Martin ha anche chiarito che Fire and Blood non è un romanzo nel senso tradizionale del termine, ma che “è molto divertente – a molte persone piacerà, spero – ma non voglio che lo comprino pensando che stanno acquistando l’ultimo romanzo della saga di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.” Fire and Blood è piuttosto accostabile alle appendici di Il Signore degli Anelli di Tolkien, con Martin che chiama scherzosamente il suo libro “il GRRMarillion”.
Allora, come dovremmo chiamare questo libro, allora? In che genere è? Martin preferisce la definizione imaginary history, che si è evoluto dal termine più ironico fake history, che alcuni fan non hanno apprezzato.
“Pensavano che fosse un termine umiliante e che stessi svilendo il mio stesso lavoro. Per quanto io possa rubare dalla storia reale e trarne ispirazione, il mio libro non è destinato a prendere il suo posto, o suggerire che ci sia un qualsiasi livello di realtà in esso. Quindi, ho pensato che “imaginary history” fosse un buon modo per descriverlo.”
Martin ha poi rivelato di non essere affatto entusiasta di classificare i libri in generi, scagliandosi contro la “divisione in generi della letteratura di finzione, dove vai nelle librerie e ci sono fan della fantascienza e ci sono fan dei romanzi gialli, e non lasciano mai quella sezione del negozio. Non sono a conoscenza neppure in minima parte del meraviglioso lavoro svolto nei testi che sono classificati come appartenenti ad altri generi. Mi piace l’idea di abbattere queste barriere e fare in modo che tutti leggano buoni libri.”
Cosa ne pensate? Avete curiosità nei confronti di Fire and Blood? Fatecelo sapere nei commenti!
Fonte: Winteriscoming
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