà incontrate nel portarla avanti  nel corso degli anni:

 

Steven Universe

Quando ho presentato il progetto per la prima volta ai produttori ero molto agitata: anche se è uno sci-fi/fantasy/action/comedy/slice-of-life/tutto quanto, ciò che per me era importante era il rapporto con il mio fratello minore Steven, su cui è basato il protagonista. Anche se avevo un sacco di idee astratte su questo universo fantastico, ho sempre sottolineato l’importanza dei legami reali, il vero significato della storia, è qualcosa a cui continuavo a pensare anche mentre scrivevo gli episodi.

Ho sempre voluto far crescere Steven, come avviene nel film. In realtà volevamo fare qualcosa di simile anche in “Adventure Time”, ma nell’animazione è molto difficile convincere i produttori di una scelta simile, perché se i personaggi crescono, improvvisamente tutti i gadget sono “sbagliati”, non sono aggiornati. Chiunque ha cercato di farci desistere dall’intraprendere questa strada. Però il personaggio è cresciuto e maturato nel tempo, il pubblico lo ha adorato e questo ci ha permesso di farlo crescere anche di età. Ma sono serviti diversi anni per arrivare a questo punto. Sono sempre stata convinta che così sarebbe stato più interessante.

Negli ultimi anni sto osservando un cambio di mentalità, si sta tornando a pensare all’animazione così com’era stata concepita inizialmente. I Looney Tunes, i cartoni dello Studio Fleischer, i cortometraggi che venivano proiettati nei cinema, non erano pensati esclusivamente per i bambini, ma per un pubblico di tutte le età. Un cambiamento simile sta avvenendo anche nel processo creativo: in “Steven Universe” non abbiamo degli sceneggiatori, sono i disegnatori che lo scrivono direttamente sotto forma di storyboard e questo è un approccio molto tradizionale. Stiamo realizzando quello che come artisti ci piacerebbe vedere e credo sia l’approccio migliore, perché tutti apprezzano la possibilità di vedere Arte. L’idea che i cartoni siano prodotti solo per bambini, e servano a far vendere più giocattoli… lo capisco, ma noi stiamo facendo qualcosa di più simile ai cartoni animati degli anni ’30 e ’40. Stiamo lavorando a qualcosa in cui crediamo.

 

Abbiamo chiesto alla Sugar di parlarci dell’elemento musicale della serie, che raggiunge il suo apice in Steven Universe – The Movie:

 

Nel corso delle diverse stagioni “Steven Universe” ha sviluppato un’atmosfera sempre più da musical, fino ad arrivare al film che è la massima espressione di questo elemento. Ci puoi parlare di cosa rappresenta per te e quali sono state le tue fonti d’ispirazione da questo punto di vista? Ti piacerebbe se un giorno Steven arrivasse sui palcoscenici di Broadway, com’è successo pochi anni fa con SpongeBob?

Steven Universe The Movie

Oh, sarebbe qualcosa di meraviglioso, sarei felicissima! Un progetto simile però non dipende da me, i produttori devono convincersi che molte persone sarebbero interessate, quindi richiedetelo a gran voce, il mio appello ai fan è “Fatevi sentire!” (ride)

Amo i musical, sono cresciuta guardando vecchi film come “Music Man”, “Fiddler on the Roof” e “Victor Victoria” – che è stata una grande fonte d’ispirazione per l’episodio “Mr. Greg”. Ma ce ne sono molti altri che amo. Il film di “Steven Universe” ha forti influenze di “Lemonade!”. Sono andata al college a New York, abitavo vicino a Broadway per cui ho avuto la fortuna di poter vedere molti spettacoli dal vivo. Ho visto Patti Lupone in un revival di “Sweeney Todd” nel quale interpretava Mrs. Lovett e suonava la tuba sul palco, perché in quell’allestimento il cast era contemporaneamente anche l’orchestra, è stato qualcosa di incredibile! Poi l’ho vista anche in “Gypsy”, solo a ripensarci mi stanno venendo i brividi.

Quando l’ho voluta per doppiare Diamante Giallo, le ho scritto una lettera per spiegarle quanto fosse stata importante per me, per capire come commedia e tragedia potessero coesistere, come qualcosa di drammatico potesse diventare divertente. Il suo essere buffa fa parte della tragedia del personaggio… mi emoziono soltanto a parlarne, per me è stata una grande fortuna avere l’occasione di lavorare con lei.

Man mano che la trama di “Steven Universe” procedeva, abbiamo scoperto sempre più elementi sulla sua mitologia, molti personaggi che credevamo buoni hanno rivelato aspetti più oscuri… Di tutto ciò che abbiamo visto nelle sei stagioni, nel film e nella miniserie che arriverà l’anno prossimo, quanto era già stato pianificato fin dall’inizio?

Tutto quanto. Consiglio a tutti di riguardare la serie per rendersi conto che tutto è già lì. Rose affronta molte difficoltà, rispetta Greg come persona ma fatica a sviluppare l’empatia. Quando parla degli esseri umani, sta parlando di qualcosa che sogna di diventare, è la sua aspirazione. Quello che ha fatto a Spinel, lo ha fatto anche alle altre Gemme.

Come hai deciso cosa inserire nella prima stagione? Se avevi già sviluppato fin dal principio una trama così elaborata, non avevi il timore che la serie non sarebbe stata rinnovata e il pubblico non avrebbe mai potuto sapere quanto fosse stratificata?

Sì, eravamo tutti preoccupati. Quando abbiamo scritto l’episodio “Lapislazzuli” non sapevamo se ce ne sarebbero stati altri, perciò abbiamo realizzato qualcosa che potesse funzionare anche come finale di serie. Ma fortunatamente la serie è proseguita, ancora e ancora. Ho poi lottato per avere altri sei episodi aggiuntivi e ce l’ho fatta.

Sono entusiasta che potrete vedere “Steven Universe Future”, ci sto lavorando duramente. Per me è elettrizzante, perché è una storia che posso raccontare solo ora, dopo gli eventi della serie e del film. Sono ogni giorno sempre più rilassata, sapendo che siamo riusciti a raccontare molti dei punti fondamentali che avevamo pianificato nel 2011.

 

 

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