L’emergenza Coronavirus nella contea di Los Angeles ha raggiunto un picco davvero preoccupante nelle ultime settimane, tanto da costringere gli studios di Hollywood a rinviare di alcuni giorni il rientro dalla pausa invernale per le riprese (qui l’elenco di tutte le serie coinvolte). Non solo: la cerimonia dei Grammy, prevista per il 31 gennaio, è stata spostata al 14 marzo nella speranza che nei prossimi due mesi le cose migliorino.

Quando la pandemia ha colpito la prima volta, a marzo dell’anno scorso, tutte le produzioni sono state interrotte per mesi. Non è previsto che accada la stessa cosa ora: non senza generare polemiche, infatti, le produzioni tv e cinematografiche sono esenti dalle restrizioni per il Coronavirus, e sono andate avanti anche nel mese di dicembre quando sono state implementate misure sempre più dure. Ma con gli ospedali che via via stanno esaurendo i posti letto, da più parti è arrivata la richiesta di un rinvio della ripartenza, anche perché già nel mese di dicembre diverse produzioni avevano rilevato casi di Coronavirus al loro interno (come la serie Netflix Family Reunion, che tuttavia non ha interrotto le riprese).

Negli ultimi giorni si sono fatti sentire anche i sindacati: SAG-AFTRA (attori), la PGA (produttori) e il Joint Policy Committee hanno diramato un comunicato nel quale consigliano un prolungamento temporaneo dello stop alle produzioni (“Non è un contesto sicuro per lavorare sul set”), nel frattempo anche talk show come Ellen e Jimmy Kimmel sono tornati alla modalità da remoto.

Tuttavia, nessuno a Hollywood vuole tornare nella situazione del marzo del 2020. Variety cita un produttore e spiega chiaramente il motivo per cui la maggior parte degli studios (CBS TV, Warner Bros. TV, Universal TV, Netflix) intendono tornare sul set entro fine mese:

Non c’è rimasto molto da mandare in onda ormai e ci sono veramente troppi soldi in ballo. In qualche modo ci siamo convinti di poter continuare a lavorare in sicurezza. Lo stiamo facendo davvero? Siamo incentivati a crederlo, quindi credo che si continueranno a prendere questi rischi calcolati.

Nella seconda metà del 2019 sono state parecchie le serie che sono riuscite a proseguire le produzioni implementando misure di sicurezza costose ma piuttosto efficaci. Ciò non toglie che Lucifer, Mr. Mayor, Young Sheldon e molte altre produzioni hanno avuto casi di Coronavirus. I protocolli servono proprio a tracciare e limitare la diffusione dell’epidemia.

L’attuale stop non dovrebbe avere conseguenze particolari: gli stipendi a troupe e cast non verranno sospesi e il lancio dei nuovi episodi non verrà rinviato. Ma ovviamente tutto dipenderà da cosa accadrà nelle prossime settimane, se cioè lo stop verrà prolungato ancora.

“Monitoriamo costantemente la situazione,” spiega il capo del sindacato SAG-AFTRA a Variety. “L’ambiente dove si svolgono le produzioni è indubbiamente un elemento fondamentale da tenere in considerazione. Ma quello che vogliamo noi è che quest’industria continui a prosperare, vogliamo che i suoi membri abbiano la possibilità di dare da mangiare alle loro famiglie”. Un blocco totale delle produzioni, ovviamente, avrebbe come conseguenza immediata una raffica di licenziamenti.