Nel corso della sua carriera, il quarantatreenne Benedict Cumberbatch ha collezionato svariate interpretazioni memorabili; dallo Sherlock dell’omonima serie tv, al Turing di The Imitation Game, passando per performance teatrali di ampio successo quali FrankensteinAmleto. Ora una nuova perla va ad aggiungersi al già invidiabile curriculum dell’attore britannico: si tratta di Patrick Melrose, adattamento targato Showtime dei cinque romanzi scritti da Edward St Aubyn.

Grazie alla miniserie in cinque puntate, Cumberbatch ha ottenuto la sua sesta nomination agli Emmy (una delle cinque candidature ottenute dalla serie ) per il suo ritratto di un tossicodipendente alle prese con turbolenti rapporti familiari. Lo show, scritto da David Nicholls (One Day) e diretto da Edward Berger (Deutchland 83), è divertente e commovente in egual misura, grazie soprattutto all’encomiabile prova attoriale della star inglese.

“Questi libri sono la migliore opera di prosa del 21° secolo”, ha dichiarato Cumberbatch in merito ai romanzi di St Aubyn. “Ho pensato che sarebbero stati straordinari in forma di adattamento drammatico. Quest’uomo incredibilmente divertente e brillante ha delle profonde ferite all’inizio della sua vita, e diventa un suicida nella sua tossicodipendenza, eppure riesce ancora a raggiungere la salvezza. È una storia di speranza, con grandi svolte drammatiche, cambiamenti di tono. Rispetto a molti altri prodotti, è uno specchio migliore delle circostanze estreme che la vita ti pone dinnanzi.”

Per prepararsi degnamente al ruolo della serie, di cui è anche produttore esecutivo, Cumberbatch si è documentato a fondo, non avendo sperimentato nulla di ciò che il protagonista vive negli episodi. “A volte puoi lanciarti, dicendo: ‘So chi è quella persona, voglio renderle giustizia’. Non era questo il caso. Il cuore del soggetto era qualcosa che pensavo di conoscere in qualche modo, ma volevo declinarlo nella giusta prospettiva di questo personaggio unico che ha sofferto molto per il suo straordinario viaggio vittimistico. È un sopravvissuto.”

Nicholls e Berger hanno progettato ciascuno dei cinque episodi con uno stile distintivo. Hanno trasformato il secondo libro Cattive notizie, ambientato negli anni ’80, in un primo episodio esilarante, quando il ventiduenne Melrose si precipita a New York per il funerale di suo padre (Hugo Weaving), drogato fino al midollo di eroina, cocaina e alcool.

“Il libro ha un punto di vista così soggettivo che ti fa battere forte il cuore”, ha detto Cumberbatch. “È una lettura difficile, una camera di pressione. È stata una straordinaria sfida come attore vivere tutto questo. Ma la soddisfazione è stata enorme.”

Cumberbatch è diventato un esperto negli effetti di diverse sostanze che causano dipendenza, ovviamente senza sperimentarle in prima persona. “L’alcol lo porta alla peggiore forma di dipendenza, con delirium tremens e pericolose crisi d’astinenza”, ha spiegato l’attore. “Ho sempre pensato che gli oppiacei e la cocaina fossero più difficili da gestire.”

Inoltre, Cumberbatch ha richiesto la presenza di esperti di droghe sul set per assicurarsi il miglior livello di verosimiglianza. Malgrado la drammaticità degli eventi narrati, l’attore ha sottolineato come “tragedia e umorismo si intreccino nelle scene. Non c’è commedia che non abbia tocchi seri o tragedia che non abbia momenti comici. Coesistono fianco a fianco.”

Nel quarto episodio, Mother’s Milk, la madre di Patrick (interpretata da Jennifer Jason Leigh) chiede al figlio di aiutarla a togliersi la vita. Fortunatamente per Cumberbatch, St Aubyns era disponibile a parlare mentre l’attore si stava preparando il ruolo. “È stato più facile sapere che la storia è basata sull’alter-ego sottilmente camuffato dell’autore che ha vissuto molto di ciò che ha scritto”, ha detto Cumberbatch. “Come Patrick Melrose hai un pubblico immediato per cui devi risultare verosimile col tuo racconto. La sua esperienza parla a una parte molto ampia della società che ha subito abusi o ha lottato con la dipendenza.”

L’attore ammette di aver preso “qualcosa in prestito” da St Aubyns, che considera ormai un amico. “Teddy è disponibile, aperto, non scoraggiante. Parla un inglese deliberatamente e magnificamente articolato, con un netto accento della classe alta. Ogni attore desidera una fonte così fantastica, con un ricco sottotesto psicologico e profonde descrizioni di monologhi interni e processi mentali. Riassume un personaggio in una riga, una relazione in una pagina, il mondo intero in un romanzo.”

Cosa ne pensate? Avete visto Patrick Melrose? Fatecelo sapere nei commenti!

Fonte: IndieWire