ATTENZIONE: SPOILER SULL’ULTIMO EPISODIO

Dopo cinque stagioni, Bates Motel fa il suo check-out con un finale straziante, coinvolgente e triste. Il titolo dell’episodio è “The Cord” e a lasciarci oltre a allo sceriffo Romero c’è niente di meno che il protagonista Norman, il quale viene ucciso tragicamente da suo fratello Dylan dopo i tentativi di quest’ultimo di farlo ritornare in sé. Ma dopotutto c’è quel “grazie” sussurrato alle orecchie del fratello. Avvolto teneramente tra le sue braccia, Norman è pronto a lasciare il mondo terreno per ricongiungersi definitivamente con sua madre, Norma.

The Hollywood Reporter ha intervistato i due showrunner della serie, Carlton Cuse e Kerry Erhin e il protagonista Freddie Higmore per parlare dell’epilogo di una grande storia.

Quanto di questo finale era stato già previsto sin dall’inizio? Quanto è cambiato nel corso degli anni?

Ehrin: Abbiamo sempre pensato che questa fosse una storia d’amore. Una piuttosto strana, contorta e decisamente cupa. Sentivamo che, anche se nella morte, erano di nuovo insieme. Anche se rimanevano uno vicino all’altra sulla terra per tutta l’eternità. Emotivamente parlando quella era la destinazione trainante. La storia di Dylan diventa parte di tutto questo, e lui si incarna nell’eletto, il solo che avrebbe potuto accompagnare Norman fuori dal mondo.

Cuse: Abbiamo capito dopo che sarebbe dovuto essere Dylan colui che avrebbe condotto Norman fuori dal mondo. Ma sin dal primo momento in cui abbiamo iniziato a parlare dello show, abbiamo sempre immaginato un viaggio di cinque anni in cui sia Norman che Norma sarebbero morti alla fine. Fondamentalmente, sentivamo che la loro storia d’amore non poteva avere successo in questo mondo.

Stavate cercando di avvicinarvi ad atmosfere alla “Uomini e Topi”?

Ehrin: Sì. Esattamente. È stata sicuramente un’ispirazione che abbiamo avuto nelle prime discussioni. L’idea di una morte dolce è stata piuttosto straziante.

Cuse: C’è un momento commovente in cui Norman ha un breve barlume di lucidità che gli dà una certa prospettiva delle cose. Se pensi alla mente stravolta di Norman nel momento in cui invita Dylan a cena con il corpo di Norma seduto a tavola, c’è un istante di pura commozione, una reale commozione, che trova il suo culmine nel momento in cui Norman si rende conto che tutte le strade gli sono state chiuse. Non vuole andare in un istituto mentale, non può esistere in questo mondo, è in uno stato mentale piuttosto degradante. Non c’erano soluzioni per lui.

Dal momento che avete introdotto Marion Crane (Rihanna), quelli di Norman sono diventati giorni contati?

Cuse: C’erano un paio di principi guida. Noi non volevamo chiudere lo show nella stessa maniera di Psycho. Sarebbe stata una profonda delusione e avrebbe sgonfiato la nostra intenzione, che era quella di prendere personaggi e alcune delle immagini iconografiche del film e raccontare la loro storia. La nostra storia ha un suo finale, e quindi alla fine ci siamo divertiti a passare dentro e fuori dalla mitologia di Psycho. Specialmente quando abbiamo scelto Rihanna, ci siamo basati sul fatto che la gente una volta arrivata a quel punto avrebbe avuto delle aspettative molto specifiche basate sul film, e così abbiamo capovolto le loro aspettative. È stato divertente da fare, ma per quanto riguarda il finale, non abbiamo mai pensato di farlo finire come Psycho o anche solo che dovessimo essere obbligati a farlo. I nostri obblighi alla fine di tutto riguardavano solo ed esclusivamente una nostra speranza: far sì che questa tragica storia d’amore si concludesse in maniera soddisfacente. Sì, triste può anche voler dire soddisfacente. Sappiamo che non sarebbe stato un finale felice, ma abbiamo sperato almeno che potesse essere soddisfacente.

