A giudicare da quello che si è visto nelle quattro puntate andate in onda finora, forse sarebbe meglio ribaltare completamente l’impostazione di Alcatraz, rendendo le parti in carcere il momento fondamentale, e trasformando in flashforward i momenti nel presente, piuttosto che il contrario. Non che le vicende ambientate negli anni ’60 siano prive di difetti, ma quanto più il presente si rivela prevedibile, ripetitivo e poco credibile nelle sue storie, tanto più la fredda prigione sa offrire i momenti migliori e memorabili degli episodi. Merito probabilmente merito anche del cast, che proprio fra quelle quattro mura trova i suoi interpreti migliori con il direttore del carcere (Jonny Coyne) e il capo delle guardie E. B. Tiller (Jason Butler Harner).

Nel “mondo reale” invece Jorge Garcia si conferma il migliore del gruppo mentre Sarah Jones aldilà della bella presenza forse non riesce a restituire quel carisma di cui il suo personaggio avrebbe bisogno. L’im...