Il magazine Entertainment Weekly ha organizzato una conversazione tra lo scrittore Stephen King e lo sceneggiatore Damon Lindelof.
I due hanno discusso dei rispettivi progetti televisivi: il 30 giugno sulla CBS debutterà la seconda stagione di Under the Dome tratta dal romanzo scritto da King, mentre il 29 inizierà sulla HBO The Leftovers, il nuovo progetto creato da Lindelof ispirandosi all’omonimo libro di Tom Perrotta.

Ecco alcuni degli estratti della loro conversazione:

  • The Leftovers è una serie di genere drammatico realistica al 98%. Il rimanente 2% presenta invece elementi sci-fi. Damon è stato attirato dal fatto che, anche se lo spunto alla base della storia è la scomparsa misteriosa del 2% della popolazione mondiale, gli episodi saranno ambientati tre anni dopo quanto accaduto. La premessa del romanzo, ha spiegato Damon è infatti la seguente:

    “Il mondo è quasi finito, non si è concluso, e ora siamo ritornati a giocare a softball, a pagare le nostre tasse, ad andare a scuola. Se si guarda fuori dalla finestra, sembrerà quello che è ora. Ma se si osserva abbastanza a lungo, ogni due minuti di ciascun ciclo di 100 minuti, qualcosa di molto strano potrebbe passare davanti a noi”.

  • Stephen King ha spiegato che l’idea alla base di Under the Dome era quella di realizzarne solo 13 episodi perché la CBS non aveva molto fiducia sugli eventuali sviluppi.
    Lo scrittore ha poi parlato con lo sceneggiatore Brian Vaughan subito la notizia del rinnovo e lui ha ammesso di non aver idea di cosa sarebbe accaduto nella storia dei nuovi episodi, ma la seconda stagione sarà fantastica nonostante l’iniziale indecisione.
  • Lindelof ha spiegato che ha voluto coinvolgere nella realizzazione di The Leftovers lo scrittore Tom Perrotta e questo ha permesso di mantenere con i piedi per terra la serie. Dopo l’esperienza vissuta con Lost non voleva ritornare a occuparsi di uno show con troppi misteri ma il nuovo progetto è molto diverso:

    “Penso che ci sia una sostanziale differenza tra The Leftovers e Lost…Uscendo da Lost sembrava che più a lungo lo show proseguisse, più dovesse diventare folle, solo per sostenersi”.

  • King è convinto che il numero di episodi che compone una stagione influenzi la qualità del progetto. Il fatto che i network richiedano circa 20 episodi non aiuta a offrire un prodotto di qualità. Per sostenere la sua teoria, Stephen ricorda gli esempi di True Detective e The Americans messi a confronto con NCIS e Bones. Lo scrittore ha affermato:

    “L’idea di fare 20 episodi per stagione è un po’ come picchiare qualcuno fino a quando non vuole più camminare”.

  • Damon ha spiegato che è sempre pericoloso sviluppare una serie senza avere un piano a lungo termine ben preciso. Lindelof ha ricordato che gli autori di Breaking Bad, che considera uno dei migliori show di sempre, hanno ammesso più volte che è stato creato improvvisando e ritiene che quello sia un modo molto entusiasmante di lavorare, ma la sua esperienza è diversa. Con Lost si è sentito chiedere molte volte se avessero un piano preciso, il tipo di influenza che avrebbero avuto i fan sulla trama, e le conseguenze delle risposte ad alcune domande. Lo showrunner ha paragonato la sua situazione a quella di un gladiatore nell’arena che attende il verdetto per sapere se deve uccidere qualcuno o cambiare qualcosa. Le richieste che gli venivano fatte, tuttavia, erano molto contraddittorie perché richiedevano un piano a lungo termine ma anche un continuo adattamento rispetto a fattori esterni.
  • Stephen King ha infine parlato della realizzazione de L’ombra dello scorpione, la cui sceneggiatura è stata ora affidata a Josh Boone, autore del film The Fault in Our Stars. Lo scrittore ha raccontato che è giovane, ambizioso, segue molto il romanzo, sta facendo un ottimo lavoro e ha il supporto della Warner Bros. Stephen sta incrociando le dita e sperando che il progetto venga finalmente realizzato.

Fonte: EW