Quando avete deciso che Dylan, Emma e la loro figlia avrebbero vissuto felici e contenti?

Ehrin: Quell’impulso lo abbiamo avuto alla fine della seconda stagione.

Cuse: Abbiamo realizzato che lo show stava andando verso un finale molto cupo, e quindi abbiamo pensato fosse importante avere qualche raggio di sole alla fine della nostra storia. Ad un tratto ci è apparso chiaro il fatto che Dylan e Emma meritassero di uscirne con un finale a lieto fine, per quanto questo possa chiamarsi così.

Qui sotto invece potete leggere le parti più salienti dell’intervista fatta a Freddie Highmore, protagonista di Bates Motel, sempre da parte dell’Hollywood Reporter:

Quand’è che Norman realizza che è arrivato il momento di convincere sua madre a lasciarlo?

Quel momento di reset arriva con le ultime parole di Romero. Quando Norman gli spara, questo atto arriverà a provocargli uno choc che lo conduce a mettere di nuovo se stesso su un unico lato del suo cervello. Ha ignorato Norman per la maggior parte della stagione. Quindi in quel momento di risveglio c’è troppa verità da gestire tutta insieme, ed è troppo per lui da affrontare. Quando lui riappare in quello che io reputo il mio atto preferito, lui si sveglia ed è steso di fianco ai cadaveri di Romero e Norma, ma è felice perché pensa ai momento vissuti nel pilot. Il modo in cui Tucker Gates, il quale merita così tanti riconoscimenti per tutto quello che ha portato allo show sia a livello visivo che stilistico sin dall’inizio, esce fuori, e si manifesta tutto insieme in maniera epica. Ma tutto questo mi fa anche ridere. So che non è una comedy, ma a questo punto sembra quasi così; Norman sta praticamente parlando da solo, con sua madre morta vicino a lui. É troppo. Ma ci sono delle bellissime inquadrature di quando lui parla con sua madre sul retro della macchina di Chick (Ryan Hurst) mentre lo porta a casa, dicendo è tutto così folle.

Hai riguardato il pilot così da poter ricordare?

Non l’ho fatto. Per assurdo nella mia mente era tutto molto chiaro. Mi ricordo perfino di come certe cose vennero dette. Le risposte che Vera mi diede in qualche modo sono ancora radicate nella mia testa. È come se fossimo ritornati a quei momenti. È stato un episodio nostalgico da girare per ultimo proprio per questo motivo. È sembrato come se fossimo ritornati al principio, e come sono cambiate le cose da quel momento…

Rispetto alla scena finale?

È stato un momento molto forte vedere Dylan fare quella scelta. So che in qualche modo è opinabile perché può essersi trattato di un atto di difesa o di una scelta conscia fatta da Dylan ossia quella di andare avanti e uccidere suo fratello, ma io credo che sia più quest’ultima. È stata una decisione che ha fatto con consapevolezza, ed è stato un finale molto importante per Dylan. Dall’altro lato, Norman ha dimostrato a se stesso di essere incapace di seguire i suoi desideri di suicidio. […]

Hai venduto progetti con Kerry Ehrin (Baby Face per A&E, e un drama per la NBC), quindi perché hai scelto The Good Doctor sulla ABC per il tuo prossimo ruolo?

Entrambi questi progetti stanno andando avanti, e siamo in processo di scrittura e formazione delle storie, ci stiamo quindi muovendo su questo fronte. Per quanto riguarda The Good Doctor ho appena finito di girare il pilot e sono spaventato a parlarne troppo, non vorrei che andasse male la cosa. È un personaggio molto affascinante e c’è un gruppo di persone meravigliose. David Shore e gli altri produttori sono molto intelligenti, e si tratta di una storia di cui voglio fare parte. Speriamo di poter fare altri episodi.

Hai altro da aggiungere? 

Spero che Emma e Dylan abbiano il loro lieto fine.