Nelle nostre recensioni di Star Trek: Picard vi abbiamo spiegato quanto la serie firmata CBS All Access e disponibile in Italia su Amazon Prime Video sia diversa da altre serie del franchise. Non solo in termini contenutistici (è il sequel di Star Trek: The Next Generation, ma Picard non fa più parte della Flotta Stellare e persegue una missione decisamente personale) ma anche in termini stilistici: ha una trama molto orizzontale e, tra le altre cose, non viene menzionata la data stellare a inizio episodio.

Rispondendo a un fan su Instagram, lo showrunner Michael Chabon ha spiegato di non essere mai stato un fan di questa convenzione:

Le date stellari, per quanto mi riguarda, e so che questo farà impazzire qualcuno, sono una forma perversa di informazione che non informa. La data stellare non ti dice veramente nulla. Persino chi sa come convertirla e interpretarla, deve appunto convertirla e interpretarla per capire cosa significa. Dare una data stellare agli spettatori… è come se io avessi bisogno di sapere se ho bisogno di indossare un maglione o no, e voi mi rispondeste dicendomi la temperatura in Kelvin. “Fuori fa 207”

In base al calendario Gregoriano, Star Trek: Enterprise è ambientato nel 22esimo secolo (dal 2151 al 2155), Star Trek: la Serie Originale e le prime due stagioni di Star Trek: Discovery sono ambientate nel 23esimo secolo (Discovery, poi, nella terza stagione si sposta nel 3187, cioè nel 32esimo secolo). The Next Generation, Voyager e Deep Space Nine sono ambientati nel 24esimo secolo. Picard è ambientato nel 2399, cioè quando sta per iniziare il 25esimo secolo.

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#nepenthe 8/8/19

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