Netflix ha annunciato che inizierà a dichiarare ufficialmente le entrate generate suolo britannico, pagando le relative tasse. Si tratta di un importante passo avanti mentre montano le pressioni politiche affinché la piattaforma streaming, assieme ad altri giganti del web come Google ed Amazon, non eluda il fisco dirottando il denaro verso nazioni con tassazioni agevolate.

Interpellato dal Guardian, un portavoce di Netflix ha affermato che “la piattaforma continua a crescere nel Regno Unito e in altri mercati internazionali, e quindi vogliamo che la nostra struttura aziendale rifletta questo cambiamento. Quindi, dall’anno prossimo tutti i ricavati generati nel Regno Unito verranno riconosciuti nel Regno Unito, il che significa che pagheremo le relative imposte sulle società”. Dal 2012 ad oggi, l’azienda ha inoltrato buona parte dei ricavi verso il suo quartier generale europeo in Olanda.

Nel 2018 la holding su territorio inglese Netflix Services UK ha dichiarato solo 43 milioni di sterline di fatturato (descritti come “commissione dalla sede olandese per i servizi svolti”), nonostante circa 10 milioni di inglesi avessero un abbonamento. Tax Watch ha stimato che in realtà abbia raccolto circa 860 milioni di sterline, cifra che ora è sensibilmente cresciuta essendo cresciuti gli abbonati (nel 2020 hanno toccato i 13 milioni, si parla di circa 1.3 miliardi di sterline). Nello stesso anno, Netflix aveva ricevuto circa 51,000 euro in credito d’imposta.

L’aumento dei ricavi dichiarati non significa automaticamente aumento di tasse pagate, perché le imposte si calcolano sui profitti. Nel 2018, TaxWatch ha stimato che Netflix abbia dirottato tra i 250 milioni e i 330 milioni di sterline in profitti generati fuori dagli Stati Uniti (Inghilterra inclusa) verso nazioni come l’Olanda. Quest’anno l’azienda ha raddoppiato gli investimenti nel Regno Unito, arrivando a circa un miliardo di dollari: numerose sono infatti le produzioni che vengono girate sul suolo inglese.

Un anno fa Netflix è finita sotto inchiesta in Italia per sospetta evasione fiscale. Qualche tempo dopo, l’azienda ha annunciato che aprirà una sede nazionale a Roma.

Negli ultimi giorni il colosso dello streaming ha annunciato che inizierà a dichiarare localmente i ricavi anche in Spagna e Francia.

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