In questi giorni si è festeggiato il primo anniversario del finale di una delle serie TV più viste e discusse di questo millennio, del quale abbiamo già scritto qualcosa qui. Se consideriamo gli articoli usciti un po’ ovunque e le reazioni sui social come termometro del gradimento generale rispetto all’opera di Benioff e Weiss, l’immagine che ne viene fuori è desolante: la conclusione di Game of Thrones è piaciuta a uno sparuto gruppo di persone che si contano sulle dita della mano mozzata di Jamie Lannister, e l’eredità della serie è stata quasi universalmente cancellata da un’ottava stagione considerata non all’altezza. Perché allora siamo ancora qui a parlarne? Perché oggi si festeggia un altro anniversario, quello di una serie il cui finale è ancora oggi uno dei più clamorosi pomi della discordia della storia della serialità, e che viene spesso usato (anche in questi giorni) come paragone in negativo per tutto ciò che un gruppo di autori TV non dovrebbe mai fare quando deve chiuder...