Il filmmaker ha infatti spiegato di aver lavorato per oltre 10 anni allo show ambientato nel mondo di Arcadia e inizialmente l’approccio era diverso:
“Quando l’ho proposto per la prima volta nel 2006 era una serie televisiva live-action davvero simile a Stranger Things. Doveva essere ambientato in una periferia con mostri, una trama più ampia, ragazzi in bicicletta, tutto più o meno uguale”.
Passare all’animazione, secondo del Toro, è stata però la scelta giusta:
“Sono stato in grado di distillare la purezza della storia e credo sia molto meglio ricordare ai ragazzi che si può trovare un certo senso di purezza anche se ci sono i computer, i telefoni cellulari e tutto quello che rappresenta una visione sociale dei media. C’è un posto per l’immaginazione, per la purezza emotiva e per un buon cuore”.
In futuro il mondo creato con Trollhunters si espanderà grazie a due nuove serie intitolate 3 Below e Wizards. Guillermo ha sottolineato:
“Ho sempre pensato che sarebbe stato grandioso realizzare un’intera mitologia dedicata a un posto nell’universo che non sia New York, Los Angeles, Parigi o Londra, ma una piccola cittadina in California”.
Che ne pensate? Avreste preferito una serie live-action?
La seconda stagione ha debuttato su Netflix il 15 dicembre e nelle puntate inedite il giovane Jim Lake Jr. dovrà affrontare nuove sfide nella sua lotta per proteggere la città di Arcadia e il fantastico mondo dei Troll che ha ereditato. Le decisioni prese dal ragazzo porteranno a nuove sconvolgenti scoperte che lo obbligheranno, insieme ai suoi amici, ad affrontare delle difficili conseguenze durante la loro lotta contro il male.
Tra i nuovi doppiatori ci saranno Mark Hamill, Lena Headey e David Bradley (qui i dettagli), mentre tra i ritorni ci sono quelli di Kelsey Grammer, Ron Perlman, Steven Yeun, Anjelica Huston e Anton Yelchin, voce del protagonista Jim che aveva completato le sessioni di registrazione previste per la seconda stagione prima della sua morte, avvenuta nel 2016.
Fonte: Indiewire
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