I Am Not Okay With This, la serie Netflix con star Sophia Lillis (qui la nostra recensione della prima stagione), contiene una sanguinosa scena paragonata da molti spettatori a Carrie, il film cult del 1976 tratto dal romanzo di Stephen King, tuttavia gli showrunner hanno dichiarato che si tratta di un omaggio quasi “involontario”.
Nello show la protagonista Sydney, durante il season finale, non riesce a controllare i suoi poteri e fa esplodere la testa del ragazzo che l’ha presa di mira e sta ridicolizzando davanti a tutti i suoi compagni di scuola i suoi sentimenti nei confronti di Dina (Sofia Bryant).

Gli showrunner Jonathan Entwistle e Shawn Levy, intervistati da Entertainment Weekly per parlare dell’adattamento della graphic novel di Charles Forsman, hanno ora parlato del finale delle sette puntate.
Levy ha sottolineato:

Sapete cosa è strano, ma è la verità? Come accaduto ai fratelli Duffer con Stranger Things, non abbiamo mai trascorso del tempo dichiarando gli omaggi che volevamo creare. Ci sono certi film o riferimenti che sono emersi sviluppando lo script, ma mai durante tutti i miei anni trascorsi nella produzione di Stranger Things e nemmeno una volta durante il periodo trascorso a lavorare a I Am Not Okay With This abbiamo detto ‘Ora realizzeremo questa inquadratura come quella presente in quel film’. So che le persone faticheranno a crederci, ma queste influenze sono davvero forti ma in realtà sono maggiormente latenti e inconsapevoli.

Entwistle ha aggiunto:

Si è trattato totamente di un caso, stranamente. Abbiamo ideato l’immagine molto presto quando ne stavamo parlando: se non farà esplodere la propria testa, come accade nel fumetto, quali sono le opportunità di ciò che possiamo fare con Syd? Che iconografia è quella conclusione? Abbiamo ideato questa scena, ci piaceva l’estetica e poi improvvisamente mi sono reso conto, una volta iniziato il processo di lavorazione, che si tratta di un’immagine davvero cool, ma molto simile a Carrie.

Gli showrunner hanno però ribadito che le somiglianze sono limitate al fatto che la protagonista sia ricoperta di sangue e la situazione sia avvenuta durante il ballo della scuola, rivelando invece che la scena in cui sono in punizione è ispirata a un episodio della prima stagione di Dawson’s Creek e non al film Breakfast Club.
Levy ha poi aggiunto che si sono resi realmente conto della somiglianza con Carrie fino al momento in cui hanno visto le proposte di Netflix per il poster dello show:

Ma non è mai stato in programma o dichiarato in modo esplicito.

I due showrunner hanno inoltre spiegato che hanno sempre pensato alla prima stagione come prologo per la seconda:

Non ci hanno ufficialmente rinnovati per future stagioni, non ci è mai stato promesso che verrano realizzate, ma io, Jonathan e tutte le persone che hanno lavorato allo show volevano scommettere su di noi e abbiamo realmente creduto che questo progetto potesse essere un racconto davvero speciale e in grado di avere una certa risonanza su una delle più grandi piattaforme al mondo. Sapevamo che sarebbe stato questo mistero presente nel corso della stagione che sarebbe iniziato in modo sottile e sarebbe risalito sempre di più, fino a uscire nel finale con l’introduzione dello sconosciuto, che non abbiamo ancora identificato. Abbiamo sempre saputo che volevamo finisse lì la prima stagione, abbiamo lavorato a lungo e duramente per trovare l’ultima battuta da affidare a quel personaggio sconosciuto e abbiamo cercato di aver realizzato un ottimo show e investire nella speranza che gli spettatori reagiscano positivamente alla storia in modo da poter avere il privilegio di realizzare ulteriori puntate.

Entwistle ha infatti sottolineato che nella seconda stagione vorrebbe espandere il mondo alla base della storia, mostrando cosa accade quando una ragazza deve accettare il fatto di avere dei superpoteri oltre a dover fare i conti con i problemi quotidiani:

Non è necessariamente per tenerli segreti, come li usa e cosa vuole dire accettare il bene e il male, la luce e l’oscurità quando ha la responsabilità di questi superpoteri? Quella è la direzione della storia che voglio prendere con Sydney.

Lo showrunner ha anticipato che sarebbe entusiasta di mostrare cosa accade alla ragazza nel momento in cui deve tornare al liceo:

Chi sa cosa accadrebbe? Nessuno la accuserebbe realmente, ma sarebbe al centro di tutto. Sono entusiasta all’idea di quale tipo di folli teorie al liceo potrebbero pensare per trovare un motivo per quanto accaduto durante il ballo. Sono inoltre interessato nell’espandere la natura all’insegna dei superpoteri del mondo e cosa accade a Sydney, sia nel bene sia nel male.

Levy ha infine spiegato che si era deciso volutamente di costruire una prima stagione non particolarmente ambiziosa per poi espandere le tematiche e le situazioni:

Come abbiamo imparato con Stranger Things, amo esplorare dinamiche diverse tra personaggi differenti perché possiamo sorprenderci combinando e unendo diverse dinamiche e personaggi differenti nel nostro cast.

Che ne pensate delle dichiarazioni degli showrunner di I Am Not Okay With This sui riferimenti a Carrie e sulla seconda stagione? Lasciate un commento!

Fonte: EW

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