“Pinewood”, diciottesimo episodio della seconda stagione di Gotham, chiude definitivamente parecchi punti di domanda rimasti in sospeso. Più che per noi spettatori, soprattutto per Gordon e Bruce Wayne, i quali seguendo strade diverse riguardo l’investigazione per risolvere il caso della morte dei coniugi Wayne, arrivano finalmente a scoprire la mente dietro al famigerato omicidio (e dietro gli esperimenti di Indian Hill).

Purtroppo dal nostro punto di vista la questione si è risolta, per forza di cose, già da parecchio tempo. L’episodio inizia infatti confermandoci la teoria definitiva con Hugo Strange che parla del caso di Karen, una ragazza nata con un braccio mutilato che durante gli esperimenti ha subito una malformazione diventando una sorta di mutante. I calcoli sono semplici, soprattutto dal momento che Alfred e Bruce scoprono dei collegamenti della ragazza con Thomas. Nonostante il mistero è già risolto sin dall’inizio, seguiamo con attenzione le indagini perché arricchite da una parte e dall’altra da due figure molto sofisticate e complesse.

Da un lato Gordon viene aiutato, pur non volendolo, da Barbara appena tornata in libertà. Negli scorsi episodi abbiamo assistito alla redenzione “forzata” di Pinguino che nel corso del suo tragitto conosce suo padre e la sua nuova stramba famiglia. Se non era piaciuto il cambio repentino di Pinguino di certo la nuova Barbara convince molto di più perché ritorna la stessa di sempre ossia una donna chiaramente instabile ma che decide di aiutare Gordon nelle indagini. Situazione che si palesa durante le scene con “The Lady” (donna sofisticata nell’abbigliamento e nei lineamenti), che porta con se un indizio fondamentale. Il modo in cui Barbara raggira la situazione, forse in maniera un po’ prevedibile, porta comunque lo spettatore a restare attento.

A noi è stato sempre chiaro l’amore “malato” di Barbara per il commissario, e oggi ce lo ha dimostrato comportandosi in definitiva come sempre. La scena che la vede aprirsi sentimentalmente con Gordon è toccante, infatti quello che lei le spiega arriva quasi a convincere noi, ma soprattutto lui: dopo il coma la prima cosa che le sovviene è lo sguardo di Jim che cercava di salvarla appesa dalla finestra della chiesa. Barbara afferma che in quel momento ha visto nei suoi occhi una persona che non stava guardando il mostro bensì la donna di cui si era innamorato anni prima. Il discorso fila.

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Dall’altra parte conosciamo un nuovo personaggio molto interessante, Karen, che nel corso della sua vita ha avuto un bel trascorso (forse l’unico) con Thomas Wayne. Bruce si affeziona subito alla ragazza, anche se questa inizialmente fatica a raccontarle la verità dietro la creazione di Pinewood Farms, proprio perché la mente dietro al progetto è quella di suo padre seppur le intenzioni di quest’ultimo non erano di certo cattive. Infatti una volta compresa l’evoluzione malsana della sua creazione da parte di alcuni scienziati, Thomas tenta in tutti i modi di fermare gli esperimenti. Ed è proprio questo tentativo che porterà Hugo Strange a prendere dei terribili provvedimenti.

Quello che forse non convince di questo episodio è il rilascio improvviso di Mr. Freeze. La sua presenza fuori dalle mura avrebbe potuto portare immediatamente a presupporre che dietro agli esperimenti di Hugo Strange non c’è un discorso pulito e sensato. Ma in definitiva questo non è altro un modo per condurre tutti i protagonisti a dubitare di lui e della sua buona fede. Come incentivo di questo c’è proprio il finale “troppo rapido” nel quale Lucius Fox, attraverso delle indagini incrociate sul nome del “filosofo”, trova delle foto sospettose nelle quali compare proprio Hugo Strange sotto il nome de “il filosofo”.

“Pinewood” rimane comunque un episodio riuscito, logico, coerente e sotto certi punti di vista emozionante. Il personaggio di Karen e il suo attaccamento paterno nei confronti di Thomas è stato interessante, seppur raccontato molto brevemente. Questa è la dimostrazione che si è lavorato bene prima sulla sceneggiatura e sulla limpidità riguardo la figura di Thomas, un uomo buono, con delle idee chiaramente da megalomane, ma pensate solo per fare del bene. Solo che in una città come Gotham, folle e deviata, il potere prima o poi finisce nelle mani sbagliate.

Ora quello che ci aspetta nelle prossime puntate sarà sicuramente qualcosa di curioso e stimolante, considerando anche l’inaspettato e rapido arrivo di Azrael (ex Galavan), risorto dopo numerosi esperimenti. Non dimentichiamoci di Nygma, arrivato nello scorso episodio ad Arkham. Inoltre chissà cosa accadrà, in termini di evoluzione dei personaggi, a Tabitha, Butch e a Barbara, ora ritornata in loro compagnia proprio per rafforzare la sua coerenza caratteriale.

Detto tutto questo Gotham sta continuando a dimostrare una sua forte identità, attraverso una cura anche nella regia e ad una delicata e ragionata fotografia, che continua a prevalere sui meno efficaci effetti in CGI. La sceneggiatura a volte tocca un po’ il fondo attraverso delle risoluzioni troppo rapide e banali, ma ogni episodio è così pieno di riferimenti e così carico di nuovi sviluppi che quasi non si condanna l’aspetto più debole.