Damon Lindelof è un grandissimo fan di The Good Place e non ha avuto alcuna vergogna a rivelare di aver pianto durante il finale dello show andato in onda giovedì sera negli Stati Uniti. Non molti sanno che Lindelof è stato spiritualmente collegato alla comedy targata NBC sin dal lancio avvenuto nel 2016. Ad esempio, Drew Goddard, che ha lavorato con Lindelof in Lost, ha diretto il pilot di The Good Place continuando poi come produttore esecutivo. Inoltre, poi, il creatore della serie Mike Shur ha chiesto qualche consiglio a Lindelof su come realizzare una commedia a puntate che affronti argomenti come filosofia, umanità e mortalità.

“È finita magnificamente”, ha detto Lindelof a Variety durante i Writers Guild Awards di sabato pomeriggio. “È stato squisito. Ho pianto. È stato un finale molto elegante e raffinato. Non mi è sembrato manipolatorio, cosa che sicuramente avrei fatto io. Ci sarebbero stati addii molto più ricchi di lacrime. E ho adorato il modo in cui è stato pacato e fosse pensato proprio per il suo pubblico”. Lindelof ha anche apprezzato l’omaggio dello show a The Leftovers all’inizio dell’episodio, quando Maya Rudolph, che interpreta il giudice, rivela che lo sta binge watchando – e di aver quasi distrutto il 2% dell’umanità dopo aver appreso che l’attrice Carrie Coon non ha mai ricevuto un Emmy per la sua interpretazione.

“Ovviamente sono stato profondamente e personalmente toccato e sorpreso da questo omaggio”, ha spiegato Lindelof, il quale ha anche ammesso di aver scritto a Schur subito dopo la fine del finale: “L’ho visto in diretta, il che è stato un po’ frustrante perché mi son dovuto sorbire anche tutte le pubblicità”, ha detto. “Sì perché normalmente lo guardo registrato in modo da poter sperimentare tutto il suo peso emotivo. Ma ero così preoccupato che qualcuno mi spoilerasse e avevo bisogno di scoprire subito come si sarebbe concluso il tutto.”

Alla domanda se mai produrrà altre stagioni di Watchmen, Lindelof ha ripetuto quanto già affermato, ossia che, almeno per ora, non ha nessuna intenzione di proseguire. “Capisco che viviamo in una società in cui si pretendono risposte ferme”, ha spiegato Lindelof. “Ci sarà dell’altro o non ci sarà dell’altro?. E sfortunatamente la risposta è “probabilmente no.” Sono stato abbastanza coerente da quando abbiamo presentato la serie tv al Comic-Con.”

“Quando ho presentato per la prima volta lo serie a HBO, ho pensato che Watchmen potesse seguire il modello di Fargo e True Detective”, ha aggiunto. “Penso che ci sia un’alta probabilità che ci siano più stagioni di Watchmen. Penso che la probabilità di essere coinvolto come showrunner sia sempre più bassa. Mi piacerebbe tanto vedere di più, e penso che mi piacerebbe vedere più serie televisive come True Detective o Fargo dove anche altri artisti visionari possano prendere le redini e continuare la serie a modo loro. Non ho creato Watchmen, quindi penso che sarebbe ipocrita dire che io sia l’unica persona che possa continuare a farlo. Ma voglio anche lasciare spazio per un eventuale ritorno tra tre, quattro o cinque anni nel caso avessi un momento “eureka.”

Data la reazione non così positiva di alcuni fan e critici al finale di “Lost”, Lindelof ha riso più volte alla domanda se mai ci saranno altre stagioni di Watchmen: “Dobbiamo apprezzare l’ironia di questa domanda che ormai mi viene posta in continuazione, ossia: ‘Possiamo per favore avere un’altra stagione?’ E la mia risposta è: ‘Va bene così”.

Che cosa ne pensate delle dichiarazioni di Damond Lindelof? Ditecelo nei commenti?